Violenza contro Medici, Infermieri e OSS. FP CGIL: una emergenza crescente.

Il tentativo di aggressione al personale sanitario del Pronto Soccorso dell’ospedale “San Giovanni e Paolo” di Venezia, sventato grazie all’intervento di un agente fuori servizio, rappresenta l’ennesimo episodio di violenza ai danni di chi ogni giorno si prende cura della salute delle persone.

Negli ultimi anni, il Parlamento ha adottato misure più severe contro le aggressioni al personale sanitario, inasprendo le sanzioni e introducendo l’arresto in flagranza e la detenzione. Tuttavia, come sottolinea Ivan Bernini, segretario generale FP CGIL di Venezia, “il fenomeno non pare attenuarsi”.

Le aziende sanitarie hanno implementato corsi di formazione per il personale su come difendersi da aggressioni fisiche e verbali, oltre a offrire supporto psicologico ai lavoratori vittime di violenza. Tuttavia, gli episodi continuano a crescere, soprattutto nei pronto soccorso e nei reparti, dove le violenze verbali sono in costante aumento.

Le cause della violenza: una questione sociale?

Molti degli aggressori sono “persone note” alle strutture sanitarie, spesso già seguite per disturbi comportamentali, psichici o dipendenze. Bernini evidenzia la correlazione tra l’aumento di questi disturbi e il sottodimensionamento dei servizi dedicati alla loro gestione, aggravato da carenze di intervento già a partire dalla scuola e dalle famiglie.

Prevenzione e sicurezza: le richieste del sindacato.

Il sindacato sottolinea che la sicurezza dei lavoratori deve rientrare a pieno titolo nel capitolo “salute e sicurezza”. “Non bastano i problemi di lavoro e l’aumento dei carichi quotidiani, ora il personale sanitario deve affrontare anche la paura di essere aggredito”, afferma Bernini.

Se da un lato la prevenzione rimane un fattore essenziale, dall’altro è necessario garantire maggiore protezione. “Non possiamo militarizzare la società, ma è ormai indispensabile prevedere un presidio stabile di pubblica sicurezza in ogni pronto soccorso e ospedale”, conclude Bernini. Una richiesta avanzata da anni, ma che finora non ha trovato riscontri concreti. È tempo di passare dalle parole ai fatti.

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