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USB. Assistenti Infermieri: dubbi sulla loro formazione, affidata alle Regioni.

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L’introduzione della figura dell’Assistente Infermiere ha suscitato discussioni accese nel settore sanitario, sollevando molte domande sulle reali motivazioni di questa decisione e sugli impatti che avrà su infermieri e operatori socio-sanitari (OSS). La creazione di questa nuova figura sembra essere una risposta alla crescente carenza di infermieri, una problematica che si aggraverà nei prossimi anni, data la diminuzione degli studenti intenzionati a iscriversi alle facoltà di scienze infermieristiche. Tuttavia, si profila come una soluzione temporanea, rischiando di non affrontare a fondo le cause del problema.

Un ritorno all’Infermiere generico?

L’Assistente Infermiere appare molto simile all’Infermiere generico, una figura superata in passato, il cui ritorno solleva dubbi sull’efficacia di tale scelta. La nuova figura sarà inserita tra gli OSS e gli infermieri, con compiti assistenziali che aumenteranno la loro responsabilità senza un corrispondente riconoscimento economico e contrattuale.

Gli OSS non beneficeranno di alcun aumento stipendiale, nonostante l’incremento delle loro responsabilità. Gli infermieri, d’altro canto, continueranno a confrontarsi con condizioni lavorative e retributive poco gratificanti, nonostante il percorso formativo universitario richiesto.

Problemi di formazione e supervisione

Uno degli aspetti più preoccupanti riguarda la formazione dell’Assistente Infermiere, che sarà gestita dalle Regioni, con il rischio di creare percorsi formativi non uniformi. Inoltre, la figura dell’infermiere resterà centrale nella supervisione delle attività, in particolare per quanto riguarda la somministrazione di terapie, aumentando le responsabilità a carico degli infermieri senza compensi adeguati.

L’Assistente Infermiere, un ibrido tra infermiere e OSS, potrebbe causare conflitti di competenze e frammentare ulteriormente il percorso assistenziale. La mancanza di standard formativi omogenei e la scarsità di ore di formazione potrebbero compromettere la qualità delle cure.

Il vero problema: la carenza di infermieri

La soluzione alla carenza di infermieri non risiede nell’introduzione di nuove figure di supporto, ma in un miglioramento delle condizioni lavorative e retributive per gli infermieri e gli OSS. Servono aumenti salariali, assunzioni che riducano il carico di lavoro e un maggiore equilibrio tra vita professionale e personale. Solo attraverso un reale investimento nella professione si potrà renderla nuovamente attraente e sostenibile nel lungo periodo.

In conclusione, l’istituzione dell’Assistente Infermiere appare come una soluzione temporanea e poco incisiva, incapace di risolvere i problemi strutturali che affliggono il sistema sanitario pubblico e la professione infermieristica.

Nota del sindacato USB Sanità

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