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Una società senza più valori, che fatica a parlar di pace.

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La famiglia, storicamente riconosciuta come il nucleo essenziale della società, sta attualmente affrontando una crisi profonda sotto molteplici aspetti valoriali e culturali. Negli ultimi decenni, la definizione stessa di famiglia si è evoluta: oggi si intende come unione tra due persone legate da rapporti di convivenza o affinità. Indipendentemente dalla tipologia, le principali cause del declino familiare risiedono nella carenza di moralità, civiltà e umanità nelle dinamiche quotidiane. I rapporti tra genitori e figli non sono più quelli tradizionali; il genitore che assume esclusivamente il ruolo di amico abdica alla funzione educativa, diventando in qualche modo un coetaneo del figlio, contrariamente al passato quando il rispetto e un certo timore verso i genitori erano elementi consolidati. Da tale mutamento deriva una nuova concezione pedagogica che ha progressivamente disgregato quella cultura civica trasmessa dai nostri predecessori. Oggi questa cultura è influenzata da uno stile di vita che pone al centro un benessere mediato dalla tecnologia, con relazioni sociali che avvengono prevalentemente attraverso piattaforme digitali piuttosto che tramite l’esperienza diretta della vita quotidiana. In questo vivere frammentato, è possibile individuare tre elementi distintivi che caratterizzano la nuova cultura del vivere.

  • L’uso inadeguato degli strumenti tecnologici e delle diverse piattaforme social ha avuto un impatto significativo sulla maggior parte delle famiglie, determinando una riduzione considerevole del dialogo e delle relazioni familiari, con una comunicazione quasi assente rispetto a decenni fa. È sufficiente osservare come ogni componente familiare sia costantemente impegnato con il proprio dispositivo mobile, anziché instaurare un confronto autentico con chi si trova accanto. Nei contesti urbani emerge una gioventù sempre più conflittuale, che traduce i propri comportamenti in vere e proprie guerriglie tra coetanei, talvolta per motivi futili, generando disordini in interi quartieri e compromettendo la qualità della vita della comunità circostante. Risulta pertanto necessario riflettere sull’importanza di ricostruire la vivibilità di città e paesi mediante l’istituzione di centri di aggregazione sociale e culturale capaci di sostenere lo sviluppo umano e sociale dei giovani, orientandoli verso un uso consapevole degli strumenti tecnologici e modelli di vita maggiormente equilibrati.
  • Un individualismo sempre più evidente, sia a livello personale che collettivo, alimentato da un sistema economico che presta scarsa attenzione allo sviluppo armonioso della persona umana, compromette la dignità e genera uno squilibrio nei valori di vita, poco coerenti con la natura delle relazioni umane e sociali in tutte le loro dimensioni. In questo contesto, la solidarietà, che dovrebbe rappresentare il fulcro dell’espressione dei sentimenti umani, manifesta invece una carenza di senso di appartenenza al tessuto sociale. Di conseguenza, si riscontra una solidarietà superficiale, spesso mediata dai mass media, che non costituisce una base solida su cui edificare un autentico tessuto sociale.
  • La nuova cultura della bellezza e dell’apparire a ogni costo ha determinato una sorta di marginalizzazione rispetto a ciò che costituisce l’essenza fondamentale della vita: la sfera sentimentale, o più precisamente, la stabilità dei sentimenti umani. Questi ultimi sono infatti divenuti sempre più fragili, fino a disperdersi completamente, compromettendo l’integrità stessa della famiglia e talvolta persino il rapporto di coppia. Oggi si attribuisce maggior rilievo al corpo piuttosto che al cuore, rendendo sempre più arduo osservare famiglie unite da un amore autentico e da uno scopo condiviso. Le famiglie contemporanee risultano prevalentemente allargate; tuttavia, permane la tendenza alla denatalità: quando sono presenti più figli, essi provengono da genitori differenti ma convivono sotto lo stesso tetto. Sia l’uomo sia la donna sono responsabili della trasformazione della nostra società, caratterizzata dalla disgregazione dei sentimenti umani e dalla perdita dei valori morali. Questo progresso, se così può essere definito, ha compromesso i fondamenti e le tradizioni della famiglia, indebolendola e privandola soprattutto di quell’amore originato dall’istinto materno che stabilizzava il tessuto familiare rendendolo unico nel suo genere. Tale amore rappresentava il concetto di solidarietà umana, oggi purtroppo assente. La nuova cultura dell’apparire, ha rappresentato un’opportunità significativa per l’economia contemporanea, che ha pienamente integrato il settore della bellezza, ponendo la donna al centro di numerose campagne pubblicitarie e trasformandola quasi in un simbolo associato a diversi prodotti, con l’obiettivo di massimizzare le visualizzazioni. Nel corso degli anni, questa tendenza ha favorito la diffusione di centri dedicati alla cura estetica, coinvolgendo progressivamente anche il pubblico maschile. Di conseguenza, le nuove generazioni femminili sono state immerse fin dalla giovane età in un ambiente caratterizzato da una vasta gamma di colori e mode diffusisi capillarmente sul territorio. Infatti, non esiste comune, seppur piccolo, privo di un centro estetico o di bellezza. Una società può considerarsi sana nella misura in cui la famiglia riesce a vivere ed esprimere autenticamente i propri sentimenti, fondandosi su un dialogo basato sulla coerenza e sul rispetto reciproco. È fondamentale riflettere approfonditamente sulla natura dell’essere umano, soprattutto quando emergono comportamenti discutibili dal punto di vista civile: in tali circostanze è essenziale mantenere coerenza e trasparenza; qualora ciò non avvenga, diventa necessario avere il coraggio di parlare evitando episodi che si possono tramutare in tragedie. 

Dinanzi a queste evidenze, la legislazione vigente appare spesso disallineata rispetto alle problematiche emergenti, mostrandosi molto permissiva e talvolta applicando criteri non uniformi nei confronti dell’uso dei social media, anziché adottare restrizioni mirate e ponderate. In Italia, il sistema normativo si presenta sempre più complesso e contraddittorio, generando un diffuso senso di impotenza riguardo alla possibilità di intervenire efficacemente. A tutt’oggi mancano interventi concreti volti al miglioramento della condizione attuale. Le istituzioni a tutti i livelli, così come i loro rappresentanti in qualsiasi funzione o ruolo, hanno responsabilità fondamentali nei confronti della storia presente e futura. Anche se tale responsabilità non può essere attribuita esclusivamente alla politica o ai politici, ma coinvolge altresì la collettività, la quale evidenzia una carenza nella capacità di costruire una solidarietà autentica. Questa solidarietà deve superare il semplice supporto materiale – acqua, cibo, vestiario o denaro, o le tante manifestazioni che si susseguono dopo ogni evento – per radicarsi nel cuore  in una comprensione profonda delle situazioni, dei contesti e delle condizioni individuali; altrimenti, è impensabile sperare in un futuro migliore. È fondamentale promuovere una solidarietà consapevole e sensibile, fondata sulla responsabilità civile e sul buon senso umano, al fine di prevenire il deterioramento sociale che ha interessato anche la condizione di malattia.

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Autore

  • EmilioCariati Una società senza più valori, che fatica a parlar di pace.

    Infermiere di professione, nel tempo libero si dedica alla scrittura di riflessioni sulla vita, ispirate in gran parte dalla sua esperienza lavorativa. Il contatto quotidiano con la sofferenza e il disagio umano gli permette di osservare una società che, nonostante i suoi progressi, appare spesso lontana dalla vera civiltà. Ha pubblicato due libri: "Strade senza cuore, gente senza amore" e "Quando la malattia diventa un optional". Inoltre, ha scritto numerosi articoli per quotidiani e riviste.

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Infermiere di professione, nel tempo libero si dedica alla scrittura di riflessioni sulla vita, ispirate in gran parte dalla sua esperienza lavorativa. Il contatto quotidiano con la sofferenza e il disagio umano gli permette di osservare una società che, nonostante i suoi progressi, appare spesso lontana dalla vera civiltà. Ha pubblicato due libri: "Strade senza cuore, gente senza amore" e "Quando la malattia diventa un optional". Inoltre, ha scritto numerosi articoli per quotidiani e riviste.

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