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Una Politica distratta dimentica gli Infermieri.

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In una democrazia, la politica dovrebbe essere l’arena dove si confrontano le idee migliori per individuare le soluzioni più idonee allo sviluppo di una comunità o di un settore della vita sociale. Purtroppo, la realtà italiana racconta tutt’altro: pochi decidono per molti e il rispetto della persona umana è ancora carente. Siamo ben lontani dall’essenza della democrazia. La politica attuale non ascolta la voce del popolo, ma quella del proprio entourage. Altrimenti, sarebbe inspiegabile come, nonostante le continue richieste di miglioramenti per la condizione degli infermieri, non vengano prese decisioni adeguate. Inoltre, rappresentare una categoria non dovrebbe tradursi in un dislivello umano e in una mancanza di comprensione professionale, dimenticando le nostre origini. Tutti noi che ci esponiamo lo facciamo perché crediamo ancora nella professione infermieristica. Non possiamo accettare decisioni così inadeguate.

Interventi con scelte mirate e ponderate

La politica attuale ha nuovamente cercato di eludere il problema, ottenendo risultati deludenti e non rispondenti alle esigenze degli operatori. Di fronte alla carenza di infermieri, è stata introdotta la figura dell’Assistente Infermiere e successivamente si è tentato di reclutare personale infermieristico dall’India e da altre nazioni. Per rendere la professione più attrattiva, sono state istituite tre nuove lauree specialistiche: Cure Primarie e Sanità Pubblica, Cure Pediatriche e Neonatali, e Cure Intensive ed Emergenza. Tuttavia, le misure adottate continuano a ignorare la realtà, generando confusione nei ruoli e ulteriori disagi per gli infermieri.

Valorizzare le persone e le professioni esistenti

L’evoluzione normativa e formativa della professione infermieristica ha rappresentato una significativa conquista, frutto di duro lavoro e numerose manifestazioni negli anni novanta. Tuttavia, la generazione attuale sembra aver perso la coesione necessaria per guidare la comunità professionale verso una nuova vittoria: l’autonomia contrattuale. Questo è il vero nodo da sciogliere. Come recita un famoso proverbio: “Senza soldi non si cantano messe”. Per restituire dignità professionale alla figura infermieristica, è fondamentale concedere autonomia contrattuale, che rappresenta la base di tutte le nostre aspettative. Gli infermieri chiedono una retribuzione adeguata, in linea con quella dei loro colleghi europei, poiché il costo della vita in Italia non permette di sostenere una famiglia con figli.

Dialogare con l’intera categoria professionale  

Bisogna essere più razionali, partendo con i piedi per terra, dal piano terra, non dai piani alti, perché dal pian terreno si ascolta meglio la realtà che ogni giorno viene ribadita. Tali comportamenti abbassano la qualità dell’assistenza infermieristica. La qualità sanitaria è già compromessa a causa delle lunghe liste d’attesa, guardie mediche carenti o assenti, ambulanze sempre meno medicalizzate. A lungo andare, chissà quale tipo di servizio sanitario nazionale si avrà in Italia.

I malati non sono numeri

Le persone meritano rispetto durante la loro vita, non solo quando sono morte o moribonde, con attestati di solidarietà da parte di enti e istituzioni che mirano solo a farsi notare e celebrare una persona. L’assistenza infermieristica di un tempo è ormai un ricordo lontano; oggi, anche l’infermiere è diventato un tecnico dell’assistenza, piuttosto che un operatore professionale che instaura un dialogo col paziente. Si ragiona in termini di numeri, non di patologie. L’economia moderna ha trasformato la vita dei malati in un grande affare, concentrandosi più sulla malattia che sul malato. Si cerca la tecnica più efficiente da utilizzare nel minor tempo possibile per passare rapidamente al paziente successivo, sacrificando il profilo professionale e la deontologia. Quei pochi minuti di ascolto, che per il paziente rappresentano momenti di vita e per l’operatore un’opportunità per comprendere ulteriori disagi o sentimenti inespressi, sono ormai scomparsi.

E’ necessario tanta umanità e sensibilità

Ogni settimana si svolgono interessanti convegni su varie tematiche con relatori di spicco. Tuttavia, dietro le quinte, gli infermieri affrontano un crescente malessere e disagio. Sarà difficile ripristinare il livello di assistenza precedente: nonostante la scarsità di mezzi, c’era molta solidarietà. Oggi, invece, si chiudono le porte agli affetti e alle necessità, specialmente al Sud. Prima di pensare a nuovi titoli, è essenziale restituire umanità sia agli operatori sanitari che ai pazienti, che rappresentano la parte più importante.

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Autore

  • EmilioCariati Una Politica distratta dimentica gli Infermieri.

    Infermiere di professione, nel tempo libero si dedica alla scrittura di riflessioni sulla vita, ispirate in gran parte dalla sua esperienza lavorativa. Il contatto quotidiano con la sofferenza e il disagio umano gli permette di osservare una società che, nonostante i suoi progressi, appare spesso lontana dalla vera civiltà. Ha pubblicato due libri: "Strade senza cuore, gente senza amore" e "Quando la malattia diventa un optional". Inoltre, ha scritto numerosi articoli per quotidiani e riviste.

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Infermiere di professione, nel tempo libero si dedica alla scrittura di riflessioni sulla vita, ispirate in gran parte dalla sua esperienza lavorativa. Il contatto quotidiano con la sofferenza e il disagio umano gli permette di osservare una società che, nonostante i suoi progressi, appare spesso lontana dalla vera civiltà. Ha pubblicato due libri: "Strade senza cuore, gente senza amore" e "Quando la malattia diventa un optional". Inoltre, ha scritto numerosi articoli per quotidiani e riviste.

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