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UIL Fpl Verona. Violenza nei pronto soccorso: un’emergenza da affrontare subito.

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L’ennesimo episodio di violenza avvenuto venerdì sera al Pronto Soccorso di Borgo Trento a Verona riaccende i riflettori su una problematica sempre più grave: la sicurezza del personale sanitario e dei pazienti. Stefano Gottardi, segretario generale della Uil Fpl Verona, lancia un grido d’allarme, sottolineando l’urgenza di adottare misure straordinarie per garantire la protezione all’interno dei presidi sanitari.

Un problema nazionale.

Non si tratta di un caso isolato: gli episodi di violenza nei pronto soccorso italiani sono in aumento, specialmente durante i fine settimana, quando l’afflusso di pazienti e le tensioni raggiungono livelli critici. Le aggressioni non colpiscono solo Verona, ma rappresentano un fenomeno diffuso che evidenzia:

  • Carenza di personale sanitario e di sicurezza;
  • Inadeguatezza delle misure preventive;
  • Mancanza di supporto psicologico per le vittime di violenza.
2024-12-07-AOUI-PS-BT-aggressione-personale_2-576x1024 UIL Fpl Verona. Violenza nei pronto soccorso: un'emergenza da affrontare subito.

Le richieste dei sindacati.

La Uil Fpl, insieme al segretario generale Pierpaolo Bombardieri, ha inserito la sicurezza del personale sanitario tra le priorità della campagna nazionale “Zero morti sul lavoro”. Le richieste principali includono:

  1. Personale dedicato alla sicurezza nei pronto soccorso, in grado di intervenire in caso di emergenza.
  2. Maggiori risorse finanziarie, da destinare a sistemi di prevenzione e protezione.
  3. Un’azione decisa da parte del Governo, con il coinvolgimento diretto del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, per predisporre interventi immediati.
  4. Inserimento della sicurezza sanitaria nell’agenda politica nazionale, come richiesto alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Le conseguenze della violenza.

Gli operatori sanitari non solo subiscono danni fisici – come il recente caso del professionista colpito da un oggetto contundente con una prognosi di sette giorni – ma anche traumi psicologici duraturi. La situazione si aggrava ulteriormente quando, come accaduto a Borgo Trento, il personale è costretto a barricarsi per sfuggire agli aggressori.

Questi episodi compromettono la capacità dei pronto soccorso di rispondere alle emergenze, danneggiano il morale del personale sanitario e rischiano di allontanare professionisti da un settore già in difficoltà per la carenza di personale.

Soluzioni concrete: non solo parola.

Le risorse stanziate finora, seppur significative, non sono sufficienti a fronteggiare la crescente domanda di sicurezza nei pronto soccorso. È fondamentale:

  • Accelerare l’implementazione di piani di sicurezza specifici;
  • Potenziare il numero di operatori sanitari e addetti alla sicurezza;
  • Istituire sportelli di supporto psicologico efficaci per le vittime di aggressioni.

Un appello al Governo.

I pronto soccorso sono un pilastro del sistema sanitario e un punto di riferimento imprescindibile per i cittadini. Ignorare l’emergenza sicurezza significa mettere a rischio non solo la salute degli operatori, ma anche quella dei pazienti e, di conseguenza, l’intero sistema.

Il tempo delle parole è finito: servono azioni immediate e concrete per tutelare chi, ogni giorno, si dedica al benessere degli altri, spesso a costo della propria incolumità.

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