Turni di notte e rumori prolungati: anche gli infermieri italiani a rischio ictus.
Negli ultimi decenni, il rumore ambientale è emerso come un problema di salute pubblica sempre più preoccupante. Gli ospedali, che dovrebbero essere luoghi di cura e recupero, sono diventati paradossalmente tra gli ambienti più rumorosi, con livelli medi che superano di gran lunga i 35 decibel raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Oggi, si stima che il livello medio negli ospedali si aggiri intorno ai 70 decibel, un dato che non solo compromette il benessere dei pazienti ma grava anche sul personale sanitario, specialmente sugli infermieri, già sottoposti a stress lavorativi e turni di notte.
Parallelamente, il rumore ambientale esterno è stato identificato come un fattore di rischio per patologie cardiovascolari e neurologiche, tra cui l’ictus, una delle principali cause di mortalità e disabilità in Italia.
Ictus: una patologia devastante.
Il termine “ictus” deriva dal latino e significa “colpo”, rappresentando l’improvvisa e spesso devastante insorgenza della malattia. Si verifica quando l’apporto di sangue ossigenato a un’area del cervello viene interrotto o quando un vaso cerebrale si rompe, causando la morte delle cellule nervose e conseguenti deficit neurologici, come difficoltà di movimento, perdita del linguaggio o alterazioni della vista.
In Italia, secondo il Ministero della Salute, l’ictus è la terza causa di morte e la prima causa di disabilità grave, colpendo circa 185.000 persone ogni anno, di cui 150.000 sono nuovi casi. Questo quadro impone un’attenzione crescente sui fattori di rischio, tra cui emerge con forza il rumore, una “minaccia silenziosa” spesso sottovalutata.
Il legame tra rumore e ictus: lo studio di Montreal.
Una ricerca condotta dall’Università di Montreal, pubblicata sulla rivista Noise & Health, ha esplorato la correlazione tra inquinamento acustico e rischio di ictus. Lo studio, realizzato dalle ricercatrici Larisa Inès Yankoty e Audrey Smargiassi, ha monitorato i dati di oltre un milione di residenti nella cintura urbana di Montreal dal 2000 al 2014.
I risultati sono chiari: per ogni incremento di 10 decibel nei livelli di rumore ambientale, il rischio di ictus aumenta del 6% nelle persone con più di 45 anni. Gli ictus ischemici, causati dall’ostruzione di un’arteria cerebrale, mostrano una correlazione più marcata rispetto a quelli emorragici. Durante il periodo di osservazione, oltre 25.000 persone sono state ricoverate per ictus, con una prevalenza di ischemie cinque volte superiore rispetto agli episodi emorragici.
L’impatto del rumore: oltre la soglia critica.
Studi precedenti hanno dimostrato che livelli di rumore superiori a 40 decibel di notte e 55 decibel di giorno possono causare insonnia, stress cronico e aumentare il rischio cardiovascolare. Per il personale sanitario, che spesso lavora in condizioni di turni notturni e ambienti caotici, questi livelli possono aggravare ulteriormente lo stress psicofisico e contribuire all’insorgenza di patologie gravi come l’ictus.
Inoltre, il rumore cronico è stato associato ad alterazioni della circolazione sanguigna, favorendo la formazione di trombi e aumentando il rischio di eventi ischemici.
La sfida per la salute pubblica e per gli ospedali.
Ridurre il rumore è una priorità per proteggere la salute di pazienti e operatori sanitari. Le istituzioni possono intervenire con:
- Investimenti in tecnologie silenziose: apparecchiature ospedaliere e dispositivi acustici progettati per ridurre il rumore.
- Pianificazione degli spazi: creare ambienti di lavoro meno caotici e insonorizzati per il personale.
- Campagne di sensibilizzazione: educare sulla relazione tra rumore e salute, coinvolgendo cittadini e lavoratori.
Gli infermieri, che trascorrono molte ore in ambienti rumorosi e stressanti, sono particolarmente vulnerabili. Affrontare il problema del rumore significa non solo migliorare la qualità dell’assistenza, ma anche tutelare chi si prende cura degli altri, prevenendo condizioni potenzialmente letali come l’ictus.
Quel killer silenzioso.
Il rumore, troppo spesso considerato un fastidio inevitabile, si conferma un vero e proprio killer silenzioso. Investire nella riduzione del rumore negli ospedali e negli ambienti urbani è una sfida di salute pubblica che può fare la differenza, proteggendo la vita e il benessere di migliaia di persone ogni anno.
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