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TSRM costretti a fare gli Infermieri: autorizzati dalla Direzione Aziendale a fare venipunture con mezzo di contrasto.

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Accessi Venosi e somministrazione di mezzi di contrasto: il dibattito tra NurSind e la Direzione del P.O. San Giovanni Bosco.

Negli ultimi giorni, la segreteria aziendale del sindacato infermieristico NurSind ha sollevato un’importante questione riguardante la gestione degli accessi venosi e la somministrazione di mezzi di contrasto (MDC) all’interno dell’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli.

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Il dibattito nasce da una comunicazione ufficiale del 16 gennaio 2025, firmata dai responsabili medici della UOC Radiologia e Neuroradiologia, in cui si chiarisce che la responsabilità delle prestazioni con MDC spetta esclusivamente al medico radiologo. Tuttavia, il documento riconosce la possibilità per il radiologo di delegare al Tecnico Sanitario di Radiologia Medica (TSRM) sia il caricamento dell’iniettore che la venipuntura.

La posizione del NurSind.

In risposta a questa disposizione, il NurSind ha inviato una lettera ufficiale indirizzata ai vertici dell’ASL Napoli 1 Centro, contestando alcuni aspetti organizzativi e professionali della decisione. Il sindacato ribadisce la propria stima per i TSRM, ma evidenzia che:

  • Gli infermieri hanno una preparazione specifica per la gestione degli accessi vascolari e la somministrazione dei farmaci, oltre a una formazione sulle urgenze/emergenze rianimatorie.
  • La venipuntura è storicamente un’attività infermieristica e, in molti reparti ospedalieri, viene eseguita in autonomia senza deleghe.
  • Il personale infermieristico del San Giovanni Bosco lavora con turni ridotti, al punto che non si riesce a garantire la presenza costante di un infermiere dedicato a tali attività.

Per queste ragioni, il NurSind chiede l’apertura di un tavolo di discussione per ridefinire i ruoli e verificare quanti TSRM dell’organico abbiano effettivamente la specializzazione certificata per la venipuntura.

Un problema organizzativo e di sicurezza.

Il cuore della questione riguarda non solo la divisione delle competenze tra infermieri e TSRM, ma anche la sostenibilità del modello organizzativo attuale. La carenza di personale infermieristico rappresenta un rischio per l’efficienza e la sicurezza del paziente, specialmente in un ospedale con un pronto soccorso attivo 24 ore su 24.

Il NurSind evidenzia come sia paradossale che, mentre la venipuntura venga delegata ai TSRM, non si riesca a garantire un turno infermieristico stabile per queste attività.

Compotenze differenti.

Questa controversia riflette un problema più ampio nel sistema sanitario: la gestione delle competenze tra diverse figure professionali e la necessità di garantire un’organizzazione efficiente, senza scaricare responsabilità su categorie già sotto pressione.

L’auspicio del NurSind è che si arrivi a una soluzione condivisa che garantisca la sicurezza del paziente e il rispetto delle competenze di ogni professionista sanitario coinvolto.

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