TSLB. L’universo del POCT: la nuova frontiera della Medicina di Laboratorio.

Per POCT (Point of Care Testing) si intende tutti quei test effettuati al punto di assistenza del paziente, al di fuori del Laboratorio di Analisi, dovunque esista la necessità di cure mediche. I POCT rappresentano una modalità organizzativa decentrata della Medicina di Laboratorio, integrativa e non sostitutiva di quest’ultima; costituiscono una realtà estremamente varia ed ubiquitaria in rapida crescita, in grado di coinvolgere diverse tecnologie (test rapidi, biosensori, microfluidica e diagnostica molecolare), che ha assunto sempre più un ruolo chiave in Medicina, anche a causa della pandemia di COVID-19.

Le principali tipologie di POCT includono test diagnostici, di monitoraggio e di screening.

Una distinzione vede:

• POCT di emergenza, nell’ambito dell’assistenza territoriale (ambulatori di medicina generale o specialistica, guardia medica);
• POCT da ricovero, nell’ambito dell’assistenza sanitaria ospedaliera;
• POCT da Self Testing, nell’ambito della farmacia o utilizzati dai pazienti stessi.

Un’altra distinzione ancora vede: piccoli analizzatori (portatili o palmari) o da banco (fissi, di maggiori dimensioni).
Alcuni esempi di POCT sono: emogasanalizzatore (vedi foto), glucometro, INR portable monitor, TEG, test rapidi (es. test della Presepsina), esami molecolari in ambito microbiologico.

Un campione di sangue in siringa eparinata per emogasanalizzatore.

Essi consistono in apparecchiature che, con i loro innumerevoli vantaggi rispetto alle classiche strumentazioni di Laboratorio, stanno pian piano rivoluzionando la pratica clinica: vicinanza al luogo di cura o di necessità, risposta all’esigenza di ridurre il Turn Around Time, estrema semplicità d’uso, completa automazione, impiego di campioni senza pretrattamento, completa tracciabilità; riduzione delle spese di trasporto dei campioni, del volume di campione necessario e delle ripetizioni dei campioni difficili; risparmio del personale.

Essendo la rapidità di risposta la prima e fondamentale ragione d’essere dei POCT, la loro espansione è avvenuta in tutti gli ambiti dove è indispensabile assumere decisioni rapide (ps, reparti di emergenza, terapie intensive, chirurgie, cardiologia interventista). Possiamo trovare i POCT in: strutture sanitarie molto presidiate, ambiti dove c’è richiesta di diagnostica decentrata ed aree di crisi.

Oltre ai vantaggi, per i POCT sussistono anche svantaggi: addestramento del personale, aumento del costo per esame ed appropriatezza d’uso, variabilità preanalitica ed analitica; perdita del controllo della manutenzione, dell’uso degli strumenti e dei costi di gestione.
I POCT richiedono per la loro gestione:

• un Comitato Direttivo multidisciplinare, formato dai vari Direttori, Consulenti e Responsabili, che si occupa della valutazione della realtà locale e la giusta scelta per la gestione dei POCT;
• un Gruppo Operativo, formato da componenti
  multi-professionali e multi-disciplinari, che si occupa delle varie responsabilità e fornisce supporto alla valutazione e selezione degli strumenti POCT;
• Referenti di Struttura, ovvero infermieri e medici delle strutture periferiche, che si occupano della corretta applicazione delle procedure POCT nella propria struttura, provvedono al mantenimento qualitativo dello strumento e collaborano alla formazione.

Tra le diverse figure professionali coinvolte nella loro governance, risulta fondamentale soprattutto quella del POCT Manager, un Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico o un Consulente infermieristico, appartenente al Gruppo Operativo, responsabile del coordinamento di tutte le attività relative ai POCT. Al ruolo del POCT Manager, ad oggi, purtroppo non viene ancora dato risalto ed ufficializzazione in maniera uniforme e formale sul territorio, nonostante sia indispensabile per il governo e per il corretto funzionamento di queste innovative strumentazioni.

Dott.ssa Ilaria Rossini, TSLB

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