Troppe parole, pochi fatti.
L’Italia si colloca tra le nazioni europee come una delle migliori, grazie al suo clima, alla sua natura e alla sua cultura; tuttavia, non può vantare un’eccellente qualità della vita, specialmente in questo periodo storico in cui il sistema sanitario e quello giudiziario mostrano evidenti fragilità. Sebbene la pandemia da COVID-19 abbia avuto l’effetto di unire le forze, ha anche comportato una dispersione delle menti. Ritengo che situazioni analoghe non possano essere affrontate con la medesima efficacia, considerando non solo la disparità nel trattamento del personale sanitario ma anche le problematiche legate all’organizzazione del lavoro e alla distribuzione delle risorse economiche. Attualmente ci troviamo dinanzi a una realtà sanitaria che necessita urgentemente di miglioramenti attraverso una nuova riforma, tenendo conto degli errori commessi in passato che hanno favorito l’emergere di ruoli senza però fornire le basi necessarie per costruire un sistema sanitario adeguato a un contesto storico in continua evoluzione. Da mesi continuano a circolare articoli riguardanti il settore sanitario, in particolare relativi al personale infermieristico e medico, i quali generano e alimentano sentimenti negativi nei mass media, con ripercussioni anche nella vita quotidiana delle persone nelle piazze e negli ospedali.
La Politica tende a ignorare se stessa e i propri costi vivendo nell’illusione che i cittadini stiano godendo di un benessere, mentre molte famiglie si trovano ad affrontare difficoltà nel garantire cure adeguate. È fondamentale sviluppare una maggiore consapevolezza. Sembra che ci si preoccupi maggiormente di altri cittadini piuttosto che del popolo stesso o degli anziani, molti dei quali, con pensioni insufficienti, supportano figli e nipoti; mentre coloro che vivono da soli sono costretti a spendere tutti i propri risparmi per coprire spese mediche e farmaci, talvolta arrivando persino a rubare qualche scatoletta di tonno nei supermercati per far fronte alle necessità mensili. In tali circostanze possono essere ripresi dalle telecamere di sorveglianza e considerati ladri quando in realtà non lo sono. Sembra che l’attenzione sia rivolta verso interessi diversi, trascurando la salvaguardia della sanità pubblica, la quale coinvolge quotidianamente i cittadini attraverso visite specialistiche, esami diagnostici e controlli post-operatori. Vengono continuamente pronunciate parole di circostanza per incoraggiare il popolo a credere in un cambiamento quando in effetti la situazione sta peggiorando.
Per quanto concerne il Sud Italia, è impossibile fingere di non sapere la questione della costruzione di nuovi ospedali: finanziati da decenni ma ancora non realizzati; essi rimangono solo sulla carta diventando strumenti ad ogni tornata elettorale. Analogamente, le Case della Salute e gli Ospedali di Comunità così come le COT (Centrali Operative Territoriali) vengono presentati da nord a sud come soluzioni ai numerosi problemi senza considerare che nei servizi e nelle strutture esistenti manca personale sufficiente per garantire un’operatività adeguata. Pertanto, come si possono aprire queste nuove strutture senza personale? In alcune regioni persiste un forte campanilismo tra province o territori, ostacolando lo sviluppo culturale e sociale dell’intera area. È essenziale superare tali schemi arcaici per valorizzare il territorio nella sua unicità. Le decisioni riguardanti programmi e politiche sanitarie devono essere assunte collegialmente da tutte le figure professionali; è cruciale considerare la realtà operativa, poiché la situazione del sud non può essere equiparata a quella delle regioni del nord più sviluppate, specialmente in relazione all’emergenza. È fondamentale ripristinare i precedenti ambiti territoriali per facilitare gli interventi. Inoltre, è imperativo garantire che il territorio disponga dei servizi sanitari territoriali più importanti, fungendo da punti di riferimento sia per il primo soccorso che per assistenza sanitaria adeguata. Pertanto, è necessario dotare il territorio delle risorse umane, dei mezzi e delle strutture appropriate. Inoltre, è auspicabile ridurre al minimo la burocrazia per poter affrontare tempestivamente questioni facilmente risolvibili; questo richiede sensibilità e partecipazione attiva da parte degli operatori del diritto e della giurisprudenza.
È di fondamentale importanza prestare attenzione a tutti i fattori produttivi, oltre alle infrastrutture fisiche, considerando il personale come un elemento attivo e decisivo nel sostenere la medicina territoriale attraverso l’assistenza quotidiana. Spesso si dedica poca attenzione al personale; in un contesto storico sempre più complesso come quello attuale, è necessario riflettere su salari che frequentemente sfiorano la soglia della miseria. Come si può discutere di famiglia e crescita demografica se una persona fatica a vivere in modo dignitoso?
Le altre Istituzioni sembrano trascurare il continuo declino della Sanità, come se non fosse una questione di rilevanza collettiva; in realtà, la salute rappresenta un problema che riguarda tutti noi. Pertanto, considero indispensabile interrompere le conversazioni informali tra di noi nelle corsie o durante i cambi di turno; è giunto il momento di esprimerci in modo concreto e democratico, utilizzando tutti gli strumenti previsti dalla legislazione vigente.
È tempo di prendere coscienza delle nostre condizioni professionali, la vita è unica, e oltre all’orgoglio di appartenere a questa grande famiglia, molti di noi hanno una famiglia e dei figli: per loro dobbiamo cercare di costruire un futuro migliore. Quale futuro stiamo realmente modellando per i nostri figli se ci troviamo a rasentare la povertà? Viviamo giorno dopo giorno con appena il necessario; credo sia essenziale prendere consapevolezza della situazione attuale. Dobbiamo iniziare a ricostruire questa nostra professione affinché possa essere al passo con i tempi moderni, senza dimenticare quanto già realizzato fino al 2018.
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