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Trasfusione di sangue errata: qual è la posizione dell’infermiere?

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Contesto normativo e importanza della sicurezza delle cure.

La somministrazione di sangue ed emoderivati è un’attività critica nella pratica clinica, considerata essenziale per la sua capacità salvavita. Tuttavia, comporta rischi significativi che necessitano di un’attenta gestione e prevenzione. Con la Legge Gelli del 2017, è stata sottolineata l’importanza della sicurezza delle cure come parte del diritto alla salute e della responsabilità condivisa tra tutti i professionisti sanitari.

Ruolo dell’Infermiere nel processo trasfusionale.

Gli infermieri sono coinvolti in numerosi passaggi del processo trasfusionale, ciascuno dei quali può essere critico per evitare errori:

  1. Valutazione del Paziente: Identificazione corretta del paziente, valutazione delle sue condizioni e preparazione per la trasfusione.
  2. Ordine dell’Emocomponente: Richiesta e ricezione dell’emocomponente, compilazione della documentazione necessaria.
  3. Prelievo Pretrasfusionale: Raccolta e invio dei campioni di sangue per i test di compatibilità.
  4. Ricezione dell’Unità di Sangue: Verifica della corrispondenza tra i dati del paziente e quelli dell’unità di sangue ricevuta, controllo della data di scadenza e dell’integrità della sacca.
  5. Somministrazione: Predisposizione dell’accesso venoso, monitoraggio costante del paziente durante la trasfusione, rilevazione dei parametri vitali e risposta tempestiva a eventuali reazioni avverse.
  6. Monitoraggio: Osservazione continua del paziente per rilevare e gestire eventuali reazioni avverse durante e dopo la trasfusione.

Errori trasfusionali e responsabilità.

Gli errori trasfusionali possono avere conseguenze gravi, compresa la morte del paziente. La giurisprudenza italiana ha trattato diversi casi di errore trasfusionale, evidenziando la responsabilità degli infermieri in molte situazioni:

  • Tribunale di Torino: Condanna per omicidio colposo a causa di una trasfusione di sangue incompatibile dovuta al mancato controllo della sacca.
  • Tribunale di Massa: Condanna per omicidio colposo per trasfusione con sangue incompatibile, con l’infermiera che si è accollata la responsabilità.
  • Tribunale di Firenze: Caso di lesioni colpose non proceduto per mancanza di querela, ma con evidenti condotte negligenti durante la trasfusione.

Prevenzione e gestione del rischio.

Le Raccomandazioni Ministeriali n. 5 del 2008 forniscono linee guida per prevenire le reazioni trasfusionali da incompatibilità AB0. Alcuni punti chiave includono:

  1. Identificazione Corretta del Paziente: Utilizzo di braccialetti con codice a barre per ridurre gli errori.
  2. Controllo Incrociato: Verifica con il medico dei dati identificativi e della corrispondenza tra emogruppo del ricevente e dell’unità di sangue.
  3. Infusione Lenta Iniziale: Infusione lenta nei primi 15 minuti per monitorare eventuali reazioni.
  4. Monitoraggio Continuo: Osservazione costante del paziente durante e dopo la trasfusione.
  5. Registrazione in Cartella Clinica: Documentazione accurata dell’esito della trasfusione.

Formazione e consapevolezza.

Gli infermieri devono essere costantemente aggiornati sulle metodiche di riconoscimento del paziente, ispezione delle unità di sangue, e verifica di corrispondenza dei dati. Devono essere predisposti programmi di audit e registri per la segnalazione degli eventi avversi, con linee guida facilmente reperibili per la gestione di tali eventi.

Consenso informato.

È fondamentale ottenere il consenso informato del paziente, spiegando i rischi connessi alla trasfusione e le alternative disponibili. Per i minori e incapaci, il consenso deve essere fornito dai titolari della potestà genitoriale o da un tutore nominato dal giudice.

Responsabilità nella prevenzione degli errori nella trasfusione.

L’infermiere ha una responsabilità significativa nella prevenzione degli errori trasfusionali attraverso l’attenta esecuzione dei vari passaggi del processo trasfusionale, il monitoraggio continuo del paziente, e la collaborazione stretta con i medici. L’aderenza alle linee guida e alle best practice è essenziale per garantire la sicurezza del paziente e prevenire eventi avversi.

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