Suicidio tra Infermieri: un tabù di cui parlare di più.

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Il suicidio rappresenta una delle principali cause di morte a livello mondiale, con oltre un milione di vittime ogni anno. Quando si parla di suicidio tra i professionisti sanitari, e in particolare tra gli infermieri, il tema resta spesso in ombra, nonostante i dati della comunità scientifica mostrino una preoccupante prevalenza di questo tragico fenomeno.

Un rischio maggiore per gli Infermieri.

Un recente studio pubblicato sul The British Journal of Psychiatry ha rivelato che gli infermieri hanno un rischio significativamente maggiore di suicidio rispetto alla media della popolazione. Tra il 2011 e il 2015, il rapporto standardizzato di mortalità (SMR) per le infermiere era di 123, indicando un eccesso di mortalità rispetto alla popolazione generale. Questo dato è comparabile a quello di altre categorie ad alto rischio come gli artisti e il personale di bar, ma resta allarmante.

Perché gli Infermieri sono a rischio?

1. Carichi di lavoro e condizioni di lavoro.

Gli infermieri affrontano quotidianamente un aumento dei carichi di lavoro e un numero crescente di pazienti, dovuto all’invecchiamento della popolazione e all’aumento delle patologie croniche. Le carenze di personale portano a turni prolungati e una pressione costante, spesso con stipendi insufficienti rispetto agli sforzi profusi.

2. Violenza e stress.

La violenza verbale e fisica nei confronti degli infermieri è in aumento, contribuendo ulteriormente allo stress e alla fatica. Gli infermieri lavorano in ambienti ad alta intensità emotiva e fisica, affrontando emergenze e situazioni di crisi, il che può esaurire le risorse psicologiche e fisiche.

3. Riconoscimento e compenso.

Gli infermieri sono spesso sottovalutati e il loro ruolo è percepito come meno significativo rispetto a quello dei medici. Questa mancanza di riconoscimento e il basso compenso economico possono contribuire all’insoddisfazione e al burnout.

4. Condizioni di lavoro e famiglia.

La difficoltà di conciliare il lavoro con la vita familiare è un altro fattore di stress. Gli infermieri, soprattutto le donne, spesso devono gestire sia le responsabilità professionali che familiari, creando un conflitto che può aggravare la loro salute mentale.

5. Stress psicologico e fisico.

L’ambiente ospedaliero è intrinsecamente stressante. Gli infermieri sono esposti a rischi biologici, chimici e radiologici, e il loro lavoro richiede di affrontare costantemente la morte e la malattia, elementi che possono alimentare il senso di impotenza e depressione.

Dati internazionali e ricerche recenti.

Studi internazionali confermano il problema. Ad esempio, un’indagine condotta in Cina tra il 2007 e il 2016 ha identificato 46 suicidi tra infermieri, con una predominanza tra i 21 e i 30 anni. Un altro studio condotto in Australia ha evidenziato che gli infermieri con facile accesso ai farmaci hanno un rischio di suicidio maggiore del 62% rispetto ad altri professionisti sanitari.

Negli Stati Uniti, gli infermieri mostrano un’incidenza di suicidio più elevata rispetto alla media nazionale, con l’avvelenamento da farmaci come metodo predominante. Questo è confermato anche da dati in San Diego, dove gli infermieri utilizzano frequentemente farmaci per suicidarsi.

Iniziative di prevenzione.

Per affrontare questa crisi, il programma HEAR (The Healer Education, Assessment, and Referral Program) è stato sviluppato per identificare i rischi tra i professionisti sanitari e offrire supporto. Questo programma si concentra su educazione, valutazione e consulenza specialistica, con l’obiettivo di prevenire il suicidio e migliorare il benessere psicologico degli infermieri.

Serve parlarne.

La problematica del suicidio tra infermieri è un argomento che necessita di maggiore attenzione e intervento. È cruciale riconoscere e affrontare i fattori di rischio legati alla professione infermieristica, migliorare le condizioni lavorative e garantire il giusto supporto psicologico. Solo attraverso una maggiore consapevolezza e azioni concrete sarà possibile ridurre il rischio di suicidio e sostenere adeguatamente chi lavora in uno dei ruoli più essenziali e sfidanti del sistema sanitario.

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