Dom. Set 1st, 2024
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Aodi: «Il valore dello sport, inteso nel suo significato più puro, sia di esempio e stimolo per la politica di casa nostra, chiamata ad un rinnovamento di mentalità, per cancellare sempre di più le differenze sociali».

«I Giochi Olimpici appena conclusi rappresentano molto di più di una semplice competizione che ha visto impegnati, per un appuntamento con la storia, in svariate discipline, atleti provenienti da tutto il Pianeta. 

Innanzitutto, a nome di Amsi, Associazione Medici Stranieri in Italia, e naturalmente di Usem, Unione Sportiva Euromediterranea, nell’ambito del Movimento Internazionale Uniti per Unire, dobbiamo rivolgere le nostre più sentite congratulazioni a tutti i nostri atleti italiani, sia quelli che ci hanno regalato una delle prestigiose 40 medaglie conquistate, sia coloro che, pur non portando a casa nessun riconoscimento, hanno contribuito a tenere alto il nome dell’Italia nel mondo dello sport.

A tutti gli atleti arrivi forte il ringraziamento da parte di tutti i nostri rappresentanti, sia all’interno di Uniti per Unire che di Usem, in particolar modo da parte mia e di Massimo Amitrano e del Dott. Nadir Aodi, rispettivamente Presidente e Vice Segretario Unione Sportiva Euromediterranea. 

C’è naturalmente qualcosa su cui tutti noi, e in particolar modo gli esponenti delle politiche sociali e sportive, devono riflettere, a conclusione di una nuova storica avventura olimpica.

Sono ben felice, a nome delle associazioni che ho fondato e che presiedo, di riconoscere che a trionfare è stato ancora una volta il valore più puro e più assoluto dello sport, inteso come aggregazione sociale, pari opportunità, integrazione, dialogo tra i popoli, e dove il confronto fra atleti di tante nazionalità diverse, al di là del paese di origine e della religione professata, ha contribuito ad avvicinare le persone, soprattutto i più giovani, regalandoci, come è giusto che sia, l’esaltazione del significato più vero dei Giochi Olimpici.

Olimpiadi non significa, naturalmente, solo atleti in campo o in pista, e quando parliamo di atleti ci riferiamo anche a quelli di origine straniera, ma anche i tifosi provenienti da ogni parte del mondo hanno la loro importanza e il loro valore, ognuno con le proprie bandiere, ognuno con i propri sogni, ma legati l’uno con l’altro da un filo indissolubile che nessuno potrà mai spezzare, rappresentato dall’eccezionale significato dello sport, inteso come aggregazione sociale e integrazione, soprattutto strumento di legame di nazionalità diverse, religioni differenti, ma anche avvicinamento e azzeramento delle disparità ancora esistenti tra uomini e donne.

Perché lo sport è anche esaltazione del valore femminile, inteso come forza, coraggio, libertà, per portarci a riflettere sui diritti delle donne e su temi attuali come la lotta alla violenza fisica e psicologica nei confronti del genere femminile. 

Come Amsi, sin dall’origine della nostra associazione avvenuta nel lontano 2000, abbiamo sempre sottolineato, con forza, come secondo noi, dal punto di vista della mentalità della nostra popolazione, sia italiana che di origine straniera, quindi in base al comportamento della collettività di casa nostra, il Bel Paese non può assolutamente essere definito razzista. Non lo è e non lo sarà mai: difenderemo sempre con coraggio questo principio.

E allora, quando si verificano episodi poco piacevoli, quando si generano polemiche che danno adito a contrasti e differenze sociali, la responsabilità è da addossare senza alcun dubbio al pressappochismo di una politica che troppo spesso si perde in diatribe e scontri che potrebbero essere tranquillamente evitati. 

Anzi che dovrebbero sparire dall’azione e dal pensiero chi fa attività politica ogni giorno e dovrebbe intenderla come moralità, trasparenza, impegno per il bene della collettività, per una crescita prima di tutto sociale. 

Come Amsi e Uniti per Unire, da sempre, e non smetteremo di farlo, invitiamo la politica a non sprecare energie in leggi che alla fine si rivelano controproducenti e che danno adito a divisioni e contrasti. La parola razzismo non vogliamo proprio usarla, i nostri politici non lo sono, ma certe azioni rischiano di condurci sulla strada sbagliata.

La politica italiana deve trovare la forza, anche attraverso il valore dello sport, di favorire l’integrazione sociale, di cancellare le barriere economiche, dando peso alle qualità sia della collettività, sia del singolo, al di là dell’origine geografica e della religione professata di ognuno.

Amsi e Uniti per Unire, da tempo, si battono, per l’integrazione dei cittadini di origine straniera, ma deve essere la politica con la sua ritrovata moralità a favorire ancora di più questo indispensabile processo, che serve come il pane per la crescita dell’intero Sistema Italia.  

Rispetto ad altri paesi a noi vicini siamo notevolmente indietro, questo va riconosciuto: nelle altre nazioni del Vecchio Continente ci sono molti più ministri di origine straniera, i cittadini immigrati, sia quelli nati all’estero, sia quelli figli e nipoti di immigrati, quindi nati in Europa, provenienti da Asia, Africa o America Latina, hanno vantaggi e riconoscimenti maggiori dal punto di vista legislativo, non devono combattere e sudare per integrarsi, rispettano le origini familiari, ma sono ben consapevoli di dover vivere e imparare le regole e la storia del paese che li ospita o di quello in cui sono nati. 

La valorizzazione delle competenze, in paesi dove l’immigrazione è parte del tessuto sociale, vedi ad esempio Germania, Regno Unito, Belgio e Francia, è molto più radicata.

Ed allora anche la politica italiana, grazie anche all’esempio delle recenti Olimpiadi, impari a mirare ad una indispensabile svolta culturale, ad un indispensabile cambio di mentalità.

Questo deve verificarsi a tutti livelli, nella stessa politica, nell’economia, in particolar modo anche nelle professioni sanitarie.

Non posso dimenticare che ai tempi del Governo Prodi, ci fu per me la possibilità di collaborare con le istituzioni in veste di tecnico, insieme ad altri valenti professionisti, e questo non avvenne. 

Allora occorre perseguire la strada del rinnovamento, uscendo dal guscio di una mentalità politica che non può e non deve fomentare le differenze e gli scontri, ma mettere tutti sullo stesso piano, con il talento e le competenze come unico metro di misura, al di là delle origini e della religione professata. 

La politica trovi nuovi obiettivi, persegua un cambiamento di mentalità, non cada nel tranello del vittimismo, che finisce con l’essere scambiato come razzismo e discriminazione, si dia una svecchiata, un rinnovamento. 

Da parte nostra, come associazionismo, non abbasseremo mai la guardia: attraverso una comunicazione e un giornalismo che cercano la verità e il confronto, attraverso dibattiti e convegni che avvicinano i professionisti, attraverso collaborazioni prestigiose, attraverso lo stesso sport come salute, benessere, aggregazione sociale, come educazione alla crescita delle nuove generazioni, come strumento di dialogo e di pari opportunità, come lotta al bullismo, non smetteremo mai di fare la nostra parte, sostenendo l’integrazione tra l’Italia e i nostri paesi di origine».

Così il Prof. Foad Aodi, Presidente dell’ UMEM, Unione Medica Euromediterranea, esperto di salute globale, corrispondente dall’Italia per prestigiose testate straniere, Presidente di Amsi, Associazione Medici di Origini Straniera in Italia, del Movimento Internazionale Uniti per Unire, Usem, Unione Sportiva Euromediterranea, di Co-mai, Comunità del Mondo Arabo in Italia, direttore sanitario e portavoce della Nazionale del Regno delle due Sicilie, corrispondente dall’Italia per Agenzie di Stampa, giornali e Tv di  Paesi Arabi e del Golfo, nonché docente all’Università di Tor Vergata e già 4 volte Consigliere dell’Ordine di Roma e membro registro esperti della Fnomceo e ancora direttore sanitario del Centro Medico Iris Italia.

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