SPDC di Potenza: il silenzio che ferisce, la voce della FIALS che resiste.
Nel corridoio stretto dello SPDC di Potenza l’aria è pesante. Non solo per il lavoro difficile, non solo per il dolore che ogni giorno attraversa quelle stanze. È l’aria di chi si sente dimenticato.
Gli operatori sanitari, uomini e donne che ogni giorno si prendono cura di chi soffre, lavorano circondati da muri consumati dal tempo e da una sicurezza che, semplicemente, non c’è.
Nonostante le aggressioni, nonostante gli allarmi lanciati, il mondo fuori continua a far finta di non vedere.
La FIALS di Potenza non ci sta.
Oggi rilancia la sua denuncia, con ancora più forza, dopo aver già sostenuto la voce della Segreteria Regionale.
Una denuncia che parla di abbandono, di promesse mai mantenute, di istituzioni troppo lontane per accorgersi della fatica di chi ogni giorno combatte una battaglia silenziosa.
Dalle parole dell’ASP sono arrivate rassicurazioni: piani di sicurezza, protocolli, impegni a prevenire.
Ma tra chi lavora davvero nei reparti, di quei piani e di quelle promesse non si vede traccia concreta.
Eppure, già molto tempo fa, la FIALS aveva formalmente chiesto l’attivazione del confronto obbligatorio previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, per definire insieme ai rappresentanti dei lavoratori le misure di prevenzione delle aggressioni.
Un confronto che avrebbe dovuto portare all’adozione di Linee guida chiare, con la definizione delle azioni di tutela e protezione del personale.
Quel confronto, previsto dal CCNL, non è mai stato avviato.
Nessun tavolo di discussione, nessun protocollo condiviso, nessuna formazione specifica per gestire il rischio aggressioni.
Solo ritardi e disattenzioni.
“Come FIALS,” racconta Giuseppe Costanzo, Segretario Generale Provinciale, “abbiamo chiesto il confronto previsto dal contratto nazionale.
Non siamo mai stati convocati. Non si è mai voluto costruire un vero percorso per la sicurezza.”
Nel frattempo, la situazione reale dentro lo SPDC è diventata sempre più drammatica.
La struttura presenta criticità gravissime: ambienti inadeguati, spazi angusti che non garantiscono percorsi separati o aree protette.
A questo si somma una cronica carenza di infermieri, costretti a coprire turni senza personale sufficiente.
E come se non bastasse, il sovraffollamento dei ricoverati ha superato da tempo ogni limite sostenibile, trasformando il reparto in una polveriera pronta a esplodere.
“Chi lavora allo SPDC – denuncia ancora la FIALS – ogni giorno è esposto a rischi altissimi, in condizioni ambientali indegne di un servizio pubblico.”
Nonostante i ripetuti solleciti inviati all’allora Direttore Generale Antonello Maraldo, non si è mai registrata una sua visita al reparto SPDC di Potenza.
Mai un sopralluogo, mai un confronto diretto con chi denunciava una situazione esplosiva.
“Abbiamo chiesto più volte che il Direttore venisse a vedere con i suoi occhi,” ricorda Costanzo.
“Nessuna risposta. Nessuna presenza. Solo silenzio.”
E lo stesso silenzio si è ripetuto anche dopo.
Nonostante l’ASP sostenga di aver svolto sopralluoghi, il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza della FIALS – che aveva formalmente chiesto di essere coinvolto – non è mai stato contattato né informato.
“Oggi chiediamo chiarezza,” incalza Costanzo.
“Chi ha effettuato il sopralluogo? Quando è stato fatto? Perché è stato escluso il nostro rappresentante?”
A tutto questo si aggiunge la gestione paradossale degli eventi successivi alla visita della Presidente della IV Commissione Sanità.
Invece di avviare un processo di miglioramento, l’ASP decise di aprire procedimenti disciplinari contro tre infermieri, accusati soltanto di aver consentito l’accesso al reparto.
Un gesto con gravi conseguenze, successivamente archiviato, ma che lasciò ferite profonde.
Soltanto dopo arrivò l’audizione davanti alla IV Commissione, durante la quale la FIALS illustrò dettagliatamente le condizioni del reparto.
Un’audizione che sembrava promettere attenzione e cambiamento.
E invece, da allora, non abbiamo avuto notizie di alcun consigliere regionale, né di maggioranza né di opposizione, che si sia recato a visitare lo SPDC.
Non una verifica, non una presa d’atto diretta della gravità della situazione.
Intanto, dietro quelle porte, la tensione cresce.
Le aggressioni, minimizzate come “episodi non frequenti”, sono diventate normalità costruita sull’abbandono.
Oggi, con una voce che non si spegne, la FIALS di Potenza chiede al Presidente della Regione Vito Bardi e all’Assessore alla Salute Cosimo Latronico di andare a vedere di persona:
“Venite a vedere. Venite ad ascoltare chi ogni giorno rischia. Venite a toccare con mano ciò che è stato troppo a lungo ignorato,” lancia l’appello Costanzo.
Perché chi lavora nello SPDC non chiede miracoli.
Chiede solo rispetto. Chiede solo sicurezza vera. Chiede di non essere lasciato, per l’ennesima volta, da solo.
E ci auguriamo, con forza e fiducia, che anche l’attuale Direttore Generale facente funzioni voglia recarsi personalmente a visitare il reparto e convochi le OO.SS. per definire finalmente le Linee guida per l’adozione di misure di prevenzione delle aggressioni sul lavoro, con definizione delle azioni di tutela e protezione del personale.
Solo presenza, ascolto e azione concreta possono dare finalmente risposte a chi da troppo tempo aspetta.La FIALS, conclude Costanzo, sarà al fianco di chi combatte, fino al giorno in cui la sicurezza sarà una realtà e non più un miraggio.
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