Sicurezza della persona assistita e delle cure: innovazione e prevenzione a tutela della salute.
Si è tenuto oggi presso l’Istituto superiore di sanità (ISS) l’evento celebrativo della VI Giornata nazionale della sicurezza della persona assistita e delle cure. Lo scopo dell’iniziativa è il coinvolgimento dei professionisti sanitari, sociosanitari, e le associazioni dei cittadini, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla rilevanza delle strategie per la sicurezza delle cure e della persona assistita, riconoscendo gli aspetti organizzativi dell’erogazione delle cure alla base di un percorso assistenziale sicuro.
“Fai la cosa giusta e rendila sicura!” non è solo lo slogan della Giornata, ma rappresenta anche un forte richiamo per coloro che si dedicano quotidianamente alla salute dei cittadini. L’incontro, organizzato dalla Federazione nazionale degli Ordini delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (FNO TSRM e PSTRP), in collaborazione con il Centro nazionale clinical governance dell’ISS, ha posto al centro della discussione la prevenzione degli errori in sanità, al fine di garantire trattamenti tempestivi e appropriati.
Teresa Calandra, Presidente della FNO TSRM e PSTRP, aprendo i lavori, ha sottolineato che «la sicurezza della persona assistita e delle cure è una priorità per la salute globale, è un tema centrale per tutti i professionisti sanitari e coinvolge tutte le aree: prevenzione, diagnosi, terapia, riabilitazione e cura. “Non nuocere” è il principio più importante per qualsiasi servizio sanitario. Tuttavia, i dati statistici e la letteratura mostrano che il peso dei danni prevenibili alle persone assistite è enorme. Dobbiamo lavorare affinché la maggior parte degli errori che provocano danni che non derivano dalle pratiche di un singolo professionista sanitario o di un gruppo di questi, ma piuttosto da fallimenti nel sistema o nei processi che portano tali professionisti a commettere errori, possano essere prevenuti per la salute globale. Lavorare in questa direzione, certamente contribuirà a recuperare la fiducia tra operatori sanitari e cittadini e viceversa, soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo, in cui le aggressioni verso il personale sanitario sono sempre più frequenti. La giornata di oggi rappresenta un’importante opportunità per riflettere congiuntamente; per questa ragione, assume un valore particolare il focus interdisciplinare che coinvolge le Federazioni ed i Consigli nazionali delle professioni sanitarie e sociosanitarie, nonché i rappresentanti dei cittadini e delle Istituzioni della sanità. La nostra Federazione nazionale rappresenta 18 delle 30 professioni sanitarie, con circa 160mila colleghe e colleghi, e siamo convinti che ognuno/a di loro contribuisca con le proprie competenze specifiche alla sicurezza complessiva, alla centralità della persona assistita e alla riduzione degli errori evitabili (prevedibili e prevenibili)».
Rocco Bellantone, Direttore dell’ISS, nel suo messaggio di saluti ha sottolineato che: «la sicurezza dell’assistito è un pilastro fondamentale della qualità delle cure ed è un diritto inalienabile di ogni persona. In un mondo in rapida evoluzione, con sistemi sanitari sempre più complessi, è nostro dovere garantire che la sicurezza rimanga al centro di ogni nostra azione e decisione. In quest’ottica, il nostro Istituto svolge un ruolo chiave nel promuovere e coordinare le iniziative volte a migliorare la sicurezza e la qualità delle cure in tutto il sistema sanitario nazionale. Oggi, più che mai, riconosciamo l’importanza di un approccio olistico alla sicurezza delle cure. Non si tratta solo di evitare errori medici, ma di creare un ambiente in cui pazienti, operatori sanitari e strutture lavorino in sinergia per ottenere i migliori risultati possibili, promuovendo questa cultura della sicurezza a tutti i livelli del sistema sanitario».
L’Italia è uno dei Paesi con la più alta aspettativa di vita al mondo e si trova di fronte a sfide significative per il futuro del suo sistema sanitario. Si stima che entro il 2050 gli ultrasessantacinquenni rappresenteranno il 35,9% della popolazione, con un’aspettativa di vita media di 82,5 anni. Sebbene questa longevità rappresenti un traguardo importante, la bassa natalità e l’invecchiamento della popolazione pongono questioni urgenti di sostenibilità economica e di gestione della salute pubblica.
Con l’aumento delle malattie cronico-degenerative, caratteristica principale dell’epidemiologia contemporanea, cresce anche la domanda di cure sanitarie. Questo scenario si intreccia con il progressivo invecchiamento del personale sanitario: dal 2010 al 2021, la percentuale di lavoratori over 55 è aumentata del 6,5%. Il settore è messo sotto pressione, rendendo necessario un ripensamento organizzativo per affrontare al meglio le sfide legate all’aumento delle richieste e ai carichi di lavoro. In particolare, i rischi psicosociali, tra cui stress, burnout e problemi legati all’equilibrio vita-lavoro, stanno diventando sempre più critici.
Uno dei punti centrali della Giornata, le cui relazioni sono state curate dal Gruppo del rischio e sicurezza in sanità (GReSS) della FNO TSRM e PSTRP, coordinato da Matteo Migliorini, è stato il tema degli errori diagnostici, che rappresentano circa il 16% dei danni prevenibili in ambito sanitario. Un errore diagnostico può avere conseguenze devastanti per gli assistiti, come trattamenti errati o ritardati, che aumentano i rischi clinici e compromettono la fiducia nel sistema sanitario.
L’OMS distingue chiaramente due categorie di fattori che influenzano la sicurezza diagnostica: i fattori sistemici, come la cattiva organizzazione o la comunicazione inefficace, e i fattori cognitivi, legati alla formazione e all’esperienza. Questi fattori, uniti agli errori latenti presenti nelle strutture sanitarie, possono portare a errori attivi o violazioni, con conseguenze anche gravi. Se non si agisce proattivamente per gestire questi rischi, il sistema sanitario resterà vulnerabile a eventi avversi.
Per ridurre questi errori, è necessario agire su più livelli. Il monitoraggio costante delle apparecchiature diagnostiche, l’aggiornamento tecnologico e l’adozione di nuove tecnologie, l’impiego dell’intelligenza artificiale (IA) giocano un ruolo fondamentale. L’IA permette ai professionisti di migliorare la precisione delle diagnosi, riducendo i tempi di esecuzione degli esami e ottimizzando le risorse. Tuttavia, l’IA non sostituisce mai il giudizio tecnico, ma fornisce un supporto per migliorare le decisioni cliniche e ridurre gli errori cognitivi.
In quest’ottica, anche la valutazione funzionale, adoperata nel campo della riabilitazione, favorisce una diagnosi più sicura. Si tratta di valutare le caratteristiche motorie, cognitive e psicologiche della persona assistita, e permette di individuare i bisogni specifici e pianificare interventi adeguati e personalizzati. Una corretta valutazione funzionale riduce il rischio di errori e migliora la sicurezza complessiva del percorso di cura.
Un altro aspetto chiave emerso durante l’evento è l’importanza di una comunicazione efficace. La chiarezza nella relazione tra professionisti sanitari e assistiti e caregiver, nonché all’interno dei team interprofessionali, è essenziale per ridurre i rischi clinici. Adottare una comunicazione chiara e trasparente consente di comprendere meglio i percorsi diagnostici e terapeutici, favorendo una maggiore partecipazione e fiducia nei confronti delle cure ricevute.
Investire nella formazione continua per sviluppare soft skills, la gestione dello stress e il lavoro di squadra, è essenziale per migliorare la sicurezza del sistema sanitario. La condivisione degli errori e una cultura orientata al miglioramento continuo contribuiscono a rafforzare la sicurezza sia per gli assistiti sia per gli operatori della salute.
Hanno moderato l’evento Velia Bruno, Direttore del Centro nazionale clinical governance (ISS) e Matteo Migliorini,Coordinatore del gruppo GReSS della FNO TSRM e PSTRP. Durante la giornata sono intervenuti Roberta Massa, delegata per il Comitato centrale della FNO TSRM e PSTRP, Danilo Aragno, Federazione nazionale dei Chimici e dei Fisici, Rita Petrina, Federsanità ANCI, Luigi D’Ambrosio Lettieri, Federazione nazionale Ordini Farmacisti italiani, Valeria Fava, Cittadinanzattiva, Loredana Gigli, Federazione nazionale Ordini Fisioterapisti, Gaetana Ferri, Federazione nazionale Ordini Veterinari italiani, Roberto Monaco, Federazione nazionale Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Mirella Silvani, Consiglio nazionale degli Assistenti sociali, Barbara Summo, Consiglio nazionale Ordine Psicologi, Silvia Vaccari, Federazione nazionale degli Ordini della professione di Ostetrica e Maurizio Zega, Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche.
L’iniziativa si è conclusa con la conferma dell’impegno dei professionisti sanitari e delle Istituzioni a lavorare per un sistema sanitario più sicuro, garantendo affidabilità nei processi diagnostici sollecitando e implementando interventi preventivi e trattamenti efficaci, rispondendo così ai bisogni di salute della persona assistita in maniera equa, tempestiva e adattata alle proprie condizioni. Infine, la Presidente Calandra ha espresso soddisfazione per l’impegno dell’ISS a coinvolgere tutte le Federazioni e Consigli nazionali delle professioni sanitarie e sociosanitarie sui temi che attengono le linea guida e le buone pratiche in sanità.
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