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Sì Cobas Calabria. Crisi del Pubblico Impiego: salari in declino e sanità al collasso.

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Negli ultimi anni, il pubblico impiego, in particolare il settore sanitario, ha subito un progressivo impoverimento economico che si riflette direttamente sulle condizioni di lavoro e sulla qualità dell’assistenza ai cittadini. I contratti collettivi firmati negli ultimi anni si sono limitati a inseguire l’inflazione, senza mai riuscire a garantire un reale incremento del potere d’acquisto. Oggi, gli stipendi degli operatori sanitari italiani sono tra i più bassi dell’Unione Europea, una situazione che non solo penalizza i lavoratori, ma mina l’intero sistema sanitario.

Il declino del potere d’acquisto e la privatizzazione del Welfare.

L’aumento del costo della vita e la mancata rivalutazione salariale hanno reso insostenibile la situazione economica di molti dipendenti pubblici. Nel settore sanitario, l’esternalizzazione dei servizi ai privati non ha migliorato la sostenibilità del sistema, ma ha piuttosto favorito il profitto di pochi, a scapito della qualità dell’assistenza e delle condizioni lavorative.

A livello sociale, la riduzione del welfare e il crescente ricorso al privato stanno erodendo la fiducia dei cittadini nel servizio sanitario pubblico. Tempi di attesa sempre più lunghi, carenze di personale e un’organizzazione inefficiente aggravano ulteriormente il quadro generale.

La fuga dal settore e il fenomeno del Burnout.

Di fronte a questa crisi, molti lavoratori scelgono di lasciare il settore pubblico, contribuendo a un circolo vizioso di carenza di personale e peggioramento delle condizioni di lavoro. L’abbandono della professione, la crisi delle vocazioni e l’invecchiamento della forza lavoro sono segnali di un malessere diffuso. Il fenomeno del burnout tra gli operatori sanitari è in costante aumento, con conseguenze drammatiche sia per i lavoratori che per i pazienti.

Il ruolo delle Organizzazioni Sindacali.

Le organizzazioni sindacali, come il Sì Cobas, che dovrebbero tutelare i lavoratori, negli ultimi contratti non hanno posto al centro della discussione l’aumento salariale. Pur lamentando la scarsità di fondi stanziati dai governi, non hanno promosso mobilitazioni efficaci, lasciando i lavoratori senza strumenti di lotta. Anziché unire le forze per rivendicare diritti e miglioramenti, le sigle sindacali sembrano più impegnate in dispute interne e nella gestione degli incarichi piuttosto che nella difesa collettiva.

Un sistema da riformare urgentemente.

La sanità pubblica italiana necessita di un cambio di rotta radicale. Senza investimenti reali sui salari, sulla formazione e sulle condizioni di lavoro, il rischio è quello di un collasso del sistema, con ripercussioni gravissime sulla salute pubblica. La mobilitazione dei lavoratori e una riforma strutturale del settore sono ormai indispensabili per garantire un futuro sostenibile alla sanità italiana.

Il dibattito è aperto: i lavoratori del pubblico impiego sono pronti a lottare per i propri diritti o continueranno a subire in silenzio?

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