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Scandalo nelle strutture per anziani: infermieri costretti al silenzio e terapie somministrate dagli OSS.

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Una ex-Responsabile delle Attività Assistenziali (RAS) di una nota Azienda Servizi alla Persona (ASP) ha deciso di rompere il silenzio e raccontare ad Assocarenews.it una realtà inquietante che riguarda molte strutture per anziani.

“Costringevo gli infermieri a preparare le terapie e a farle somministrare dagli OSS”, confessa l’ex coordinatrice infermieristica. Un sistema, racconta, pensato per risparmiare sul personale sanitario e ottenere il favore della direzione. Un’abitudine radicata e pericolosa, che ha portato giovani infermieri precari a subire in silenzio, temendo ripercussioni sul posto di lavoro.

Un sistema basato sul risparmio, a discapito della sicurezza.

Il racconto della RAS è agghiacciante. L’obiettivo primario della struttura non era garantire cure adeguate, ma ottimizzare i costi, delegando agli Operatori Socio Sanitari (OSS) mansioni che non rientrano nelle loro competenze.

“All’inizio mi sentivo uno schifo, ma poi ci ho fatto l’abitudine”, racconta. “Sono diventata insensibile, proprio come la direzione”. Un meccanismo perverso che, negli anni, ha trasformato strutture assistenziali in meri centri di gestione economica, dove la salute dei pazienti passa in secondo piano rispetto ai tagli di bilancio.

Quando la coscienza si risveglia: la denuncia e l’estromissione.

Sulla soglia della pensione, la RAS ha trovato il coraggio di opporsi a questo sistema. La reazione della ASP non si è fatta attendere: immediata la sua esclusione da qualsiasi decisione, sostituita da un’altra coordinatrice più allineata agli interessi aziendali.

“Forse è quello che meritavo”, ammette. “Ma ciò che più mi preoccupa è che questa situazione continua indisturbata”.

Il ruolo degli Ordini delle Professioni Infermieristiche.

L’ex RAS lancia un appello agli Ordini delle Professioni Infermieristiche, chiedendo maggiori controlli in queste strutture dove gli infermieri vengono estromessi e il loro ruolo viene affidato a figure meno qualificate.

La somministrazione di farmaci è una procedura delicata che richiede formazione, responsabilità e consapevolezza dei rischi. Affidarla a chi non ha la preparazione adeguata espone i pazienti a conseguenze anche gravi.

Cosa accadrà ora?

Questa testimonianza solleva interrogativi cruciali: quanti altri casi simili esistono? Quanti infermieri sono costretti al silenzio? Chi controllerà che queste prassi vengano eliminate?

L’auspicio è che questa denuncia non cada nel vuoto e che le istituzioni sanitarie prendano provvedimenti per garantire che la sicurezza dei pazienti e la dignità professionale degli infermieri vengano finalmente rispettate.

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