Sanità, più sinergia tra Amsi-Umem-Uniti per Unire e UAP.
La Dott.ssa Mariastella Giorlandino nominata ufficialmente Presidente Onorario del Movimento Internazionale Uniti per Unire. Il Prof. Foad Aodi ha presentato, nel corso dell’evento, le statistiche di Amsi e Uniti per Unire aggiornate a questo settembre 2024.
Aodi: All’interno di Amsi ci sono oltre 100mila professionisti della sanità di origine straniera, mentre i professionisti della sanità italiani del Movimento Uniti per Unire sono oltre 83mila (la maggioranza esercita nel privato), considerando che Uniti per Unire è un movimento internazionale, inter professionale, transculturale. In totale all’Amsi e al Movimento Uniti per Unire, fanno riferimento più di 73mila tra studi e strutture sanitarie, di cui 17mila poliambulatori e piccole cliniche e centri di fisioterapia, e ancora centri analisi accreditati e autorizzati in tutte le regioni italiane.
ROMA 30 sett 2024 – «Gli echi della manifestazione organizzata dall’UAP lo scorso 25 settembre, presso il Teatro Brancaccio, che hanno visto la partecipazione di tutte le nostre associazioni, con un ruolo da co-protagonisti con tutte le sigle promotrici ,che sono più di 50 ,e la Presidente Mariastella Giorlandino, che ringraziamo tutti sentitamente per la fiducia che hanno riposto in noi, non si sono certo esauriti in un evento straordinario e unico per i contenuti che ha posto all’attenzione dei media e della collettività, che ha riscosso, di conseguenza, l’atteso successo, quello che tutti noi, che vi abbiamo preso parte, speravamo di ottenere.
Noi di Amsi, Associazione Medici di Origini Straniera in Italia, con Umem (Unione Medica Euromediterranea), il Movimento Internazionale Uniti per Unire, la Web Tv Unione per l’Italia, la Scuola Unione per l’Italia, Radio Co-mai Internazionale e ancora l’Unione Sportiva Euromediterranea (USEM), sin dall’inizio, abbiamo concesso i nostri patrocini ed i nostri loghi sulla locandina della manifestazione, e abbiamo subito sposato la parte organizzativa e comunicativa del progetto. Crediamo in tal senso di avere fatto fino in fondo la nostra parte e l’importanza del ruolo che abbiamo rivestito ci è stata riconosciuta da più parti.
Della serie, l’unione fa la forza! E non è un caso che la Presidente Giorlandino, che ha riconosciuto in pieno il nostro impegno, prima e durante l’evento, ha voluto premiare da subito il supporto della nostra immagine e della nostra esperienza per la riuscita della manifestazione, utilizzando, non è un caso, lo slogan “Uniti per Unire”.
L’UAP, Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori, Enti e Ospedalità Privata, di cui ci sentiamo naturalmente parte integrante, e a cui siamo pronti per continuare a dare il nostro contributo, continua a raccogliere consensi a livello nazionale, e lo dimostra anche il successo della conferenza stampa successiva all’evento.
Sono i temi forti che abbiamo rilanciato all’attenzione della politica e dei media ad avere fatto la differenza, come il rispetto della legalità, la tutela dei professionisti sanitari, la necessità di non discriminare una sanità privata che con le 95mila strutture rappresentate dall’UAP, con le proprie competenze, rappresentano la linfa vitale del percorso di cure del nostro panorama nazionale.
Da tempo, la situazione delle strutture sanitarie, nell’ambito del complesso e tortuoso percorso di autorizzazione e accreditamento regionale, continua a essere di grandissima difficoltà.
Siamo di fronte alla necessità di un impegno che a volte, nell’ambito di quella che è la “selva oscura” della burocrazia sanitaria, rischia di rivelarsi improbo, se non davvero ostico nella migliore delle ipotesi, al fine di riuscire a essere in linea con il rispetto del complesso alveo di requisiti di settore delle strutture sanitarie.
L’amministratore dell’impresa, ricordiamolo, ha l’obbligo di sorvegliare, verificare e disporre costanti integrazioni e miglioramenti su quanto predisposto dal regolamento di base che conduce all’autorizzazione e all’accreditamento delle strutture ambulatoriali.
Siamo di fronte, quindi, ad un impegno estremamente delicato e soggetto a continua evoluzione, nonché economicamente assai dispendioso: ma tutto questo, ricordiamolo viene fatto per garantire costanti e solidi criteri di sicurezza all’utente, al paziente, a chiunque accede in una struttura sanitaria privata.
Grande spazio ha ottenuto il nostro monito alla politica, prima e durante la manifestazione, per pretendere un chiarimento a seguito della confusione creata da recenti comunicati stampa, che hanno veicolato informazioni non chiare e inattendibili, e che rischiano solo di depistare e creare false aspettative.
Si tratta della definizione del nuovo Nomenclatore tariffario e dei LEA ancora in itinere.
Ci riempie di gioia, inoltre, il fatto, e la stampa nazionale ed internazionale lo ha rilevato nei suoi comunicati, che ha funzionato a meraviglia la campagna di comunicazione dell’evento a cui abbiamo preso parte da protagonisti, soprattutto nella fase di organizzazione, evidenziando che, da una parte, questa era la manifestazione a difesa delle migliaia di strutture sanitarie private ,e non, facenti parte di un mondo che non può e non deve essere discriminato, perché non è certo causa di penalizzazione per la sanità pubblica. Dall’altra parte abbiamo voluto che lo stesso SSN, che vive un momento così delicato, avesse il suo spazio durante la giornata, allo scopo di evidenziare, una volta per tutte, che pubblico e privato non sono due mondi a parte, ma rappresentano un unico baluardo a difesa della tutela della salute della collettività».
Ed è per questo che, nel corso della manifestazione, nei vari interventi del Prof.Foad Aodi., hanno trovato spazio temi come la valorizzazione dei professionisti sanitari, le fughe all’estero, i diritti di medici e infermieri italiani e di origine straniera.
«I professionisti stessi hanno particolarmente apprezzato il momento in cui abbiamo deciso di informare i presenti con le nostre statistiche e indagini aggiornate e citarli pubblicamente e difenderli come sempre anche durante la manifestazione.
La sinergia tra le nostre associazioni e l’UAP non poteva concludersi più degnamente che con la nomina della Giorlandino a Presidente Onorario del Movimento Internazionale Uniti per Unire, sancito durante la conferenza stampa post manifestazione.
È solo l’inizio di una sinergia che ci condurrà lontano, ne siamo certi, nel nome dell’evoluzione della sanità italiana, pubblica e privata, a 360 gradi».
STATISTICHE AMSI-UNITI PER UNIRE PRESENTATE NEL CORSO DELLA MANIFESTAZIONE UAP DEL 25 SETTEMBRE 2025 E RIBADITE NELLA CONFERENZA STAMPA POST EVENTO
– Secondo le statistiche dell’AMSI, Associazione Medici di Origine Straniera in Italia , ci sono oltre 100mila professionisti della sanità di origine straniera, mentre o professionisti della sanità italiani del Movimento Uniti per Unire sono oltre 83.000 professionisti (La maggioranza esercita nel privato), considerando che Uniti per Unire è un movimento internazionale, inter professionale, transculturale.
– Fanno riferimento ai professionisti della sanità di AMSI e del Movimento Internazionale Internazionale Uniti per Unire ben 73mila tra poliambulatori, studi medici e ambulatori, di cui solo 17.000 poliambulatori e piccoli centri clinici autorizzati o accreditati.
– La maggior parte dei professionisti della sanità di origine straniera che sono arrivati in Italia nella prima fase, ovvero anni 60, 70, 80, fino alla caduta del muro di Berlino, si sono laureati nel nostro Paese e poi sono rimasti qui da noi per la specializzazione. Possiedono diverse specializzazioni e alcuni di loro guidano o lavorano in strutture autonome.
– Il 60% dei professionisti della sanità di origine straniera lavora nel privato, perché non ha la cittadinanza italiana e non può fare concorsi. Per questo abbiamo anche un esercito di cliniche e di poliambulatori e ambulatori, in particolare specializzati nelle analisi di laboratorio e branche quali fisioterapia, medicina generale, ginecologia, piccola chirurgia, medicina estetica, guardia medica, RSA. E poi ci sono numerosi dentisti, con i loro studi e piccola chirurgia.
– Solo il 13% dei professionisti della sanità di origine straniera esercita nelle strutture pubbliche.
Share this content: