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Sanità: OSS a gettone, una nuova tendenza tra gli operatori socio-sanitari.

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Negli ultimi anni, il settore sanitario italiano ha vissuto profondi cambiamenti, e non solo tra medici e infermieri. Una nuova tendenza sta emergendo anche tra gli Operatori Socio-Sanitari (OSS): sempre più professionisti scelgono di abbandonare il posto fisso per diventare liberi professionisti, lavorando “a gettone”. Questa decisione, se da un lato garantisce maggiore flessibilità e redditività, dall’altro solleva preoccupazioni in termini di continuità assistenziale e qualità del servizio.

Perché gli OSS scelgono il lavoro a gettone?

Secondo le testimonianze raccolte nel Veneziano, il passaggio da un contratto a tempo indeterminato al lavoro autonomo è spesso motivato dalle condizioni economiche e lavorative. “Una volta con gli straordinari guadagnavo 1.600 euro, adesso lavoro cinque giorni alla settimana, senza turni notturni o festivi, e guadagno oltre 2.000 euro al mese”, racconta un OSS della Riviera del Brenta. La possibilità di stabilire autonomamente gli orari e le tariffe, unite alle agevolazioni fiscali del regime forfettario, rendono il lavoro a gettone particolarmente attraente.

In media, un OSS assunto nel pubblico guadagna circa 1.400 euro al mese, pari a 10 euro l’ora, mentre come libero professionista può arrivare a guadagnare fino a 25 euro l’ora. Questo aumento di reddito, tuttavia, comporta la rinuncia a ferie, malattia, maternita e altre tutele contrattuali.

Il fenomeno nel Veneziano.

Il fenomeno è particolarmente visibile nel Veneziano, dove strutture come la Rsa Don Moschetta di Caorle e la Casa di Cura San Marco a Mestre hanno già iniziato a integrare OSS a gettone nei propri organici. Sebbene sia difficile quantificare il numero di operatori coinvolti, l’aumento delle dimissioni da parte di OSS non ancora in età pensionabile è un chiaro indicatore di questa tendenza. Secondo Paolo Lubiato della Cisl Fp di Venezia, la crisi economica potrebbe spingere sempre più OSS verso la libera professione, aggravando il problema del reclutamento del personale.

Le conseguenze per il sistema sanitario.

Il ricorso a OSS a gettone ha implicazioni significative per il sistema sanitario e per i pazienti. La continuità assistenziale è uno degli aspetti più critici: i pazienti potrebbero essere assistiti da operatori diversi ogni giorno, compromettendo il rapporto di fiducia che si instaura nel tempo. Inoltre, la frammentazione del lavoro potrebbe incidere sulla qualità complessiva del servizio offerto.

Un’altra preoccupazione è legata alla formazione e al reclutamento. Sempre più corsi per OSS finiscono deserti, alimentando una carenza di personale qualificato. La Cisl Fp avverte che, in un contesto già segnato dalla carenza cronica di operatori, questa nuova tendenza potrebbe mettere ulteriormente a rischio la sostenibilità del sistema assistenziale.

Il lato umano della scelta.

Dietro ogni decisione di lasciare il posto fisso c’è una storia personale. Per alcuni, come M.T., OSS che ha lavorato per anni in una casa di riposo pubblica e poi in un ospedale, il passaggio alla libera professione è stato una scelta obbligata. “Mi spaccavo la schiena con turni infiniti, lavoravo anche la notte, i weekend e nei giorni festivi. Alla fine, ho raggiunto il burn-out: ogni mattina vomitavo al pensiero di andare a lavoro e avevo paura di fare del male ai pazienti. Dopo tre mesi ho dato le dimissioni.”

Oggi, M.T. lavora per tre enti diversi, con orari più flessibili e senza turni notturni o festivi, guadagnando oltre 2.000 euro al mese. Per lei, questa scelta ha rappresentato un nuovo inizio, ma non senza sacrifici.

Una equilibrio giusto tra vita privata e vita lavorativa.

Il fenomeno degli OSS a gettone riflette una trasformazione più ampia del mondo del lavoro sanitario, dove sempre più professionisti cercano un equilibrio tra vita privata e redditività. Tuttavia, questa tendenza solleva interrogativi cruciali sulla sostenibilità del sistema e sulla qualità dell’assistenza. Sarà fondamentale trovare soluzioni che bilancino le esigenze degli operatori con quelle dei pazienti, garantendo un servizio sanitario di alto livello per tutti.

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