Sanità, medici italiani e tedeschi a confronto: “Problematiche comuni, valorizzare il ruolo dei professionisti dal punto di vista etico e sociale”.
L’escalation di violenza contro gli operatori sanitari. Il ruolo del medico dal punto di vista etico e sociale. L’aziendalizzazione. La carenza di personale e il progressivo abbandono dei servizi sanitari. Le terapie avanzate, con i correlati dilemmi bioetici come le possibili disuguaglianze nell’accesso.
Sono questi alcuni dei temi affrontati questa mattina a Roma nel corso dell’incontro tra la Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, e l’Associazione Medica Tedesca (Bundesärztekammer).
A partecipare, i rispettivi Presidenti, Filippo Anelli e Klaus Reinhardt, insieme al Vicepresidente e Segretario della Fnomceo, Giovanni Leoni e Roberto Monaco, al Coordinatore Settore Estero Salvatore Amato, al Direttore generale, Pierluigi Vecchio, ai funzionari dell’Ufficio Estero, alla Vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Bolzano, Monica Oberrauch e al Responsabile del Dipartimento internazionale dell’Associazione Medica Tedesca Alexander Jäkel.
“Le sfide che la professione medica deve affrontare in Italia e in Germania – affermano Anelli e Reinhardt – sono simili per molti aspetti, nonostante le differenze nei due sistemi sanitari. Queste problematiche hanno portato al fatto che la soddisfazione di molti medici nei confronti della loro professione è diminuita”.
“Per poter continuare a fornire una buona assistenza ai pazienti – continuano i due Presidenti – i medici devono avere condizioni di lavoro di alta qualità. La progressiva economicizzazione costringe invece il medico a rappresentarsi come imprenditore, mettendo in discussione l’autonomia e l’indipendenza della professione. Professione che, al contrario, deve restare legata ai valori etici che la ispirano”.
“In Italia, come in Germania – concludono – la violenza contro i medici è un fenomeno quotidiano. Una buona assistenza sanitaria è possibile solo in un ambiente di lavoro sicuro, che permetta ai medici di lavorare liberi da aggressioni. Anche l’applicazione coerente degli strumenti di diritto penale può contribuire a contenere questa violenza e a lavorare in sicurezza nell’interesse dei pazienti e dell’intera società”.
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