Sanità, Giuliano(UGL): “Medici e infermieri italiani tra i meno pagati dei paesi Ocse, adeguare subito retribuzioni per rimanere competitivi”.
La condizione economica di medici e infermieri italiani continua a destare preoccupazione, come sottolineato dal III Rapporto sulla “Salute e il sistema sanitario” presentato oggi a Roma, frutto della collaborazione tra Eurispes e Enpam nell’ambito dell’Osservatorio Salute, Legalità e Previdenza.
Secondo Gianluca Giuliano, segretario nazionale di UGL Salute, la situazione è allarmante: “Medici e infermieri italiani sono tra i meno pagati, in fatto di stipendi, rispetto ai colleghi degli altri paesi OCSE”. Un dato che evidenzia quanto sia urgente intervenire per adeguare le retribuzioni e mantenere il Servizio Sanitario Nazionale competitivo.
Retribuzioni al di sotto della media OCSE
Il rapporto evidenzia che il reddito annuale dei medici specialisti italiani è inferiore del 22% rispetto alla media OCSE, con penalizzazioni particolarmente marcate rispetto a Paesi come Svizzera, Olanda, Germania e Irlanda. Anche rispetto a nazioni con un costo della vita simile all’Italia, come Regno Unito e Danimarca, i medici italiani subiscono svantaggi economici significativi.
La situazione non migliora per gli infermieri: anche il loro reddito medio annuale si attesta al 22% al di sotto della media OCSE, consolidando un quadro di disuguaglianza che spinge molti operatori a cercare opportunità professionali all’estero.
Implicazioni per il futuro del SSN
“La grande differenza di trattamento, non solo economico, riservata agli operatori sanitari italiani rispetto agli altri Paesi OCSE è un problema che deve essere affrontato immediatamente”, continua Giuliano. Colmare questo gap è cruciale per preservare la qualità e la tenuta del sistema sanitario italiano, già messo a dura prova dalla carenza di personale e dalle condizioni di lavoro difficili.
La necessità di interventi strutturali
Secondo Giuliano, per garantire competitività al SSN servono azioni concrete e immediate, che includano:
- Adeguamento delle retribuzioni ai livelli europei;
- Miglioramento delle condizioni lavorative;
- Investimenti in formazione continua e valorizzazione del personale sanitario.
Queste misure sono indispensabili per contrastare il fenomeno della fuga di professionisti italiani all’estero e per assicurare che il SSN continui a offrire un’assistenza di qualità ai cittadini.
Il rapporto Eurispes-Enpam lancia un messaggio chiaro: il sistema sanitario italiano non può permettersi di perdere ulteriormente attrattività e competitività. Solo un investimento strategico nelle risorse umane potrà garantire un futuro sostenibile per la sanità pubblica e tutelare il diritto alla salute degli italiani.
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