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Salgono aggressioni al personale sanitario, De Palma (Nursing Up) ad ARAN: “La disinformazione non serve”.

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Qui è in ballo la sicurezza dei professionisti, e il gioco delle tre carte può trasformarsi in una pericolosa roulette russa”.

«L’Aran, negli ultimi tempi, non fa altro che arrampicarsi sugli specchi e trova anche il coraggio di farlo quando di mezzo c’è l’incolumità degli infermieri e delle ostetriche». 

Esordisce così, senza mezzi termini, Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, in merito alla delicata questione della sicurezza dei professionisti sanitari, nello specifico sull’improrogabile esigenza che le aziende sanitarie siano finalmente tenute a costituirsi parte civile nei procedimenti che attengono ad aggressioni verso il loro dipendenti,questione sulla quale il sindacato ha espresso posizioni nette e chiare in sede di trattativa contrattuale, puntualmente non accettate dall’Aran, ma che invece quest’ultima pare che ritenga di aver accolto.

«Abbiamo sempre indicato con chiarezza le nostre posizioni, e l’Aran, con le sue dichiarazioni, cerca solo di sviare l’attenzione da fatti oggettivi. La disinformazione, cara Aran, la fai tu e non certo noi, quando affermi che il Nursing Up non ha accettato i punti fondamentali delle trattative contrattuali. Noi, al contrario, abbiamo accolto ogni proposta che fosse davvero a favore dei lavoratori, decidendo di arrivare a non apporre la firma di fronte ai tuoi tanti dinieghi. 

Per come la vediamo noi, un  contratto non si costruisce solo su una parte di punti, cioè quelli che l’ARAN, di volta in volta, seleziona e che sceglie di richiamare ed “interpretare singolarmente”, ma bensì su basi solide e su insiemi di risposte contrattuali esaustive, perché tanti sono gli aspetti che regolano il rapporto di lavoro, e che necessitano di essere affrontati, ai quali  voi, purtroppo non avete risposto in maniera accettabile ». 

Vogliamo forse ricordare questioni basilari come le mancate prospettive di carriera per gli infermieri e il restante personale sanitario, oppure i trattamenti sperequativi, che non consentono a questi ultimi le  progressioni verticali, che invece vengono garantite agli altri dipendenti? O vogliamo parlare proprio della sicurezza dei professionisti?

De Palma sottolinea apertamente un punto cardine: “Le misure previste dall’articolo 53 del Ccnl, di cui Aran si vanta nel suo recente comunicato, sono semplicemente un’ovvia, e bisogna dire nemmeno tanto coraggiosa applicazione di responsabilità già sancite dal Codice Civile”. 

Non dobbiamo certo essere noi del Nursing Up a ricordare ad ARAN il tenore dell’ articolo 2087 del Codice Civile che recita testualmente: “L’imprenditore è tenuto ad adottare, nell’esercizio dell’impresa, le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”. Quale dubbio, allora, sull’esistenza di una Legge che obbliga i datori di lavoro a tutelare l’incolumità psicofisica dei dipendenti?. 

Di fronte a queste norme “di legge”, sostenere che la doverosa applicazione contrattuale che ne consegue rappresenta una conquista, non significa forse sviare il lettore, dal momento che si tratta di obblighi che le aziende sanitarie dovrebbero assumere e rispettare a prescindere?”.

La costituzione di parte civile, per noi del Nursing Up, è un dovere non solo morale.
De Palma incalza su un tema cruciale, e cioè quella che è stata la mancata accettazione, da parte di ARAN, della richiesta di Nursing Up, di richiamare in una norma contrattuale “quel dovere” , e non una mera ed inconferente possibilità, come invece voleva far passare l’ARAN con le sue proposte, di costituzione di parte civile delle aziende sanitarie, nei casi di aggressione ai danni dei propri dipendenti. 

Fatto che oggi più che mai si rivela come una esigenza improrogabile per tutelare i professionisti. «Aran , tuttavia, sostiene ancora oggi che questo punto non possa essere inserito in un contratto perché è materia normativa. Eppure, nel medesimo contratto, lascerebbe aperta la possibilità, per le aziende sanitarie, di valutare caso per caso. 

Allora, cara Aran, quali sarebbero questi casi previsti per legge? E se davvero, come asserisci, non compete al contratto intervenire sulla materia, perché non vi attenete a questo assunto quando invece decidete di inserirvi “una mera possibilità per le aziende sanitarie di costituirsi parte civile”, se non per creare solo tanto fumo e far passare come importante concessione ciò che invece, leggendo la vostra proposta, diventa invece “un vago impegno, non vincolante per le aziende sanitarie”? 

Noi riteniamo che sia un dovere sacrosanto per le aziende sanitarie, quello di  costituirsi parte civile per difendere i propri dipendenti, che vengono aggrediti non come cittadini, ma come agenti della pubblica amministrazione, quella stessa amministrazione che, a causa dei tanti disservizi, in molti casi esaspera la gente, creando il viatico per coloro i quali, gravemente ed irresponsabilmente, perdono l’autocensura, ed agiscono colpendo gli incolpevoli operatori che quelle amministrazioni rappresentano».

Ancora siamo davvero noi a fare disinformazione?
«Aran vorrebbe far passare che Nursing Up “si sarebbe opposto” a norme contrattuali che, in termini di sicurezza, avrebbero garantito maggiore tutela, rispetto al passato. 

Nulla di più ridicolo, tutt’altro: in trattativa è stato proprio grazie alle forti prese di posizione del Nursing Up che, nell’ambito della dialettica tra le parti, si è riusciti a modificare quell’aria fritta che l’ARAN, con mano sapiente, aveva pensato di proporre come nuove norme contrattuali a difesa dei lavoratori. 

Forse ARAN dimentica che la prima versione dell’articolo, al quale essa stessa fa, riferimento prevedeva “la mera possibilità”, per le aziende, di attivare l’assistenza psicologica per i dipendenti aggrediti? 

Forse ARAN non ricorda che, solo in esito alle contestazioni e specifiche richieste del nostro sindacato in fase di trattativa, quella che era una mera possibilità , è stata trasformata in dovere per gli enti sanitari? 

Pronti a fornire le versioni scritte delle proposte ARAN, se serve, e dove si legge, senza ombra di dubbio quali erano le sue proposte originarie.

Detto ciò, abbiamo ritenuto che quei primi passi fatti in trattativa, ribadiamo non certo per univoca iniziativa dell’ARAN, non fossero sufficienti per garantire opportunamente i dipendenti.

Ci siamo invece opposti, anche con fermezza, quando ARAN ha risposto con un netto rifiuto alla nostra richiesta di declinare, nel contratto, un dovere per noi fondamentale, e cioè quello per le aziende, di intervenire legalmente “costituendosi parte civile “contro chi aggredisce il personale. 

Cara ARAN, come abbiamo avuto modo di dirti in trattativa, la vostra lista di presunti miglioramenti in tema di sicurezza , non è altro che un elenco di gravami, peraltro incompleto, che le aziende sanitarie, come datori di lavoro, dovrebbero già assumere a proprio carico, perché esprimono quel dovere sacrosanto di tutela dell’incolumità psico fisica previsto dall’articolo 2087 del Codice Civile. 

E volete davvero che una concreta tutela dell’incolumità psico fisica dei lavoratori, soggiaccia di fronte a quelle che volete far passare come gentili,  ma per noi evidentemente insufficienti elargizioni?» ribatte De Palma.

E chi è ora, cara ARAN, che fa disinformazione? 

Il Presidente del Nursing Up incalza: «Abbiamo chiesto un contratto che non annacqui quello che riteniamo un dovere sacrosanto delle aziende sanitarie, per dare reale senso e sostanza alle previsioni dell’articolo 2087 del Codice Civile. E’ necessario che gli enti interessati si costituiscano parte civile contro chi aggredisce i dipendenti nell’esercizio delle loro funzioni. ARAN metta da parte surrogati o proposte di facciata, qui c’è in ballo la reale sicurezza del personale sanitario. 

Chiediamo più che mai risposte concrete

Lo stesso Ministro Zangrillo, in occasione di un suo ultimo comunicato, ed in riferimento alla mancata sottoscrizione dei contratti di lavoro, ha dichiarato che “bisogna fare ogni sforzo per riprendere quanto prima il dialogo”, ed ha anche dichiarato il proprio obiettivo, “ovvero di rimettere le persone al centro e riportare la PA a essere un buon posto di lavoro”. 

Noi del Nursing Up siamo pronti, in qualsiasi momento, chiosa De Palma. Per la sanità si parta dagli infermieri e dalle professioni sanitarie».

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