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RSA Veneto: è crisi. Infermieri e OSS scappano verso le aziende pubbliche.

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Le case di riposo nel Veneto stanno vivendo una crisi marcata a causa della migrazione di operatori socio-sanitari (OSS) e infermieri verso il sistema sanitario pubblico. Questo problema è stato aggravato dal recente scorrimento delle graduatorie di Azienda Zero, l’ente regionale responsabile della gestione del personale sanitario, in seguito a un concorso pubblico svoltosi lo scorso autunno.

Giovanni Zanini, segretario generale della CISL FP Verona, ha manifestato seria preoccupazione per questa situazione, evidenziando che molti operatori sono attratti dai contratti più vantaggiosi della sanità pubblica. Attualmente, il contratto degli enti locali applicato nelle RSA offre stipendi inferiori di circa 200 euro rispetto a quelli della sanità pubblica, generando un divario retributivo che spinge il personale ad abbandonare le case di riposo.

La carenza di personale potrebbe avere conseguenze gravi sulle strutture assistenziali, compromettendo il rispetto degli standard regionali e costringendo le RSA a sospendere nuovi ingressi. Anche le strutture private manifestano preoccupazione, nonostante gli sforzi per attrarre infermieri e OSS con incentivi economici e contratti più vantaggiosi.

La CISL FP avanza una proposta di riforma strutturale mirata a garantire la parità salariale tra gli operatori delle RSA e quelli della sanità pubblica, sotto lo slogan “Stesso lavoro, stesso salario”. Inoltre, la proposta include la gestione diretta delle RSA pubbliche da parte delle ULSS, con l’obiettivo di uniformare il reclutamento e le retribuzioni. In attesa di una riforma completa, si propone di agire sulle progressioni orizzontali per offrire aumenti salariali di circa 100 euro, avvicinando così i compensi a quelli previsti per gli ospedali.

In vista delle elezioni regionali, la CISL FP sollecita il prossimo governatore a impegnarsi seriamente nella riforma delle IPAB. L’obiettivo è prevenire il collasso del sistema socio-assistenziale e migliorare le condizioni lavorative del personale. Senza interventi tempestivi, potremmo trovarci di fronte a un’emergenza assistenziale senza precedenti.

Inoltre, si segnala che al concorso pubblico organizzato da Azienda Zero per coprire 439 posti a tempo pieno e indeterminato si sono iscritti 2.549 infermieri, di cui circa 1.500 già lavorano nelle RSA. Questo potrebbe peggiorare ulteriormente la carenza di personale nelle case di riposo, che temono di non riuscire a garantire servizi adeguati agli anziani.

Per affrontare la mancanza di infermieri nelle RSA, alcune strutture stanno reclutando personale dall’estero, con particolare attenzione a Sud America e Europa dell’Est. Tuttavia, questa strategia comporta spese significative e non risolve il problema alla fonte.

La situazione è grave e necessita di interventi immediati per assicurare la sostenibilità del sistema assistenziale e la qualità dei servizi per gli anziani in Veneto.

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