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Quando il Pronto Soccorso fallisce. Stefania, Infermiera: “la mia storia di negligenza e sofferenza”.

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Alla cortese attenzione della Redazione di AssoCareNews.it,

mi rivolgo a voi per raccontare una storia che non è solo mia, ma che potrebbe riguardare chiunque si affidi al nostro sistema sanitario in un momento di bisogno. Una storia che parla di negligenza, di mancanza di empatia e di conseguenze irreparabili.

Il 26/12/2024, ho avuto un malore cardiaco e mi sono recata al Pronto Soccorso dell’ospedale della mia zona. Vivo in Campania. Non ho rivelato di essere un’infermiera, perché volevo essere trattata come qualsiasi altro paziente. Quello che è successo dopo, però, è stato al di là di ogni mia immaginazione.

Nonostante i miei sintomi evidenti – dolore al petto, sudorazione fredda e difficoltà respiratorie – sono stata accolta con indifferenza. I parametri vitali non sono stati misurati tempestivamente, l’ECG è stato eseguito in modo approssimativo e non sono state eseguite tutte le indagini diagnostiche necessarie. Mi è stato detto che si trattava di “agitazione psico-motoria” e sono stata dimessa con una prescrizione di ansiolitici.

Quella stessa sera, ho avuto un infarto del miocardio.

Ora, a distanza di mesi, le conseguenze di quell’infarto sono ancora parte della mia vita quotidiana. La mia salute è compromessa, la mia carriera è a rischio e la mia fiducia nel sistema sanitario è stata distrutta. Ho denunciato i medici e gli infermieri del Pronto Soccorso, ma nessuna sentenza potrà mai restituirmi la salute che ho perso.

Questa lettera non è solo un atto di denuncia, ma un grido di allarme. Quello che è successo a me potrebbe succedere a chiunque. Un sistema sanitario che non rispetta i protocolli, che non ascolta i pazienti e che tratta le persone con superficialità è un sistema che fallisce nella sua missione più importante: salvare vite.

Chiedo alle istituzioni, ai media e all’opinione pubblica di prestare attenzione a questa problematica. Chiedo che vengano implementati controlli più rigorosi, che venga garantita una formazione adeguata per il personale sanitario e che venga promossa una cultura dell’ascolto e dell’empatia.

Perché nessun paziente dovrebbe passare attraverso quello che ho passato io. Perché nessun paziente dovrebbe sentirsi invisibile.

Cordiali saluti,
Dott.ssa Pamela G.
Infermiera Magistrale e Paziente tradita

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