Quando il mobbing viene dall’alto.
La Sanità del Sud Italia: mobbing, politica e dignità professionale degli Infermieri sotto attacco.
Negli ultimi tempi, il mondo della sanità in Italia, in particolare al Sud, sta affrontando un contesto lavorativo sempre più piegato a logiche di potere e appartenenze politiche, lontane dall’essenza del lavoro come strumento di crescita sociale e personale. Sembra di essere tornati indietro nel tempo, in un sistema in cui le nomine e le conferme avvengono per fede di partito o appartenenza locale, piuttosto che per merito e competenza. Nonostante i cambiamenti normativi e l’istituzione di un profilo professionale autonomo per gli infermieri, le vecchie abitudini continuano a persistere, in linea con il proverbio: “si perde il pelo, ma non il vizio”.
La Professione Infermieristica: dignità e sfide quotidiane.
La professione infermieristica è una delle più sottovalutate e maltrattate, nonostante la carenza cronica di personale. Gli infermieri che svolgono il loro lavoro con dedizione spesso non ricevono alcuna gratificazione, a differenza di altre professioni in cui l’impegno extra viene riconosciuto sia economicamente che a livello formativo. Dopo essere stati definiti eroi durante l’emergenza Covid, oggi i diritti degli infermieri sembrano essere stati dimenticati, e la loro voce rimane inascoltata.
In un ambiente lavorativo già complesso, parlare di mobbing sembra quasi paradossale. I comportamenti lesivi e destabilizzanti non solo danneggiano l’individuo che ne è oggetto, ma compromettono l’intero ambiente di lavoro. In Italia, la condizione di subalternità dei ruoli rende difficile esporsi e difendersi, poiché il potere viene spesso utilizzato in modo coercitivo. Le figure infermieristiche, fondamentali nel sistema sanitario, continuano a lottare per il riconoscimento della loro professionalità e autonomia, sancita da normative come il Decreto Ministeriale n. 739 del 1994 e la Legge 42 del 1999.
Il Codice Deontologico e il benessere ambientale lavorativo.
Gli infermieri operano in team h24, cercando di offrire un’immagine serena ai pazienti, nonostante le difficoltà. Il benessere sul lavoro non deve essere considerato come una questione secondaria o un lusso, ma un elemento essenziale da salvaguardare. La convivenza professionale richiede rispetto reciproco, umanità, e professionalità; caratteristiche spesso sacrificate a causa di dinamiche di potere e scelte aziendali discutibili. È fondamentale che le decisioni siano prese in maniera trasparente, coinvolgendo direttamente i professionisti o i loro rappresentanti, specialmente in un settore dove la relazione di cura è al centro del servizio offerto.
Normative e diritti: un richiamo alla Responsabilità.
Le leggi italiane, tra cui l’articolo 2043 del Codice Civile e gli articoli 582 e 590 del Codice Penale, tutelano il lavoratore da danni e comportamenti lesivi. Tuttavia, la pratica dimostra che l’applicazione di questi diritti è spesso carente, e il mobbing continua ad essere una realtà nascosta e taciuta. Anche la Costituzione Italiana, con gli articoli 2, 3, 32 e 35, sancisce la protezione del lavoro e della dignità della persona, ma nella quotidianità ciò si traduce troppo spesso in principi non rispettati.
Rispettare e valorizzare la Professione Infermieristica.
Per migliorare l’ambiente lavorativo e garantire il benessere degli operatori sanitari, è necessario un cambiamento culturale che riconosca il valore del lavoro infermieristico e protegga i professionisti da dinamiche oppressive. Rispettare le differenze, abbassare l’aria di potere e accorciare le distanze è essenziale per una convivenza civile e produttiva. Come società, siamo tutti sulla stessa barca; è giunto il momento di navigare insieme, riconoscendo i diritti di chi, ogni giorno, sceglie di prendersi cura degli altri.
Dott. Emilio Cariati, infermiere
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