Professioni Sanitarie, Pres. Catania: Futuro? AI, Coesione e Riconoscimento Professionale.
Parla Diego Catania, Presidente dell’Ordine TSRM e PSTRP Milano Como Lecco Lodi Monza Brianza Sondrio sul futuro delle Professioni Sanitarie.
Intervista esclusiva al dott. Diego Catania, Presidente del più grande ordine delle Professioni Sanitarie italiano. Futuro, Intelligenza artificiale e comunicazione in una visione che proietta le 19 professioni verso un futuro di sfide e opportunità.
Le Professioni Sanitarie hanno un importante background professionale che fonda le sue radici nel passato e che ha visto un percorso secolare di arricchimento, fino al recente raggiungimento della dimensione Ordinistica. Quale pensa possano essere gli orizzonti futuri da perseguire?
Gli Ordini multiprofessionali dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione (TSRM e PSTRP) nascono nel 2018 con la Legge 3 – la cosiddetta Legge Lorenzin – ma sono eredi di una lunga storia istituzionale, che affonda le proprie radici nei Collegi dei TSRM. Tale bagaglio di esperienza e di valori si è rivelato fondamentale per la costituzione dell’Ordine, facendo da linea guida e da punto di partenza per il processo di aggregazione delle Professioni Sanitarie. Ad oggi l’istituzione riunisce ben 19 Professioni dell’area sanitaria tecnica, della riabilitazione e della prevenzione e sono orgoglioso di affermare che l’integrazione fra realtà e storie diverse ha dato vita a qualcosa di grande, a un patrimonio di competenze e di umanità che si arricchisce continuamente, grazie al lavoro in sinergia delle Commissioni d’Albo e degli iscritti.
All’orizzonte vedo un Ordine sempre più coeso, riconoscibile e riconosciuto dalle istituzioni e dalla cittadinanza, posto a tutela del benessere della popolazione. Vedo inoltre, per le Professioni Sanitarie che l’Ordine rappresenta, una necessaria valorizzazione che passa dalla creazione di percorsi di carriera, dall’assunzione di ruoli di responsabilità e dal riconoscimento delle nostre competenze.
Presidente Catania, quali pensa possano essere i target da raggiungere e le opportunità da cogliere nell’ambito della comunicazione istituzionale professionale?
Fin dalla sua nascita, l’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione (TSRM e PSTRP) di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio ha sempre puntato molto sulla comunicazione, che si rivela fondamentale sia sul fronte interno, dove contribuisce a creare senso di appartenenza negli iscritti, sia sul fronte esterno, come strumento per rapportarsi alle altre istituzioni, alla popolazione e ai decisori politici.
La comunicazione aiuta a definire l’identità dell’Ordine e a promuovere il contributo di tutte le Professioni Sanitarie che lo compongono, evidenziandone aree di intervento, ambiti d’azione e competenze specifiche. Ne deriva una funzione divulgativa e di orientamento per il cittadino, che tramite i canali dell’Ordine può informarsi sui profili di riferimento e sui percorsi terapeutici e assistenziali attivi sul territorio. In tal senso, l’istituzione riveste anche un ruolo sociale di promozione di stili di vita sani e di buone pratiche di comportamento, incentivando il pubblico a un atteggiamento consapevole verso i temi riguardanti la salute e la prevenzione.
Vi è poi un aspetto ulteriore, proprio della comunicazione di un Ordine professionale, legato alla tutela della popolazione dagli operatori abusivi: negli anni abbiamo promosso diverse campagne contro l’abusivismo, volte a informare le persone della possibilità di appurare l’effettiva iscrizione all’Albo del Professionista a cui si rivolgono. Spesso, infatti, ai cittadini manca la consapevolezza che esistano criteri ben precisi per l’esercizio di una Professione Sanitaria e che sia possibile verificarli in tempo reale, con un semplice clic, tramite il sito https://albo.alboweb.net/registry/search.
Con interventi mirati sui temi che riguardano l’evoluzione del sistema sanitario, infine, l’Ordine intreccia un dialogo con le altre realtà del territorio e contribuisce a indirizzare il dibattito pubblico, sollevando questioni di rilievo per i Professionisti e per la cittadinanza, da approfondire e concretizzare nelle opportune sedi istituzionali e politiche.
Secondo la sua esperienza e visione come Presidente dell’Ordine TSRM e PSTRP, quali sono gli strumenti e le strategie utili per poter raggiungere questi risultati?
Negli ultimi anni, la comunicazione digitale ha assunto un ruolo di primo piano accanto ai media tradizionali. La rapidità di tali mezzi e la loro portata, nonché la loro natura immediata, contribuisce ad assottigliare la distanza con l’iscritto, ma anche con il cittadino, rendendo immediatamente visibile il flusso di attività dell’Ordine.
Alla luce dell’esperienza che ho maturato in questi anni, tuttavia, ritengo che tutti i canali di comunicazione debbano essere mantenuti e lavorare in parallelo. La “macchina” della comunicazione istituzionale deve sapersi muovere fra piani e registri diversi, avendo cura di scegliere di volta in volta, con attenzione, il medium più efficace per convogliare un determinato contenuto: il sito istituzionale, i social media, la stampa… Occorre inoltre mettere a fuoco strategie specifiche per obiettivi specifici: per fare un esempio, l’Ordine ha recentemente attivato un canale TikTok (@ordine.tsrmpstrp.mi), con contenuti realizzati ad hoc per quella piattaforma, allo scopo di incuriosire e informare le nuove generazioni sui percorsi universitari abilitanti per le nostre Professioni Sanitarie.
Qualunque strumento si utilizzi, restano validi i criteri di chiarezza, efficacia e accuratezza, nonché il mantenimento del rigore e della dignità propri di un’istituzione. È necessario, inoltre, evitare di cadere nelle “trappole” del confronto online, attenendosi ai principi scientifici di verifica delle fonti e ai capisaldi etici che regolano l’esercizio delle Professioni Sanitarie: centralità della persona, disponibilità all’ascolto e senso di responsabilità umana e professionale.
Un’ultima domanda: i percorsi delle professioni che rappresentate sono iniziati lo scorso secolo e si sono arricchiti grazie anche alle nuove tecniche e tecnologie che sono state sviluppate nel corso della storia. Pres. Catania, ad oggi come vede la possibilità di declinare l’uso dell’Intelligenza Artificiale all’interno dell’agire e del sapere professionale?
Molte delle Professioni Sanitarie che afferiscono all’Ordine lavorano a stretto contatto con la tecnologia e hanno visto evolvere significativamente le proprie procedure e prestazioni in parallelo con lo sviluppo delle apparecchiature utilizzate, con un salto notevole a livello di qualità e di complessità nell’arco dell’ultima decina d’anni.
Per alcune di esse, l’apporto dell’intelligenza artificiale nell’esercizio professionale è già una realtà quotidiana e si concretizza nello snellimento delle tempistiche di preparazione della persona assistita, nella possibilità di elaborare in tempi rapidi una vasta mole di informazioni e nell’ottimizzazione delle immagini diagnostiche acquisite. Ritengo plausibile che l’uso dell’IA diventi sempre più capillare nell’ambito sanitario, almeno per quanto concerne gli aspetti gestionali, organizzativi e di analisi dei dati, rivelandosi un supporto fondamentale per tutti i Professionisti della salute nell’attività lavorativa e nell’ambito della ricerca.
Pensando al futuro prossimo, è già al centro di numerose sperimentazioni l’utilizzo dell’IA in chiave predittiva, ossia come calcolo di stime e percentuali di rischio di sviluppo di una patologia in base a un’anamnesi, o come capacità di fornire un “secondo parere” rispetto a un preciso quadro diagnostico. Ritengo, tuttavia, che anche di fronte a un simile scenario rimarrà ben salda la centralità dell’operatore, che assumerà importanza in quanto gestore di software sempre più complessi e di interprete dei dati elaborati dall’intelligenza artificiale.
Non bisogna dimenticare, infine, l’imprescindibile aspetto umano della relazione con la persona assistita, che non può essere riprodotto nemmeno dal software più sofisticato e che è in grado di trasformare l’impersonale “presa in carico” di una patologia o di un disturbo in un vero e proprio rapporto di ascolto e di cura.
Ringraziamo il Presidente Diego Catania per la cortese concessione.
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