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Piemonte: mancano 350 infermieri, nuovi concorsi e 2,4 miliardi per le assunzioni.

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La sanità piemontese è in emergenza: mancano all’appello 350 infermieri, una carenza che rischia di compromettere l’efficienza dell’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) e dei servizi ospedalieri. Nonostante negli ultimi anni siano state effettuate nuove assunzioni, la situazione resta critica, con ripercussioni sulla qualità delle cure e sul carico di lavoro degli operatori sanitari.

Per affrontare l’emergenza, la Regione ha stanziato 2,4 miliardi di euro destinati a potenziare il personale sanitario. I primi 60 infermieri entreranno in servizio già da aprile, ma il numero è ancora insufficiente per colmare il gap attuale.

Un piano di assunzioni per colmare il deficit

L’obiettivo della Regione Piemonte è quello di accelerare le assunzioni attraverso nuovi concorsi pubblici e contratti a tempo indeterminato, cercando di rendere più attrattiva la professione infermieristica. Tuttavia, il problema della scarsa adesione ai bandi e della fuga di professionisti verso il settore privato e l’estero rimane irrisolto.

Le cause principali della difficoltà nel reperire infermieri sono:

  • Salari poco competitivi, rispetto ad altri Paesi europei.
  • Carichi di lavoro e turni pesanti, con poche tutele per il benessere degli operatori.
  • Mancanza di incentivi, che rendono meno appetibile il settore pubblico.

Il ruolo cruciale degli infermieri nell’ADI

La carenza di infermieri si ripercuote in particolare sull’Assistenza Domiciliare Integrata, un servizio essenziale per pazienti fragili, anziani e malati terminali. Secondo l’Annuario SSN 2023, gli infermieri in Piemonte garantiscono in media 7 ore di assistenza per paziente con 7 accessi per caso, numeri che potrebbero calare ulteriormente in assenza di nuovo personale.

Come rendere più attrattiva la professione?

Sindacati e associazioni di categoria chiedono un intervento strutturale che vada oltre le nuove assunzioni. Tra le proposte avanzate per rendere la professione più attrattiva:

  • Aumenti salariali e riconoscimento economico del lavoro notturno e festivo.
  • Migliori condizioni di lavoro, con una riduzione dei turni massacranti.
  • Maggiori opportunità di crescita professionale, attraverso percorsi di specializzazione e valorizzazione del ruolo.

La speranza è che il piano da 2,4 miliardi e le nuove assunzioni siano solo il primo passo di una riforma più ampia per garantire un sistema sanitario efficiente e sostenibile.

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