Osteoporosi e menopausa.
La menopausa è definita dall’OMS come un processo fisiologico che riguarda la donna tra i 45 e i 55 anni di età, e comporta la definitiva cessazione del ciclo mestruale derivante dalla perdita della funzione follicolare ovarica. Durante la menopausa, le ovaie smettono gradualmente di funzionare e di conseguenza si verifica una carenza di estrogeni. La menopausa è nota da molti anni come il principale fattore di rischio per la riduzione della densità ossea e può predisporre le donne a un maggior rischio di sviluppare l’osteopenia o, in casi più gravi, l’osteoporosi.
Le ossa svolgono un ruolo fondamentale per fornire integrità strutturale al corpo umano, e dispongono di una forza e resistenza adeguate per proteggerci dalle fratture. Sono dotate di una componente proteica e di una componente mineralizzata: la componente mineralizzata, che conferisce resistenza e flessibilità, viene sempre rinnovata da alcune cellule che prendono il nome di osteoblasti e osteoclasti.
L’ormone estrogeno svolge un ruolo importante nel regolare il metabolismo scheletrico, in particolare modulando la funzione degli osteoblasti e degli osteoclasti, contribuendo alla formazione dell’osso e al continuo rinnovo della sua matrice. Questa sua importante funzione spiega perché la carenza degli estrogeni, che si verifica fisiologicamente durante la menopausa, predispone la donna a un rischio di osteoporosi.
L’osteoporosi è una malattia caratterizzata da una riduzione della massa ossea e dal deterioramento dell’architettura dell’osso, con conseguente aumento del rischio di frattura. A questo punto anche un lieve urto o una caduta potrebbe determinare l’insorgenza di una frattura. L’osteopenia è una condizione patologica che è determinata da una riduzione della densità minerale ossea: si tratta di una situazione di fragilità delle ossa che, in casi più gravi, può evolvere in osteoporosi. L’osteoporosi può non provocare alcun sintomo evidente fino al momento in cui si verifica una frattura.
L’osteoporosi è una condizione che può essere innescata da diversi fattori di rischio:
– Fattori di rischio modificabili: rappresentano tutte quelle condizioni che possono essere modificate e su cui bisogna attuare la prevenzione. Comprendono un’alimentazione non equilibrata e povera di calcio, uno stile di vita sedentario con assenza di attività fisica, tabagismo, abuso di alcol e caffeina (queste ultime influenzano il metabolismo del calcio).
– Fattori di rischio non modificabili: comprendono l’età (con l’avanzare dell’età aumenta il rischio), il genere (le donne in menopausa sono più esposte), la familiarità per osteoporosi.
Si stima che in Italia l’osteoporosi colpisca circa 5.000.0000 persone, di cui l’80% sono donne in menopausa. Le fratture di fragilità costituiscono un problema importante nel Sistema Sanitario Nazionale, insieme a una carenza diffusa e persistente nella prevenzione. Per combattere le complicanze di questa patologia bisogna puntare su azioni educative, con interventi sulla popolazione migliorando la comunicazione della salute, anche attraverso i servizi territoriali e gli studi di medicina generale.
Alcune indicazioni per la prevenzione sono:
- Praticare moderata attività fisica con costanza.
- Adottare un’alimentazione equilibrata, con un apporto adeguato di latte (dove il calcio si trova maggiormente) o di yogurt in condizioni di intolleranza al lattosio.
- Limitare il consumo di alcol e non abusare del caffè.
- Bere almeno 1 litro e mezzo di acqua, in quanto anch’essa contiene calcio.
- Non fumare.
- Controllare periodicamente il dosaggio della vitamina D: la vitamina D è un micronutriente fondamentale per la salute delle ossa, e un suo deficit è associato al rischio di insorgenza di osteoporosi.
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