Oss presa per i capelli, la Cgil: “la solidarietà non basta più”.

In seguito all’aggressione subita ieri mattina da un’operatrice sociosanitaria (Oss) dell’Ast di Fermo, la Cgil Funzione Pubblica ha espresso tutto il proprio sconcerto, pur dichiarando che simili episodi non sorprendono più, data la crescente pressione sulle strutture sanitarie e sul personale. Secondo il sindacato, quanto avvenuto nell’ambulatorio di Oculistica poteva accadere a chiunque, soprattutto in reparti dove i carichi di lavoro e le difficili condizioni operative sono costanti.

Causa delle aggressioni: disservizi e frustrazione dell’utenza

La Cgil sottolinea che l’escalation di aggressioni è legata principalmente alle difficoltà che i cittadini incontrano nell’accesso alle prestazioni sanitarie, alimentando frustrazione e rabbia. Negli scorsi mesi, il sindacato aveva più volte manifestato le proprie preoccupazioni alla Direzione Aziendale dell’Ast, proponendo persino l’introduzione di un protocollo specifico per migliorare la sicurezza nel punto di primo intervento di Amandola. Tuttavia, la Cgil ribadisce che la soluzione non può essere un semplice inasprimento delle pene per i responsabili o l’installazione di sistemi di videosorveglianza, come recentemente finanziato con 2,2 milioni di euro.

La vera soluzione: investire in personale e risorse

Per la Cgil, l’unica strada percorribile è investire nel personale e nelle risorse. “È impensabile che un’azienda sanitaria, già in carenza di fondi e personale rispetto ad altre Ast regionali, debba garantire l’apertura di nuovi servizi senza il necessario supporto economico da parte della Regione Marche”, si legge nella nota. A questo si aggiunge la difficoltà di velocizzare i processi burocratici, poiché persino gli uffici amministrativi sono sotto organico, rallentando la gestione delle graduatorie e l’assegnazione di nuove risorse.

Appello alla Giunta Regionale: un cambio di rotta urgente

La Cgil conclude lanciando un appello alla Giunta Regionale affinché intervenga con un deciso cambio di rotta. “Se vogliamo evitare di trovarci sempre più spesso a esprimere solidarietà ai lavoratori aggrediti e alle vittime di un sistema sanitario in declino, è necessario restituire dignità alla sanità fermana, partendo dalle risorse necessarie per garantire un servizio efficiente e sicuro”.

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