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OSS: Azienda mi vuole in Pensione ma io non me lo posso permettere.

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Lettera di un’OSS che sta ricevendo continui inviti da parte della propria azienda a richiedere il pensionamento anticipato. Ma lei purtroppo è costretta a desistere.

“Cara Redazione,

mi rivolgo a voi con la speranza di condividere la mia storia e di dare voce a una situazione che, purtroppo, riguarda molti lavoratori nel nostro Paese. Sono un Operatore Socio Sanitario (OSS) e, nonostante abbia raggiunto l’età pensionabile, mi trovo costretta a continuare a lavorare per motivi economici.

Lavoro in questo settore da quasi vent’anni e prima ero ausiliaria. Ho dedicato la mia vita al servizio degli altri, prendendomi cura di persone fragili e bisognose di aiuto. È un lavoro che amo, che mi ha dato tanto in termini di soddisfazioni personali, ma è anche un lavoro molto impegnativo fisicamente e mentalmente.

Ora, prossima alla pensione, mi trovo di fronte a una scelta difficile. La mia azienda ha iniziato a insistere affinché io richieda la pensione anticipata, facendomi sgarbatamente capire che serve che io vada per fare spazio a personale più giovane. Tuttavia, la mia situazione economica non mi permette di lasciare il lavoro. Con il solo assegno pensionistico non riuscirei a sostenere le spese quotidiane e a mantenere un tenore di vita dignitoso, anche perchè ho un marito disabile a carico.

Chiedo quindi un parere: la mia Azienda ha diritto di farmi sentire quasi obbligata ad andare in pensione? Al sindacato dicono di no, ma che non posso neanche procedere in merito. Ho quindi deciso di scrivere sul vostro giornale per far conoscere un’altra faccia della sanità italiana. Quella per cui io a 63 anni sono un peso.

Grazie per avermi dato l’opportunità di condividere la mia esperienza.

Cordialmente,

Maria Rosa Puddu”.

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