Operatori Socio-Sanitari: il primo Presidio di Protesta Davanti alla Prefettura di Bergamo.
Manifestazione del Personale di RSA e RSD.
Qualche mattina fa ha avuto luogo la quarta manifestazione nazionale, la prima in città, organizzata dal personale delle RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) e RSD (Residenze Sanitarie per Disabili). La protesta è stata condotta davanti alla Prefettura di Bergamo, in risposta alla mancanza di riconoscimento e retribuzione adeguata per il lavoro svolto dal personale socio-sanitario durante e dopo la pandemia di COVID-19.
Importanza del personale Socio-Sanitario Durante la Pandemia.
Durante la pandemia, gli operatori socio-sanitari sono stati fondamentali per la cura dei cittadini più vulnerabili, come anziani e persone con disabilità. Nonostante il loro impegno sia stato lodato e definito eroico, una volta terminata l’emergenza, il loro sforzo non è stato più adeguatamente riconosciuto né finanziariamente né contrattualmente.
Scadenza e rinnovo del Contratto Nazionale UNEBA.
Il contratto nazionale UNEBA, scaduto nel 2019, non è stato rinnovato, portando i sindacati CGIL, CISL e UIL a negoziare per miglioramenti salariali e contrattuali. Dopo 18 mesi di trattative, è stato proposto un aumento di soli 50 euro lordi mensili (3,8% del salario attuale), accompagnato dalla rinuncia a certi diritti previsti dal contratto scaduto. Questa proposta è stata ritenuta inadeguata dai sindacati, che hanno proclamato lo stato di agitazione nazionale.
Presidi di protesta e sciopero nazionale programmato.
Il presidio di protesta davanti alla Prefettura di Bergamo è il quarto a livello nazionale e ha chiesto un aumento salariale minimo del 17%. In Val Seriana, è stato raggiunto un compromesso che prevede un aumento di 1 euro all’ora per un totale di 163 ore mensili. Tuttavia, l’UNEBA non ha ancora accettato questa proposta e ha richiesto l’intervento del governo italiano per contribuire agli aumenti salariali, una richiesta considerata anomala.
Un importante segnale.
La manifestazione di oggi è un segnale della crescente insoddisfazione tra il personale socio-sanitario per le condizioni lavorative e salariali post-pandemia. Con lo sciopero nazionale programmato per il 16 settembre, i sindacati sperano di ottenere maggiori concessioni e miglioramenti contrattuali, sottolineando l’importanza di garantire un adeguato riconoscimento e supporto a questi lavoratori essenziali.
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