Nursing Up, De Palma: «Migliaia di infermieri indiani per tappare le falle delle nostre carenze, mentre paradossalmente il piano assunzioni interno slitta al 2026!»
ROMA, 25 ottobre 2024 – «Per gli infermieri italiani e per tutti gli altri professionisti ex legge 43/2026, dalla Manovra in atto, arriveranno solo le briciole, addirittura con un raddoppio dell’indennità di specificità che, per quanto debba essere considerato legittimamente un nostro traguardo, e questo ci rende certamente fieri del risultato conseguito, sarà addirittura tristemente “rateizzato”, ed escluderà le ostetriche, senza dimenticare il pericoloso immobilismo in cui sono piombate, ad oggi, le trattative contrattuali, visto che le risorse sono davvero “risicate”.
E mentre sindacati come il nostro si preparano a indossare, gioco forza, elmetto e scudo, e a scendere in piazza, in prima linea, accanto ai medici, per la manifestazione di protesta del prossimo 20 novembre, data che coincide anche con la proclamazione dello sciopero nazionale dei professionisti sanitari, apprendiamo, paradosso dei paradossi, dell’ufficializzazione dell’arrivo di circa 30mila infermieri indiani, grazie ad un accordo bilaterale fortemente voluto dal nostro Ministro della Salute, Orazio Schillaci.
E come se non bastasse, proprio in relazione ad un modus operandi assolutamente non condivisibile da parte nostra, che vede, gli infermieri e gli altri professionisti sanitari, letteralmente arrancare, alle prese con una valorizzazione economico-contrattuale lontana anni luce, ecco che la nostra Federazione degli Ordini delle Professioni Infermieristiche, per bocca della Presidente, asserisce pubblicamente che non si può arginare un fenomeno tipico del mercato globale. In questo modo, sembra, diciamo sembra, che la FNOPI accolga come normale amministrazione le scelte di una quanto mai controversa politica sanitaria.
I fatti parlano chiaro, e ci sorprende che per la FNOPI tutto rientri nel normale “dinamismo di un mercato globale”.
Il famoso piano triennale di assunzioni dei professionisti sanitari è stato addirittura rinviato al 2026, per palese mancanza di fondi, mentre pare che siano alle porte migliaia di infermieri indiani per tappare le falle di una carenza infermieristica che, paragonata all’Europa, tocca oggi cifre “abnormi”, ovvero 175-220mila unità».
Si esprime così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
De Palma si chiede senza mezzi termini: «Quali sono i motivi che portano a non opinare una scelta così rischiosa, mentre migliaia di infermieri italiani soffrono condizioni lavorative sempre più precarie e senza alcuna valorizzazione professionale? L’accordo con l’India non risolve certo a lungo termine i problemi strutturali della sanità italiana, e sposta ancora una volta l’attenzione dal vero problema: il mancato investimento nei nostri giovani, nelle risorse interne, nelle forze che abbiamo in casa».
«Lo stato d’animo degli infermieri che fanno capo al nostro sindacato è quello di chi si chiede, ormai senza mezzi termini, se chi accoglie come normale amministrazione questi provvedimenti stia o meno dalla loro parte. E’ inevitabile questo interrogativo», prosegue De Palma.
«D’altronde, il numero dei giovani che chiedono di diventare infermieri continua a precipitare di anno in anno, e l’unico riconoscimento che otteniamo è una manovra finanziaria che, per l’indennità di specificità prevede un aumento di soli 7 euro netti, che, peraltro, arriveranno non prima del 2025, e forse altri 60 euro, ma solo dal 2026! Questa cifra è ben lontana dai 453 milioni che avevamo richiesto. Vengono addirittura escluse le ostetriche e comunque è legata a un contratto che, ma qui il condizionale è d’obbligo, non sarà discusso prima di due anni».
Nursing Up non si limita a denunciare le carenze della manovra finanziaria, ma invita a riflettere anche sullo stato dell’arte delle attuali trattative per il rinnovo del CCNL Sanità 2022/24 : «Non si possono accettare proposte che non differenziano adeguatamente le retribuzioni tra infermieri e altri operatori sanitari. La differenza dell’aumento tra un infermiere e un assistente dell’area inferiore è di soli 8 euro lordi al mese. Questo non è un riconoscimento della nostra professionalità, ma una vera e propria presa in giro».
De Palma, si concentra sul piano per il reclutamento degli infermieri indiani: «Non si tratta solo di una questione economica, ma anche di sicurezza e competenza linguistica. Un infermiere italiano che oggi vuole lavorare in Germania deve frequentare un corso di tedesco di almeno 9 mesi e raggiungere almeno un livello di tedesco B2 per essere assunto. In Italia vengono proposti corsi di lingua, forse telematici, della durata anche di sole 4 settimane. Come possiamo garantire la sicurezza dei pazienti e la serenità dei nostri colleghi italiani, già sovraccaricati di responsabilità, con una formazione linguistica così limitata?».
Inoltre, De Palma sottolinea come l’urgenza di tappare le falle del sistema sanitario, attraverso l’accordo con l’India, si scontri con il rinvio al 2026 del maxi piano assunzioni per i professionisti italiani: «30mila infermieri indiani arriveranno mentre noi aspettiamo ancora il piano assunzioni promesso dal governo? Sarebbe questa la politica sanitaria che tutela cittadini e professionisti?
A quanto ne sappiamo, nella maggior parte dei casi, gli infermieri indiani saranno impiegati nelle nuove strutture previste dalla Missione 6 del Pnrr, ovvero le Case e gli Ospedali di Comunità.
Come possiamo immaginare di rilanciare la sanità territoriale con il solo personale straniero, oltre tutto con alle spalle solo poche settimane di corso di italiano? In tal senso ci auguriamo che non sia seguito il pessimo esempio della Lombardia con gli operatori sudamericani, e attendiamo di comprendere i tempi del periodo di formazione degli infermieri indiani, anche se di base non siamo e non saremo mai d’accordo con queste scelte», continua De Palma.
«Immaginate questi infermieri, e il loro impatto nell’articolato equilibrio di una equipe sanitaria? Ve li immaginate davanti al carrello dei farmaci? Chi ci garantirà che conoscono sufficientemente i medicinali? Vi rendete conto di come potrebbero pesare sulla già difficile quotidianità dei colleghi italiani che dovranno in qualche modo super visionarli?».
Infine, il numero uno del Nursing Up conclude con una riflessione: «Ci meraviglia che queste riflessioni non siano arrivate dalla FNOPI. Un conto è investire sui talenti una tantum, ed è sacrosanto favorire l’emigrazione ed aprire le porte a studenti stranieri, un altro è ricorrere all’estero per evitare di occuparsi dei nostri professionisti, tralasciando la necessità improrogabile di restituire appeal alla professione, valorizzando economicamente e contrattualmente i professionisti italiani.
Il 20 novembre sciopereremo! E sarà una data fatidica per il presente e il futuro di una professione che non può essere più relegata al ruolo di “eterna Cenerentola”. Anche perché, conclude De Palma, questa rischia di essere tutt’altro che una favola a lieto fine».
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