Nursing Up, “CCNL sanità 2022-2024: le singolari interpretazioni dell’Aran e le nostre richieste ignorate”.
De Palma: “Screditato dalla coerenza dei fatti, il maldestro tentativo dell’ARAN prova a far credere di aver accolto le nostre proposte contrattuali. Confronto sì, ma un deciso no a strumentalizzazioni.”
Roma, 20 gennaio 2025 – «Il Presidente dell’ARAN ha sostenuto, in più occasioni, e con riferimento alle trattative contrattuali per il rinnovo del CCNL Sanità 2022-2024, di aver accolto tutte le richieste avanzate da Nursing Up.
Ancora una volta siamo di fronte ad un maldestro, quanto sterile ed improvvido tentativo di “reinterpretare la realtà” a proprio uso e consumo!». Esordisce così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Sindacato Nursing Up.
LE TRE VERITÀ NON DETTE DALL’ARAN
1. SULLE PROGRESSIONI DI CARRIERA
Nursing Up ha chiesto che l’accesso all’area di elevata qualificazione fosse garantito a tutti i professionisti sanitari, ovvero infermieri, ostetriche ed altre professioni sanitarie, senza alcuna esclusione. In particolare, abbiamo richiesto, sia formalmente che oralmente, da ultimo in occasione delle sedute negoziali del 13 e 14 gennaio, di includere non solo chi possiede una laurea magistrale, come già prevede l’attuale contratto, ma anche coloro che hanno una laurea triennale e coloro che, senza una laurea triennale, vantano titoli equipollenti per legge (Diplomi Scuole Regionali).
L’ARAN, invece, pur sostenendo di voler venire incontro alle nostre richieste, ha scelto di non inserire i professionisti con titoli equipollenti, e quindi di escludere, di fatto, infermieri, ostetriche e altri professionisti sanitari che possiedono diplomi regionali, nonostante ricoprano ruoli di pari responsabilità. Questo crea una divisione inaccettabile, lasciando fuori più del 50% del personale sanitario interessato.
2. ECM E FORMAZIONE DEI PROFESSIONISTI SANITARI
Abbiamo chiesto che la formazione continua per infermieri e professionisti sanitari fosse inclusa nell’orario lavorativo, per favorire un aggiornamento costante senza penalizzare i lavoratori, ma non ci siamo limitati a fare questo, perché abbiamo dettagliato all’ARAN, sia per iscritto che oralmente, da ultimo in occasione delle sedute negoziali del 13 e 14 gennaio, cosa significasse questo per Nursing Up, e cioè “due ore settimanali dedicate esclusivamente alla formazione ECM, quindi da espungere alle 36 ore lavorative settimanali previste dal vigente contratto”.
Abbiamo anche richiesto “24 ore annuali in più”, destinate ai professionisti sanitari per la formazione ed aggiornamento NON ECM, beninteso aggiuntive rispetto a quelle che il nuovo contratto prevede per tutte le altre categorie non sanitarie. Questo sarebbe stato un passo fondamentale per garantire un aggiornamento continuo e una qualità sempre alta dell’assistenza.
L’ARAN ha ignorato entrambe le richieste, limitandosi a confermare l’attuale disciplina, che già prevede che la formazione ECM sia inclusa nell’orario di servizio, provando a far credere di aver risposto favorevolmente solo allo scopo di insinuare dubbi sulla nostra credibilità, come se le nostre richieste al tavolo non fossero mai state depositate. Inoltre, non ha neppure considerato le 24 ore aggiuntive per la formazione non ECM, ignorando così un’esigenza cruciale per i professionisti sanitari.
3. SULLA TUTELA DEGLI OVER 60
Nursing Up “ha chiesto l’esonero dai turni notturni e dalle pronte disponibilità per i lavoratori sopra i 60 anni, per tutelare la loro salute.
L’ARAN, invece, ha introdotto una norma vaga, che lascia questa decisione alla discrezione del comitato paritetico e, comunque, alle singole aziende sanitarie. Questo approccio non offre alcuna tutela concreta e rischia di lasciare i lavoratori senior in balia di decisioni aziendali che, come tutti sappiamo, troppo spesso sono orientate a garantire solo la funzionalità di servizi costantemente sotto organico, a dispetto del benessere psico fisico dei lavoratori.
«Abbiamo elencato solo 3 aspetti, continua De Palma, che tuttavia Nursing Up considera imprescindibili. Questo significa che ogni altra problematica accolta da parte ARAN nell’ambito del confronto dialettico, non cancella l’esigenza di affrontare e risolvere le questioni delle quali parliamo».
8 MISERI EURO LORDI DI DIFFERENZA TRA L’AUMENTO DELLO STIPENDIO TABELLARE MENSILE DI UN ASSISTENTE E QUELLO DI UN INFERMIERE, OSTETRICA O FISIOTERAPISTA. QUESTO C’È SCRITTO NELLA TABELLA ALLEGATA AL CONTRATTO CHE VOLEVANO FARCI FIRMARE.
Ma dove siamo arrivati?
Per non tirare in ballo altri nodi critici, richiamiamo, ma solo per brevità, quello dell’assistente infermiere e dell’infermiere di famiglia, il primo inserito nel testo contrattuale notte tempo, forse con la speranza che passasse inosservato, il secondo ancora drammaticamente assente. Siamo pronti ad elaborare un documento di dettaglio, se fosse necessario,
Riguardo proprio all’assistente infermiere, Nursing Up ha ribadito il proprio netto dissenso sulla proposta, introdotta nella bozza di contratto da parte di ARAN, di prevedere la figura dell’assistente infermiere, per le ragioni ormai note ai più, e senza alcuna coeva ed adeguata valutazione dei rischi per la qualità dell’assistenza sanitaria.
Ora, pur evitando di addentrarci nella complessa e disarmante parte economica del CCNL, che certamente ci riserviamo di commentare punto per punto nei prossimi giorni, ci chiediamo ad oggi: perché l‘ARAN non ha raccontato che, nel contratto che avrebbe voluto far firmare, la differenza tra l’aumento dello stipendio tabellare di un infermiere, di un’ostetrica o un fisioterapista, rispetto a quello di un assistente (e quindi del previsto assistente infermiere), è solo di 8 euro lordi al mese?
Una vergogna!
Per non parlare poi del caso infermieri di famiglia, una figura prevista da una legge del 2020 (e non da un semplice accordo Stato Regioni), ma che ad oggi non ha ancora trovato alcun inserimento reale nel contratto. Perché non si è agito con la stessa celerità dell’assistente infermiere, inserendo nel contratto questa figura essenziale per il rilancio della sanità territoriale?
Perché gli infermieri di famiglia continuano a essere ignorati?
Perché nessun sindacato ha alzato gli scudi per ottenere un dignitoso inquadramento contrattuale degli infermieri di famiglia?
Come è possibile infliggere questo colpo basso ai dipendenti del SSN, avallando l’introduzione dell’assistente infermiere che, seppur conseguenza di un accordo Stato/Regioni, rappresenta l’ennesimo controproducente e pericoloso paradosso?
LA NOSTRA RICHIESTA: UN CONFRONTO TRASPARENTE
«Ribadiamo la nostra disponibilità a confrontarci con l’ARAN in ogni momento, ma su basi chiare e senza strumentalizzazioni.
Risponderemo volta per volta, a chiunque pensasse di reinterpretare la realtà a proprio uso e consumo, sia che si tratti di ARAN, che di altri, compreso qualcuno tra i sindacati pronti, con la penna in mano, per firmare la bozza proposta. Non accetteremo che i diritti dei professionisti sanitari vengano sacrificati per giochi politici o scelte miopi. La qualità dell’assistenza infermieristica, e quella dei servizi sanitari del SSN, deve essere la priorità assoluta», conclude De Palma.
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