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Nursing Up alza la voce: serve Contratto nuovo per gli Infermieri, il Governo è assente!

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Salute, Contratto Sanità 2022-2024. Sesta Giornata Trattative. Nursing Up alza la voce. Su concreta valorizzazione infermieri il Governo latita! Si preannuncia un autunno di forti proteste! 

Si è conclusa un’altra delicata giornata di trattative, la sesta, nell’ambito del complesso percorso che conduce al nuovo Contratto della Sanità 2022-2024. L’ultima prima dell’interruzione del mese di Agosto.

Al termine della seduta, il capo delegazione del Nursing Up, Antonio De Palma, nell’informare i media e la collettività sull’evoluzione delle discussioni in corso, non usa mezzi termini nell’esporre la gravità della situazione.

«Siamo ben lontani dal veder realizzati i precetti delineati da Comitato di Settore  e Regioni nel loro atto di indirizzo. Le proposte che ci vengono sottoposte oggi offendono nel vero senso della parola i professionisti dell’assistenza.

La strada per un autunno caldo all’insegna delle proteste e delle lotte di piazza sembra disegnata.

Altro che contratto attento alle esigenze dei professionisti sanitari. Parlano i fatti. In assenza di ulteriori risorse , ci troviamo oggi costretti a dare il via a nuove iniziative di lotta, con il coinvolgimento della cittadinanza e delle altre organizzazioni sindacali!». 

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.

Nursing Up, passa poi ad analizzare, punto per punto, le difficoltà incontrate nel percorso di rinnovo del contratto della sanità, la cui ultima seduta, in ordine di tempo, si è tenuta ieri:

–  Vogliono portare da 7 a 10 i turni di pronta disponibilità che l’azienda può chiedere di effettuare, in un solo mese, al dipendente. Peccato che in questo modo, dando possibilità alle aziende di prevedere fino a 10 turni da 12 ore in un mese, si metterebbe seriamente a repentaglio la sicurezza dei pazienti.

– Nessuna risposta è ancora arrivata, rispetto alla nostra richiesta di aumento di quella miserevole indennità di Pronta disponibilità, pari a 1,80 euro “lordi”, all’ora, che il contratto attuale prevede per i nostri professionisti. Una retribuzione inaccettabile!

– Nessun esonero certo dai turni di notte viene previsto per i colleghi che hanno superato i 62 anni di età, come abbiamo chiesto noi, e che non ce la fanno più, a garantire questa pesante tipologia di rotazione.

– Ci propongono di lavorare oltre l’orario normale di lavoro, mediante le cosiddette “prestazioni aggiuntive”, ma ciò nonostante, pretendono di pagarci meno di quanto la maggior parte delle regioni paga oggi per ogni ora di impegno.

– L’Aran insiste nel prevedere la laurea magistrale come condizione per l’accesso all’area di elevata qualificazione, in tal modo mortificando e disconoscendo la professionalità e l’esperienza acquisite da migliaia di professionisti sanitari!

– Proprio non ci piace che l’Aran voglia portare da 15 a 10 anni il requisito di anzianità previsto come condizione per attribuire gli  incarichi al personale di cui si parla. 

– ECM: ancora non ci siamo! Nursing Up ha chiesto di uniformare, per i professionisti sanitari soggetti ad obbligo ECM, le previsioni del CCNL comparto a quello della dirigenza medica.

Nursing Up vuole, con determinazione, fatti concreti da parte dell’Esecutivo.  

E’ necessario per tanto uno stanziamento aggiuntivo ad hoc, di almeno 453 milioni di euro, indispensabili per il raddoppio delle indennità di specificità infermieristica e per la sua estensione alle ostetriche, e di almeno ulteriori 200 milioni per intervenire sulle indennità di competenza degli altri professionisti sanitari ex legge n 43/2006.

Di fronte a questo stato di cose, e nell’incomprensibile silenzio del Governo, Nursing up non ha potuto far altro che dare impulso e rilanciare, senza ulteriore indugio, le doglianze che hanno portato allo sciopero del dicembre 2023, da condividere con i lavoratori ed i cittadini interessati, preavvisando un autunno di lotte eclatanti, per la difesa prioritaria del diritto alla  salute, e per il diritto sacrosanto dei professionisti sanitari ad un lavoro dignitoso, compatibile con la vita personale e familiare, retribuito in maniera finalmente accettabile.

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