Nuovo Profilo OSS e Assistenti Infermieri: quando la gatta frettolosa partorisce i gattini ciechi.
Il dibattito riguardante la revisione del profilo dell’Operatore Socio Sanitario (OSS) e l’istituzione della nuova figura dell’Assistente Infermiere ha sollevato numerose reazioni e riflessioni, e il tema è stato al centro dell’attenzione di molti professionisti e stakeholders del settore sanitario.
La recente discussione, riportata anche da AssoCareNews.it il 3 ottobre, sottolinea che la cronica carenza di infermieri ha contribuito alla necessità di sviluppare nuove figure professionali come l’Assistente Infermiere (o “Super OSS”).
Tuttavia, le criticità emerse non sono poche, e i diversi commenti evidenziano che questo progetto, sebbene porti novità, potrebbe essere stato sviluppato troppo frettolosamente.
Carenze e Opportunità nella Definizione dell’Assistente Infermiere
Il percorso che ha portato alla creazione dell’Assistente Infermiere si basa sulla constatazione di uno scarso impatto della formazione complementare degli OSS (OSS FC) introdotta con l’Accordo Stato-Regioni del 2003. Tuttavia, questo “scarso impatto” è anche da attribuire alla mancanza di una reale integrazione contrattuale e organizzativa di queste figure nei sistemi sanitari regionali.
Alcuni aspetti positivi della nuova figura sono evidenziati, come la definizione delle responsabilità (artt. 1 e 4), i requisiti curricolari per l’accesso al corso e la durata della formazione, portata a 500 ore (contro le 300 della precedente OSS FC). È inoltre ben definito il ruolo del Coordinatore del Corso, riservato a un infermiere con laurea magistrale.
Tuttavia, emergono anche delle preoccupazioni:
- Tirocini e Tutoraggio. Sebbene il tirocinio e il tutoraggio siano ben delineati (art. 13), c’è il timore che in alcuni contesti lavorativi, ancorati a modelli organizzativi obsoleti, la validità del tirocinio possa essere compromessa.
- Commissione di Esame. La composizione della commissione d’esame, che prevede due infermieri designati dall’Ordine Professionale, è giudicata positiva, ma si sottolinea l’importanza di evitare conflitti di interesse e garantire imparzialità.
- Aggiornamento Professionale. Viene stabilito un aggiornamento obbligatorio di un’ora al mese lavorato (art. 17), ma una distribuzione più flessibile, come 12 ore annuali, sarebbe stata preferibile.
Riflessioni sulla revisione del Profilo dell’OSS.
La figura dell’OSS, pur avendo un ruolo cruciale nell’assistenza sanitaria, è stata spesso sottovalutata e sfruttata in maniera impropria in molte regioni. La revisione del profilo professionale dell’OSS tenta di rispondere alle profonde modificazioni del contesto sociosanitario, tra cui l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle cronicità e della multimorbilità, ma questo aggiornamento da solo potrebbe non essere sufficiente se non accompagnato da riforme organizzative più ampie.
Alcune criticità specifiche riguardano:
- Requisiti di Ammissione al Corso: Il possesso del diploma di scuola dell’obbligo (art. 7) sembra un criterio di ammissione poco ambizioso, considerando l’evoluzione delle competenze richieste per questa figura.
- Coordinamento del Corso: Il profilo del Coordinatore del Corso di OSS è meno rigido rispetto a quello dell’Assistente Infermiere, aprendo il rischio che persone senza competenze adeguate possano assumere ruoli di formazione.
- Tirocinio: In alcune regioni italiane, la figura dell’OSS è ancora assente o utilizzata in modo scorretto, il che rende difficile realizzare tirocini formativi validi.
- Commissione di Esame e Aggiornamento: Anche qui emerge la necessità di una commissione di esame più qualificata e l’introduzione di un aggiornamento professionale più organico e meno frammentato.
L’Impatto delle organizzazioni e il futuro degli OSS.
Uno dei punti critici sollevati riguarda la disconnessione tra l’evoluzione normativa e formativa degli OSS e il mancato aggiornamento delle strutture organizzative sanitarie. Anche se il profilo dell’OSS è stato rivisitato, le organizzazioni che dovrebbero integrare questi professionisti non sempre sono pronte a farlo. La revisione dei profili e dei contenuti formativi deve essere accompagnata da un profondo cambiamento organizzativo, che richiede una leadership forte e una visione innovativa, elementi che spesso mancano nel sistema sanitario italiano.
La necessità di ridefinire il Profilo dell’Infermiere.
In parallelo a queste modifiche, emerge la necessità di una riformulazione del profilo dell’infermiere, istituito oltre 30 anni fa. L’evoluzione dei percorsi formativi (laurea di I e II livello) e delle competenze infermieristiche richiede che anche questo ruolo venga aggiornato per rispondere ai bisogni attuali, e per allinearlo meglio con le altre professioni sanitarie e con le figure emergenti come l’Assistente Infermiere.
Forse non sempre rinnovare significa rimodernizzare.
La revisione del profilo dell’OSS e la creazione della figura dell’Assistente Infermiere rappresentano un tentativo di modernizzare il sistema assistenziale italiano, ma vi sono numerosi punti di criticità che richiedono ulteriori riflessioni e modifiche. In particolare, l’assenza di un reale coinvolgimento della “prima linea” del mondo professionale e il mancato aggiornamento delle organizzazioni ospedaliere e territoriali rischiano di limitare l’efficacia di queste riforme.
Solo con una reale governance disciplinare e una modernizzazione complessiva delle organizzazioni sanitarie si potrà sperare che queste modifiche portino a un miglioramento tangibile nella qualità dell’assistenza e nel riconoscimento delle figure professionali coinvolte.
Ma alla fine chi pensa veramente agli Assistiti?
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