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Nuova figura dell’Assistente Infermiere: accordo Stato-Regioni e le criticità irrisolte.

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Nei giorni scorsi, durante una conferenza stampa al Parlamento, è stato annunciato l’accordo tra Stato e Regioni per l’introduzione della nuova figura dell’Assistente Infermiere (AI). Un passo che, secondo le istituzioni, dovrebbe rispondere alla carenza di personale infermieristico, soprattutto nelle RSA (Residenze Sanitarie Assistite). Tuttavia, associazioni di categoria come la Federazione Migep e gli Stati Generali dell’OSS (SHC OSS) hanno espresso forti perplessità riguardo a questa decisione.

Un accordo politico che svaluta gli OSS.

L’accordo viene percepito come un compromesso politico, realizzato senza una consultazione adeguata con tutte le parti interessate. Le principali preoccupazioni sollevate riguardano il rischio di svalutazione della figura dell’OSS (Operatore Socio-Sanitario). Gli attuali OSS con Formazione Complementare (FC) e i nuovi Assistenti Infermieri, infatti, avranno sostanzialmente le stesse mansioni, ma senza che venga chiarito un inquadramento giuridico ed economico definito. Questo crea confusione e incertezza su come verrà gestita la transizione.

Problemi irrisolti e domande aperte.

  • Secondo la Federazione Migep e SHC OSS, numerosi aspetti chiave rimangono senza risposta. Tra questi:
  • Inquadramento e retribuzione: Come saranno retribuiti e con quali contratti verranno assunti gli Assistenti Infermieri?
  • Carenza di fondi: Non è stato chiarito dove saranno reperiti i fondi per sostenere questa nuova figura professionale.
  • Rischio di abuso di professione: Si teme che gli Assistenti Infermieri possano essere chiamati a svolgere mansioni che attualmente competono agli infermieri laureati, senza la necessaria tutela legale prevista dalla Legge Gelli.
  • Assenza di una carta etica: Nonostante le responsabilità crescenti, non è stato definito un quadro deontologico chiaro per questa figura.

La questione della sanatoria.

Un altro punto critico è la proposta di una sanatoria per coloro che, in possesso della sola licenza media, abbiano lavorato come OSS per almeno cinque anni negli ultimi otto. Se da un lato potrebbe risolvere temporaneamente la mancanza di personale, dall’altro rischia di abbassare la qualità assistenziale, specialmente nelle RSA, dove l’attenzione e la professionalità del personale sono fondamentali per garantire cure adeguate ai pazienti più fragili.

Qualità assistenziale a rischio?

Le associazioni di categoria denunciano che questa nuova figura potrebbe rispondere più alle esigenze economiche delle RSA che non a quelle di miglioramento dell’assistenza. La mancanza di supervisione diretta da parte degli infermieri, soprattutto in contesti come l’assistenza domiciliare, solleva forti dubbi sulla reale efficacia di questa riforma. Inoltre, il provvedimento non risponde in modo adeguato alle richieste degli OSS, che chiedono da anni il riconoscimento delle loro competenze, specialmente per chi ha seguito percorsi di formazione complementare.

Sicuro che l’Assistente Infermiere risolverà la carenza di Infermieri e OSS?

Mentre il governo sembra vedere nell’Assistente Infermiere una soluzione ai problemi di carenza di personale, le associazioni di categoria sollevano forti critiche sulla sostenibilità e l’efficacia della riforma. Le domande riguardanti retribuzione, inquadramento, formazione e supervisione restano senza risposta, mentre il rischio di un abbassamento della qualità assistenziale rimane una preoccupazione reale. La Federazione Migep e SHC OSS chiedono un confronto aperto e trasparente per evitare che una soluzione temporanea si trasformi in un problema più grave per il sistema sanitario.

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