Notte di panico in RSA: OSS costretta a posizionare un catetere vescicale da sola per salvare un paziente.
Un episodio al limite ha scosso una Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) di Verona nelle scorse settimane, portando alla luce le difficili condizioni in cui spesso si trovano ad operare gli operatori socio-sanitari (OSS), costretti a superare i propri limiti professionali di fronte a situazioni di emergenza. A raccontare la vicenda, con il coraggio di chi sa di aver agito per il bene del paziente pur rischiando conseguenze sul lavoro, è Maria Cataneo (nome di fantasia), una OSS che studia Infermieristica al terzo anno.
Erano circa le 22.00, durante il consueto giro letti notturno, quando un paziente della struttura ha manifestato un disagio crescente. L’uomo, come poi ricostruito, si era involontariamente sfilato il catetere vescicale precedentemente posizionato, probabilmente durante il giro letti del turno precedente. Il campanello d’allarme ha iniziato a suonare ripetutamente, segnalando un dolore lancinante al basso ventre del paziente.
Maria, accorsa immediatamente, si è trovata di fronte a una situazione critica. Il 118, contattato per l’emergenza, comunicava la mancanza di ambulanze disponibili in quel momento, lasciando la struttura senza un immediato supporto medico. Anche il tentativo di coinvolgere la Guardia Medica si è rivelato vano.
Di fronte al crescente malessere dell’assistito, Maria ha preso una decisione difficile e rischiosa. Forte delle sue conoscenze acquisite durante gli studi universitari in Infermieristica e delle volte in cui aveva affiancato i colleghi infermieri nella procedura, l’OSS ha scelto di intervenire autonomamente e posizionare un nuovo catetere vescicale al paziente. Un atto che esulava dalle sue mansioni e che avrebbe potuto costarle il posto di lavoro.
Con lucidità e determinazione, Maria ha portato a termine la procedura con successo. Il sollievo del paziente è stato immediato, segnando la risoluzione di un’emergenza che avrebbe potuto avere gravi conseguenze.
La mattina seguente, Maria ha raccontato l’accaduto ai colleghi infermieri del turno. Invece di una prevedibile denuncia, ha trovato comprensione e silenzioso supporto. Gli infermieri, dopo aver verificato la corretta esecuzione della manovra e il benessere del paziente, hanno scelto di non riferire l’episodio alla dirigenza della RSA. Un tacito accordo, dettato probabilmente dalla consapevolezza delle difficoltà operative e dalla constatazione dell’efficacia dell’intervento di Maria.
La vicenda è rimasta celata fino ad oggi, quando Maria Cataneo ha deciso di rompere il silenzio e raccontare la sua storia ad AssoCareNews.it. Una testimonianza che riapre il dibattito sul ruolo e le responsabilità degli OSS, soprattutto in contesti di carenza di personale e di emergenze impreviste, e sulla necessità di garantire sempre la migliore assistenza ai pazienti, anche quando ciò comporta scelte difficili e personali assunzioni di rischio.
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