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Medici, On. Ricciardi: Una proposta di legge per modificare la Legge Gelli Bianco.

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Intervista esclusiva all’Onorevole Marianna Ricciardi, medico e deputata per il Movimento 5 Stelle, che ha presentato una proposta di legge per modificare alcune parti della Legge Gelli-Bianco.

Dalla sua votazione nel 2017, la Legge Gelli-Bianco sulla responsabilità in ambito medico è stata al centro di alcune controversie. Quali sono stati gli effetti di questa legge che l’hanno portata a voler presentare una proposta di legge in merito?

La legge Gelli-Bianco era un contenitore conservatore, che intendeva in pratica  cambiare tutto per non cambiare nulla. La principale novità della legge è stata l’introduzione di una causa di non punibilità: “Qualora l’evento si sia verificato a causa di imperizia, la punibilità è esclusa quando sono rispettate le raccomandazioni previste dalle linee guida come definite e pubblicate ai sensi di legge ovvero, in mancanza di queste, le buone pratiche clinico-assistenziali, sempre che le raccomandazioni previste dalle predette linee guida risultino adeguate alle specificità del caso concreto”.

Volendo semplificare, con la modifica dell’articolo 590-sexies del Codice penale, il legislatore ha voluto così rivedere la responsabilità penale: i medici che arrecano danni ai pazienti, rispettando le migliori pratiche clinico/assistenziali, se queste pratiche sono adeguate al caso concreto, non sono soggetti a responsabilità. È una definizione tautologica per cui la stessa Corte di Cassazione, prima di elaborare una interpretazione molto sofisticata, aveva ritenuto completamente priva di significato logico la legge: quale può essere la colpa di un medico, o più in generale di un professionista, se ha fornito al paziente cure in linea con le migliori pratiche clinico/assistenziali? Mi chiedo davvero il senso di emanare una legge del genere se non l’irrefrenabile pulsione della politica di far vedere di aver fatto qualcosa… il fatto che poi la legge avesse o meno ricadute pratiche era secondario.

E infatti l’impatto della legge sul contrasto al fenomeno della medicina difensiva è stato pressoché marginale. Il problema però non è assolutamente di poco conto, considerato che le stime più recenti ci dicono che il costo della medicina difensiva si aggira intorno ai 10 miliardi di euro l’anno, oltre ad incidere sul 25% circa delle prestazioni sanitarie, con conseguenti ricadute sulle liste di attesa.

In che modo la Sua proposta di legge ha l’obiettivo di migliorare il testo della legge Gelli-Bianco, tutelando il personale medico da eventuali attuazioni improprie?

L’obiettivo della mia proposta è incidere per quel che riguarda un grave problema della responsabilità penale dei medici, che non è rappresentato dalle condanne. Nelle denunce per colpa medica spesso vengono indagati tutti i professionisti che compaiono sulla cartella clinica, indipendentemente da una loro reale plausibile colpa, e queste indagini hanno un costo non indifferente, fosse solo per il fatto di doversi rivolgere a un avvocato o un CTP.

Chiarisco che io sono contraria alla depenalizzazione dell’atto medico sic et simpliciter perché, leggendo le motivazioni delle condanne in sede penale, si scopre essere in massima parte casi di malasanità inescusabile: scambio di pazienti, errore nel dosaggio o tipo di farmaco somministrato; tutte cose che nulla hanno a che vedere con la complessità della medicina e che meritano una sanzione penale.

Quello che è assurdo è però avere migliaia di medici ed infermieri ogni anno indagati per il solo fatto che i propri pazienti siano morti, in virtù della ricerca di una verità giudiziaria che si tramuta, per chi la subisce da imputato, nella ferma decisione di non voler più lavorare dove è più frequente perdere pazienti ogni giorno: in primis in pronto soccorso ma più in generale negli ospedali. Tutto questo si traduce in una fuga dagli ospedali verso i poliambulatori o in generale verso branche specialistiche di minor complessità, e quindi a più basso rischio di contenzioso medico-legale. La mia proposta di legge prevede che i medici e gli infermieri possano essere indagati solo in presenza di quegli errori (per fortuna rari) che poi effettivamente portano ad una condanna. Ho previsto infatti che, entro quattro mesi dalla data di entrata in vigore della proposta di legge, dovranno essere individuati tali errori con apposito decreto emanato dal Ministro della salute di concerto con il Ministro della giustizia, sentito il Consiglio superiore di sanità e l’Istituto superiore di sanità.

Se permette, una domanda più generale. Quale pensa siano gli obiettivi che la Politica deve perseguire rispetto alla Sanità Pubblica?

La sanità pubblica è sotto attacco, in primis da parte di quei liberali e di quei partiti centristi che guardano all’America come ad un modello da seguire; in secondo luogo è sotto attacco da parte degli alti dirigenti della classe medica, che spesso considerano i nostri ospedali le cliniche dove operare i pazienti che visitano nel privato. La sanità pubblica è infine sotto attacco degli avvocati e dei medici legali che vivono di colpa medica.

La Politica deve difendere il Servizio Sanitario Nazionale senza aver paura di scontentare le lobby che lo stanno logorando e deve tornare a credere che la Repubblica tuteli la salute quale diritto fondamentale dei cittadini.

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    Vicedirettore del quotidiano AssoCareNews.it. Infermiere Magistrale e Giornalista, autore di oltre 5000 articoli web e cartacei. Mille interessi, due figli e un cane.... ma solamente 24 ore a disposizione ogni giorno! Ciò nonostante, non perde nemmeno un tè con il suo Bianconiglio. Ha visto La Grande Bellezza di Sorrentino e non si vergogna a dire di averlo capito.

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