L’infermiere di salute mentale.

L’infermiere di salute mentale e psichiatria è un professionista sanitario che, attraverso competenze specifiche, può svolgere assistenza all’interno di strutture e servizi (territoriali e ospedalieri) che prendono in carico pazienti con problematiche di salute mentale di diverse fasce di età.

L’evoluzione dell’assistenza infermieristica in salute mentale è stata fortemente influenzata dalla storia della psichiatria e dai cambiamenti delle istituzioni psichiatriche nel corso del tempo.

Con l’affermarsi dei manicomi nel XIX secolo va a delinearsi la figura dell’infermiere psichiatrico, le cui funzioni principali riguardavano la custodia e la sorveglianza dei pazienti affetti da disturbi mentali. L’infermiere psichiatrico che prestava servizio in strutture manicomiali non riceveva alcuna formazione specifica, si limitava a mettere in atto le disposizioni del medico e utilizzava spesso mezzi di contenzione fisica. La relazione terapeutica, che ad oggi è fondamentale tra il paziente e l’infermiere, non era considerata a quel tempo e non veniva prestata attenzione alla salute mentale.
Un cambiamento importante avvenne con la Legge 180 del 1978 (Legge Basaglia), che stabilì la chiusura dei manicomi e promosse l’assistenza psichiatrica sul territorio. Questa svolta segnò una nuova centralità al ruolo dell’infermiere di salute mentale, insieme al contributo di Florence Nightingale riguardo una maggiore professionalizzazione dell’infermieristica.

L’infermiere oggi opera in tutti i servizi di salute mentale, agisce attraverso un lavoro in collaborazione con altri professionisti e contribuisce alla presa in carico globale non solo del singolo paziente ma anche della sua famiglia. Studi e ricerche affermano come il ruolo dell’infermiere sia cruciale nella cura e nella gestione di pazienti psichiatrici, soprattutto per l’aspetto relazionale. Uno studio pubblicato sul Journal of Psychiatric and Mental Health Nursing ha rilevato che un modello di cura multidisciplinare e integrato, che include gli infermieri di salute mentale come parte del team di cura, migliora il benessere psicologico del paziente, riduce le recidive e aumenta l’aderenza alla terapia farmacologica.

Le sue principali aree di azione riguardano:
– Monitorare lo stato di salute del paziente, partecipando attivamente al suo trattamento terapeutico (principalmente con la gestione della terapia farmacologica orale).
– Definire, pianificare e formulare diagnosi infermieristiche su eventuali problemi del paziente.
– Gestire l’emergenza psichiatrica: l’emergenza psichiatrica è una condizione acuta di alterazione del pensiero, dell’umore e del comportamento tale da richiedere un intervento immediato. Durante l’emergenza psichiatrica l’infermiere deve gestire al meglio le proprie emozioni e contenere la situazioni, attraverso una tecnica di de-escalation, vale a dire una tecnica che consente di rimanere calmi e neutri, di non giudicare il paziente e non utilizzare toni accusatori.
– Ascolto: l’infermiere realizza un clima di accettazione e accoglienza, instaurando una relazione terapeutica.
– Empatia: l’infermiere partecipa e condivide, con la dovuta distanza emotiva, alle sensazioni del paziente, per aiutarlo a vedere in modo più lucido le sue difficoltà.
– Supporto educativo e di promozione della salute, riducendo lo stigma che ancora oggi è presente.

L’infermiere può acquisire competenze specifiche in psichiatria attraverso una formazione con il Master di I livello. In Italia, queste competenze avanzate non sono ancora riconosciute a livello normativo ed economico, tuttavia ci sono molti infermieri formati attraverso Master e Corsi di Perfezionamento che grazie alle loro competenze aggiuntive possono ottenere un riscontro positivo, se inquadrati in contesti assistenziali specifici e che li riconoscono.

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