L’Assistente Infermiere nel pubblico guadagnerà più dell’Infermiere nel privato. I paradossi italiani.

Tra l’infermiere e l’operatore sociosanitario (OSS), nasce una nuova figura che vedremo presto negli ospedali e nelle strutture sanitarie, sia pubbliche che private: l’assistente infermiere. La Conferenza Stato-Regioni ha recentemente approvato l’introduzione di questo nuovo ruolo, con l’obiettivo di rispondere ai crescenti bisogni di salute della popolazione e ottimizzare l’organizzazione dei reparti sanitari.

Chi è l’assistente infermiere e cosa farà?

L’assistente infermiere è un operatore in possesso della qualifica di OSS, che ha seguito un percorso formativo aggiuntivo. Questa figura collaborerà strettamente con gli infermieri, assicurando sia le attività sanitarie che le mansioni tipiche del profilo OSS. La finalità è quella di fornire un supporto integrato, migliorando l’efficienza e l’efficacia delle cure in diversi contesti assistenziali, soprattutto dove la carenza di personale è più evidente.

L’accordo tra il Governo e le Regioni specifica che l’assistente infermiere è pensato per rispondere alla necessità di offrire un’assistenza sempre più diversificata, adattata ai bisogni di salute sempre più complessi e differenziati della popolazione. Questo ruolo aiuterà a colmare il divario tra le mansioni dell’infermiere e quelle dell’OSS, garantendo un livello di supporto aggiuntivo ai reparti.

Come si diventa assistente infermiere?

Il percorso per diventare assistente infermiere richiede in primo luogo la qualifica di operatore socio-sanitario (OSS). Inoltre, i candidati devono avere:

• un diploma di scuola secondaria di secondo grado (quinquennale) o un titolo equivalente;
• almeno 24 mesi di esperienza lavorativa come OSS.

Per chi non possiede il diploma di scuola secondaria quinquennale, ma ha almeno cinque anni di esperienza come OSS negli ultimi otto anni, è previsto un modulo teorico aggiuntivo. Questo modulo, della durata di almeno 100 ore, è finalizzato a migliorare le abilità logico-matematiche, la comprensione del testo, la scrittura e le conoscenze scientifiche, cruciali per il ruolo di assistente infermiere.

Il corso di formazione per diventare assistente infermiere durerà tra 6 e 12 mesi, con un totale di almeno 500 ore, suddivise in:

• 200 ore di teoria,
• 280 ore di tirocinio pratico,
• 20 ore di esercitazioni e simulazioni.

Le preoccupazioni sui compensi,

Uno dei temi più controversi legati all’introduzione dell’assistente infermiere riguarda la questione salariale. Mentre si lavora per aumentare le retribuzioni degli infermieri sia nel settore pubblico che in quello privato, sorge il dubbio che la nuova figura possa creare disparità tra i due ambiti. C’è timore che gli assistenti infermieri nel pubblico possano ricevere stipendi più elevati rispetto a quelli degli infermieri che operano nel privato, dove i salari tendono ad essere inferiori.

I sindacati di categoria hanno espresso preoccupazione per questa potenziale disuguaglianza, che potrebbe accentuare il problema della fuga di personale dal privato al pubblico, o peggiorare le condizioni lavorative degli infermieri nel privato.

Una risposta ai bisogni del sistema sanitario.

L’assistente infermiere arriva in un momento cruciale per la sanità italiana, caratterizzato da una crescente carenza di personale e dall’aumento della complessità delle cure necessarie, soprattutto per la popolazione anziana e i pazienti fragili. Questa figura rappresenta un tentativo di migliorare la qualità dell’assistenza, alleggerendo il carico di lavoro degli infermieri e potenziando la capacità di risposta del sistema sanitario.

Resta da vedere come sarà accolta questa novità dagli operatori del settore e quale sarà l’impatto sui reparti e sui pazienti. Tuttavia, l’introduzione dell’assistente infermiere potrebbe rappresentare un passo avanti per rispondere in maniera più efficace alle sfide future della sanità italiana.

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