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Lamezia Terme, migrante in stato alterato aggredisce Medici e Infermieri: cresce la paura tra il Personale Sanitario.

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Un ennesimo, grave episodio di violenza si è consumato all’interno di un pronto soccorso calabrese, questa volta a Lamezia Terme, dove un giovane migrante di 24 anni, di origine gambiana e in stato di alterazione psicofisica presumibilmente dovuta all’assunzione di stupefacenti, ha aggredito brutalmente quattro operatori sanitari: due medici e due infermieri intervenuti in loro difesa.

L’aggressione, avvenuta mentre i medici cercavano di prestare le prime cure al paziente, ha avuto una violenza tale da causare ai quattro sanitari prognosi che vanno dai 3 ai 15 giorni. Tutti hanno sporto regolare denuncia contro l’aggressore, che è stato prontamente fermato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile del NOR di Lamezia Terme e successivamente arrestato. Nonostante la gravità dell’accaduto, al paziente sono state comunque garantite le necessarie cure mediche.

Le immagini diffuse dai media locali mostrano chiaramente la violenza dell’aggressione, con evidenti macchie di sangue sul pavimento del pronto soccorso, testimonianza della brutalità e dell’imprevedibilità dell’episodio. Un clima di paura e insicurezza che, come denunciano i sindacati, sta diventando una costante per il personale sanitario in prima linea.

Il personale del Pronto Soccorso di Lamezia Terme ha riferito alle forze dell’ordine come la presenza di pazienti in stato di alterazione da abuso di sostanze stupefacenti sia diventata una problematica sempre più frequente, incrementando esponenzialmente il rischio di episodi violenti all’interno delle strutture sanitarie. Un fenomeno in crescita, come confermano i dati regionali e nazionali, che mina la serenità e la sicurezza degli operatori sanitari nello svolgimento del proprio lavoro.

Durissima la reazione del sindacato USB, che in una nota ha puntato il dito contro la direzione dell’Asp di Catanzaro, accusandola di colpevole negligenza. “Questo nuovo episodio di violenza conferma, ancora una volta, la condizione di insicurezza e stress estremo in cui il personale sanitario è costretto a lavorare all’interno di uno dei Pronto Soccorso più esposti della nostra Regione,” si legge nel comunicato. Il sindacato denuncia come le ripetute richieste di intervento siano state sistematicamente ignorate da una dirigenza che, a loro dire, si trincera dietro “numeri di fabbisogno del personale completamente errati”.

L’accusa del sindacato è pesante: “L’Asp di Catanzaro ha abbandonato i propri lavoratori, condannandoli a turni massacranti, alla solitudine e alla paura. Non si può più parlare di emergenze isolate: questa è una strage quotidiana della dignità dei lavoratori!”. Il grido d’allarme si conclude con una denuncia accorata: “Hanno fatto finta di niente! Hanno chiuso gli occhi! Hanno ignorato il grido d’allarme che saliva dai reparti! Ora basta!”.

Questo ennesimo episodio di violenza rappresenta un campanello d’allarme sulla crescente esposizione del personale sanitario a situazioni di pericolo. Medici e infermieri, quotidianamente impegnati nella tutela della salute pubblica, si trovano sempre più spesso a fronteggiare non solo l’emergenza sanitaria, ma anche la violenza di pazienti in preda a disagio sociale e dipendenze. Un contesto che richiede risposte immediate e concrete da parte delle istituzioni, per garantire la sicurezza e la dignità di chi si dedica con abnegazione alla cura degli altri.

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