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La Tutela della Salute non può diventare un “optional”.

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In questi giorni diversi articoli, apparsi su vari quotidiani invocavano la speranza per un probabile  ravvedimento  di inversione di rotta riguardo alla sanità. Purtroppo, da mesi la POLITICA ITALIANA aveva due argomenti cui dare conclusione, Ponte sullo Stretto e Autonomia Differenziata, entrambi approvati in maniera veloce, nonostante osteggiati dal popolo, persino la Chiesa è intervenuta sull’autonomia differenziata con un documento in cui spiegava punto per punto il disaccordo, anche la classe medica ha fatto un po’ di rumore, facendo capire che tale decisione al momento non è proponibile per un divario molto largo tra nord e sud, che potrebbe causare ulteriori problemi; sembrava quasi di assistere al film il marchese del grilloQui comando io, voi non siete nulla. Credo che un tale atteggiamento inizia a incutere un senso di preoccupazione, perché quando la rappresentanza non ascolta la volontà popolare nazionale o di un territorio vorrà dire che siamo alla fine  della democrazia, addirittura non sono state ascoltate neanche le  voci di tantissimi cittadini da Nord a Sud che nelle varie trasmissioni televisive hanno portato all’attenzione di tutti le loro vicissitudini personali con i loro problemi, disagi e sofferenza,  tutti  accomunati da un unico problema la ricerca dei più elementari diritti sanciti dalla Costituzione ma che purtroppo è sempre più difficile poterli ottenere, persino la sicurezza è diventata più fragile, dinanzi al prevalere della tanta violenza che oramai è stratificata in ogni angolo di territorio, da non guardare età, sesso,  colore e condizione sociale.

Una Politica miope che ha difficoltà a percepire le tante disuguaglianze e le tante sofferenzequotidiane che ogni giorno arrivano dinanzi a coloro che sono in trincea, medici, infermieri, sindaci e forze dell’ordine, mentre dai piani alti si vede è si sente ben poco, in questi luoghi si guardano solo carte e numeri, si riscrivono modalità sul come reinventare nuovi moduli, quando la problematica è sempre più grave dappertutto.  Sembra quasi che Coscienza e Scienza non facciano parte dell’ABC della Vita, il comune agire deve avere una metrica nazionale non territoriale, non si può più lasciare la persona al suo libero agire incurante di qualsivoglia dovere, la democrazia va difesa ovunque questo lo afferma il nostro Diritto e la nostra Costituzione.

La Civiltà di un popolo si misura su due parametri salute e sicurezza, da noi entrambi sono in caduta libera, si è smarrito il senso di famiglia, quale culla di valori è base del sentimento umano, oramai siamo in una strada del non ritorno che penso prima o poi  porterà a chissà quale forma di stato. Il popolo sembra piegato su se stesso  chi può scappa, mentre la nazione è lasciata al proprio destino, un destino in cui si sta frammentando l’essenza della Costituzione Italiana, basata sui valori della famiglia quale primordiale germe di solidarietà di una comunità. 

La Sanità va difesa sempre e ovunque, sarebbe auspicabile che: Sindaci, Presidenti delle Regioni, Direttori Generali e Rappresentanti delle Categorie Mediche e  Infermieristiche, si ritrovino insieme a un unico tavolo, in ogni Regione,  in modo da poter vagliare le decisioni più fattibili e in tempi ragionevoli, senza andare su programmi lunghi e difficilmente realizzabili. La tutela della salute deve essere il primo argomento su cui far convergere le vere e autentiche professionalità che ogni giorno si occupano dei problemi, non chi sta seduto dietro a laute scrivanie, un pizzico di umiltà bisogna sentirla dinanzi a questo logorio quotidiano; una tale situazione prima o poi porterà inevitabilmente a un peggioramento dell’assistenza sanitaria, visto che da una parte vi è carenza di Medici dall’altra carenza d’Infermieri per cui si entra in un corto circuito, dove chissà quale figura professionale prenderà in carico il paziente.

Dott. Emilio Cariati, infermiere

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