La proposta dell’Assistente Infermiere: critiche e preoccupazioni dalla Federazione Migep.
Recentemente, la Deputata Rosellina Marchetta ha presentato un’interrogazione parlamentare all’Assemblea Regionale Siciliana riguardante il recepimento dell’Accordo Stato-Regioni sull’istituzione della figura dell’Assistente Infermiere e sull’attivazione dei corsi di formazione regionali. Questa iniziativa ha sollevato un ampio dibattito all’interno del settore sanitario, con preoccupazioni espresse dalla Federazione Migep e dagli Stati Generali dell’OSS, che mettono in luce i potenziali rischi legati a questa proposta.
Un Sistema Sanitario frammentato.
Secondo la Federazione, l’introduzione dell’Assistente Infermiere potrebbe frammentare ulteriormente il già precario sistema sanitario. La lettera sottolinea che, per potenziare l’assistenza infermieristica, è fondamentale aumentare il numero di infermieri, piuttosto che introdurre nuove figure ibride che possano creare confusione e sovrapposizioni di competenze. Nonostante i buoni propositi, l’idea di implementare una figura che non ha un riconoscimento formale come infermiere potrebbe indebolire la qualità del servizio sanitario.
Siamo pronti per una nuova figura professionale?
Una delle critiche principali riguarda la mancanza di una base solida per l’istituzione di questa figura. La lettera evidenzia che al momento non vi sono neppure linee guida chiare sui percorsi formativi, né tanto meno un accordo su prestazioni economiche adeguate per l’Assistente Infermiere. Questo porta a una domanda cruciale: la Sicilia è in grado di formare adeguatamente professionisti per un ruolo di tale responsabilità?
Inoltre, il rischio è che questa nuova figura venga vista come una soluzione economica temporanea per il settore privato piuttosto che una risposta strutturale a carenze nel sistema sanitario pubblico. Ciò potrebbe portare a malcontento e divisioni tra i lavoratori del comparto sanitario, già sotto pressione.
Un appello per un sistema coordinato.
Un altro punto critico sollevato dalla Federazione è l’assenza di un modello nazionale coordinato. L’autonomia regionale ha portato a un’inevitabile diversificazione dei modelli formativi, creando disuguaglianze nella qualifica e nella formazione degli operatori sanitari tra diverse regioni. È essenziale che si stabiliscano standard omogenei di formazione e assistenza, per evitare che la sanità diventi un terreno di esperimenti regionali.
La Necessità di Un Piano di Unificazione
Alla luce di queste preoccupazioni, la Federazione Migep chiede un incontro con le autorità competenti per discutere delle problematiche e delle possibili soluzioni. La lettera conclude con un forte appello a ripensare le scelte attuali, sottolineando l’importanza di un sistema sanitario basato su competenze solide e riconoscimenti adeguati per garantire la qualità dell’assistenza ai cittadini.
In un momento in cui la sanità affronta numerose sfide, è fondamentale che ogni nuova proposta sia ben ponderata e non rischi di aggravare le difficoltà già esistenti. Il dialogo tra le istituzioni e le professioni sanitarie è più che mai necessario per costruire un futuro migliore per il nostro sistema sanitario.
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