La CGIL critica la figura dell’assistente infermiere: un rischio per la qualità dell’assistenza sanitaria.
La recente introduzione della figura dell’assistente infermiere continua a far discutere il mondo della sanità. Se da un lato si tratta di un tentativo di rispondere alla carenza di infermieri, dall’altro molti sindacati e professionisti del settore temono che possa compromettere la qualità dell’assistenza. Tra i più critici c’è la Funzione Pubblica CGIL, che ha espresso il proprio dissenso in una nota ufficiale.
CGIL: “Un tentativo maldestro di coprire le omissioni finanziarie”.
Eleine Krieger Garcia, della Funzione Pubblica CGIL, ha attaccato duramente l’introduzione dell’assistente infermiere, definendolo “un tentativo maldestro di coprire le omissioni in termini di stanziamento di adeguate risorse finanziarie per il mantenimento e lo sviluppo del Sistema Sanitario pubblico e universale”.
Secondo il sindacato, l’introduzione di questa figura non promuoverebbe la professione dell’operatore socio-sanitario (OSS), ma finirebbe invece per “svilire la professione infermieristica, portando a una ridotta qualità formativa, curativa e assistenziale”. Inoltre, la CGIL sottolinea che questa scelta potrebbe complicare ulteriormente l’organizzazione delle professioni sanitarie, con il rischio di peggiorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini in un contesto già segnato da carenze di personale e risorse.
Un percorso di formazione e inquadramento ancora da definire.
In Valle d’Aosta, come in altre regioni, si lavora all’introduzione dell’assistente infermiere. Gli OSS con diploma di scuola superiore e almeno 24 mesi di esperienza potranno accedere a un corso di formazione di almeno 500 ore, comprensivo di 280 ore di tirocinio e 20 ore di simulazione. Tuttavia, al momento manca ancora il decreto del presidente del Consiglio dei Ministri necessario per completare la disciplina statale.
L’Assessore alla Sanità della Valle d’Aosta, Carlo Marzi, ha dichiarato che la Regione sta lavorando sugli aspetti organizzativi, compreso l’ente formatore e le possibili fonti di finanziamento. Un altro aspetto ancora in discussione riguarda l’inquadramento contrattuale: nella bozza del nuovo contratto sanità, non ancora sottoscritto, la figura dell’assistente infermiere sarebbe collocata nell’area degli assistenti con profili professionali del ruolo socio-sanitario.
Le posizioni politiche: tra favorevoli e contrari.
Mentre la CGIL si oppone fermamente, c’è chi invece vede nella nuova figura un’opportunità. Mauro Baccega di Forza Italia ha dichiarato che “questa figura darà un aiuto strategico alle strutture socio-sanitarie, come ad esempio agli ospedali di comunità che si stanno avviando”. Secondo i sostenitori del progetto, l’assistente infermiere potrebbe alleviare il carico di lavoro degli infermieri, permettendo loro di concentrarsi su attività più specializzate.
La questione resta aperta: la creazione dell’assistente infermiere rappresenta un’opportunità per migliorare l’efficienza del sistema sanitario o un rischio per la qualità dell’assistenza? Il dibattito è destinato a proseguire, mentre si attende l’approvazione definitiva delle normative a livello nazionale.
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