Infermieri, una vita tra speranze e continue illusioni.
La Professione Infermieristica rappresenta da sempre un elemento cruciale del servizio sanitario nazionale, ma attualmente si trova ad affrontare una crisi senza precedenti, causata da molteplici fattori, in particolare dal mancato adeguamento delle retribuzioni e dalla scarsa valorizzazione sociale. Gli infermieri sono i professionisti sanitari che trascorrono la maggior parte del loro tempo in contatto diretto con i pazienti. Sono responsabili del monitoraggio continuo delle condizioni cliniche, della somministrazione delle terapie, del supporto emotivo e della coordinazione dell’assistenza. Gli infermieri sono operatori sanitari dal volto umano che quotidianamente assicurano assistenza a milioni di italiani, offrendo sostegno e umanità anche nelle circostanze più complesse. È giunto il momento di superare i semplici proclami e investire concretamente in queste figure fondamentali. Il loro contributo è essenziale per il miglioramento degli esiti clinici e per la soddisfazione dei pazienti. Gli infermieri ricoprono un ruolo fondamentale nel processo assistenziale, influenzando ogni aspetto dell’organizzazione lavorativa e costituendo la base e l’essenza vitale dell’intero sistema sanitario italiano.
La diminuzione della vocazione tra i giovani è ormai riconosciuta come derivante da una serie di fattori legati alle difficili condizioni lavorative.
- Un ambiente lavorativo sempre più ostile, caratterizzato da burnout e un incremento delle violenze, nonostante leggi ad hoc.
- Mancanza di coinvolgimento nelle decisioni, è fondamentale rivedere i modelli organizzativi delle strutture sanitarie e coinvolgere attivamente anche il personale infermieristico. Si tratta di una priorità che non può essere ulteriormente procrastinata. Cambiamenti organizzativi mal gestiti, privi di condivisione e partecipazione da parte degli infermieri, che continuano a rappresentare una causa significativa di demotivazione, frustrazione e anche di abbandono professionale.
- Cambiamenti delle condizioni lavorative, sia in termini qualitativi che quantitativi: l’attività degli infermieri è frequentemente segnata da elevati carichi di lavoro, turni sfavorevoli e alto livello di stress, con una popolazione prevalentemente anziana e affetta da patologie croniche e da molteplici disturbi (comorbilità) specialmente per coloro che vivono soli; inoltre, anche tra i giovani si registra un aumento delle patologie croniche.In questo contesto, gli ospedali si sono concentrati sulla cura esclusiva dei pazienti acuti con tempi di degenza molto ridotti. Tuttavia, in assenza di una medicina territoriale efficiente, il carico assistenziale si concentra interamente sulle strutture ospedaliere, le quali non riescono a gestire adeguatamente l’elevata domanda tra urgenze reali e patologie croniche.
- La gestione dei turni di lavoro, l’attivazione di turni più flessibili potrebbe ridurre l’esodo dalla professione, facilitando così la conciliazione tra vita privata e lavorativa, specialmente per le donne. Tutelando anche quella parte di lavoratori, che ha un’età compresa tra i 50 e i 64 anni.
- Il demansionamento è un fenomeno attuale che costringe numerosi infermieri ad assumere compiti tipici di altre professioni senza ricevere alcun riconoscimento economico. Questa situazione non è il risultato della volontà individuale degli infermieri, ma deriva da un sistema che incontra difficoltà nell’evolversi verso modelli innovativi orientati al benessere professionale degli operatori. È responsabilità delle Istituzioni, ciascuna nel proprio ambito di competenza, garantire e promuovere le linee guida fondamentali per l’assistenza sanitaria e infermieristica in Italia, prevenendo così migrazioni verso il settore privato e all’estero.
- Adeguamento retributivo in linea con la realtà economica attuale e con i colleghi europei, gli stipendi degli infermieri in Italia sono ritenuti insufficienti rispetto all’importanza del loro ruolo, rendendo questa professione meno attrattiva per le nuove generazioni. L’uscita dal comparto sarebbe auspicabile, in quanto contribuirebbe a conferire dignità contrattuale oltre a quella professionale.
- Infermiere lavoro usurante, la professione infermieristica non solo deve essere riconosciuta a pieno titolo come “professione intellettuale”, ma rientra anche tra le “professioni d’aiuto”, ovvero quelle maggiormente esposte al burnout e alla sindrome da stress lavoro-correlato.
- Formazione continua e opportunità di crescita professionale, fornire percorsi di aggiornamento professionale e promuovere lo sviluppo all’interno delle strutture sanitarie negli orari di lavoro, renderebbe la carriera infermieristica più dinamica e stimolante.
- Riconoscimento e valorizzazione delle competenze acquisite, per attribuzioni di incarichi sia professionali che gestionali.
- Effetti negativi della pandemia da COVID-19, le difficili condizioni lavorative durante la pandemia hanno ulteriormente compromesso l’immagine della professione infermieristica agli occhi dei giovani. In particolare, il tema della retribuzione inadeguata ha generato frustrazione, poiché alla fine sono stati ricevuti solo encomi e attestati di riconoscimento da parte delle istituzioni. Identificati come eroi, per poi essere dimenticati al termine dell’emergenza, tornando a essere considerati sacrificabili.
- L’infermiere, sebbene sia spesso considerato l’ultima ruota del carro, rappresenta in realtà la fondamentale struttura portante del Servizio Sanitario Nazionale.
Per affrontare la carenza di personale infermieristico, è fondamentale che il Governo e le Regioni adottino politiche concrete, tra cui:
- Incremento degli stipendi e miglioramento delle condizioni lavorative. L’offerta di salari competitivi e orari di lavoro sostenibili rappresenterebbe un passo fondamentale per rendere la professione più attrattiva.
- Borse di studio e incentivi per chi intraprende la carriera infermieristica. L’istituzione di incentivi economici e agevolazioni, potrebbe incentivare i giovani a iscriversi ai corsi di laurea in infermieristica, rendendo il percorso formativo più accessibile e motivante. Affrontare le cause di questa situazione attraverso una strategia integrata che punti a valorizzare la professione, migliorare le condizioni lavorative e attrarre nuove generazioni verso questa carriera vitale.
- Riconoscimento sociale e valorizzazione del ruolo. È fondamentale che la figura dell’infermiere venga adeguatamente riconosciuta a livello sociale e mediatico. È essenziale che il settore sanitario e le istituzioni universitarie collaborino per migliorare la percezione della professione infermieristica.
Gli infermieri meritano di essere ascoltati, supportati e riconosciuti per il loro ruolo basilare nella società. La sanità italiana non può più permettersi di trascurare il contributo degli infermieri; garantire loro il dovuto riconoscimento è l’unica via per costruire un sistema sanitario più robusto, equo e sostenibile. Ignorare queste istanze significherebbe mettere a rischio il futuro del nostro sistema sanitario e, con esso, la salute della popolazione intera. La crescente percezione di disinteresse nei confronti della professione è un fattore allarmante, che suscita ancor più malessere nella professione. Inoltre, la scarsa sicurezza economica e le questioni salariali contribuiscono ad accentuare i problemi. Questa disparità ha indotto molti giovani a prendere in considerazione altri percorsi formativi e carriere. Le istituzioni non possono continuare a ignorare la profonda crisi del Servizio Sanitario Nazionale.
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