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Infermieri: tra dedizione, sacrificio e un sistema al collasso.

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Gli infermieri sono esausti. Saturi di un sistema che non funziona, stanchi di chinare la testa e sopravvivere invece di vivere. Ma cosa dovrà accadere prima che il sistema imploda definitivamente e il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) collassi su sé stesso?

Una carriera di sacrifici e esperienza.

Mi chiamo Susanna, ho 44 anni e da 22 faccio l’infermiera. La mia esperienza è iniziata in una RSA, dove ho imparato le basi della professione assistendo 90 ospiti con condizioni socio-patologiche complesse. È stato lì che un collega mi ha dato un consiglio prezioso: “prima di imparare cosa fare, impara come si lavora.”

Quella lezione mi accompagna ancora oggi, dopo anni trascorsi tra reparti di medicina, dialisi e ospedali. Nonostante la dedizione, dopo 22 anni di servizio, mi chiedo se ne valga ancora la pena.

Un ambiente lavorativo sempre più tossico.

In 22 anni, ho conosciuto tanti colleghi: persone straordinarie e talentuose, ma anche chi, per atteggiamento e comportamenti, ha contribuito a rendere il nostro ambiente lavorativo più pesante. Una delle criticità più evidenti è il lamento costante, che accompagna ogni turno e sembra non avere una soluzione.

A questo si aggiunge un senso di abbandono da parte delle istituzioni e degli Ordini professionali, che sembrano presenti solo per ricordarci la retta annuale da pagare. In otto anni, non ho mai sentito una vera vicinanza da parte dell’Ordine, se non per comunicazioni burocratiche.

La Pandemia: il colpo di grazia.

La pandemia ha dato il colpo di grazia a molti di noi. Tra turni massacranti, paura del contagio e la pressione emotiva di lavorare in condizioni estreme, tanti infermieri hanno lasciato la professione o hanno scelto di andare all’estero.

Ci hanno chiamati “eroi” per un breve periodo, per poi dimenticarsi di noi appena terminata l’emergenza, tornando a considerarci sacrificabili.

Riconoscimento Economico: una beffa.

Gli infermieri italiani sono tra i meno pagati d’Europa, nonostante le responsabilità enormi che gravano sulle loro spalle. Garantiamo la salute e la vita dei pazienti, ma il nostro stipendio è comparabile a quello di un lavoratore di settori meno rischiosi. Questo squilibrio è fonte di frustrazione e contribuisce al crescente malcontento nella categoria.

Verso un cambiamento necessario.

Oggi più che mai, è necessario un cambiamento. Le istituzioni non possono continuare a ignorare la crisi del SSN. Serve un investimento reale nel personale sanitario, garantendo migliori condizioni economiche, maggiore supporto psicologico e percorsi di carriera chiari e gratificanti.

Gli infermieri meritano di essere ascoltati, sostenuti e riconosciuti per il loro ruolo fondamentale nella società. Continuare a ignorare le loro richieste significa mettere a rischio il futuro del nostro sistema sanitario e, con esso, la salute di tutti.

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