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Infermieri di bassa lega non vi serve vivere sulla Luna.

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“Voi Infermieri di Bassa Lega Vivete Sulla Luna”: scoppia la polemica su Diritti Calpestati e Dirigenti inadeguati.

La frase shock pronunciata da un Dirigente delle Professioni Sanitarie di una nota azienda ospedaliero-universitaria ha lasciato sgomenti gli infermieri di tutta Italia. “Voi infermieri di bassa lega vivete sulla Luna”, avrebbe detto il dirigente, apostrofando i colleghi che chiedevano chiarimenti sulla cancellazione dei congedi straordinari per gestione genitoriale e assistenza ai titolari di Legge 104/92. Congedi che, secondo la legge, dovrebbero essere obbligatori, ma che sono stati annullati d’ufficio per esigenze di servizio.

Diritti cancellati e personale in crisi.

L’azienda giustifica la decisione con la cronica carenza di personale infermieristico e il crescente numero di colleghi assenti per malattia, infortunio o maternità. Ma per gli infermieri, questi problemi organizzativi non giustificano la cancellazione di diritti sanciti dalla legge. La frustrazione aumenta, soprattutto perché il dirigente, anch’egli infermiere, ha liquidato i colleghi senza mezzi termini, dimostrando un atteggiamento distante e poco empatico nei confronti di chi ogni giorno affronta turni massacranti.

Non solo: i congedi sono stati revocati senza l’invio di ordini di servizio formali. Invece di seguire le procedure stabilite dalla norma, l’azienda ha semplicemente rimosso i congedi straordinari, lasciando gli infermieri senza risposte e costringendoli ad adattarsi al calendario di lavoro imposto.

Infermieri sul piede di guerra: pronti a ricorrere alla magistratura.

Di fronte a questa situazione, molti infermieri non si arrendono. Stanchi di essere trattati come ingranaggi sacrificabili di un sistema mal gestito, annunciano di voler portare la questione davanti alla magistratura. “Non possono essere gli infermieri a pagare per gli errori di programmazione aziendale e per le colpe di un Sistema Sanitario Nazionale sempre più allo sbando”, dichiarano in coro i lavoratori colpiti.

Questa crisi non è solo una questione di diritti cancellati: è il riflesso di un ambiente di lavoro sempre più ostile, dove il burnout è all’ordine del giorno e i casi di suicidio non sembrano spaventare dirigenti e coordinatori. Questi ultimi, lontani dal modello del leader responsabile e ispiratore, sembrano più simili a dittatori ignoranti e disinteressati al benessere del personale.

Una situazione inaccettabile: è il momento di intervenire.

Il caso solleva importanti interrogativi su come vengono gestiti i diritti degli operatori sanitari in Italia e su quanto siano effettivamente tutelati i lavoratori in prima linea nella sanità pubblica. È chiaro che non bastano le parole o le scuse per rimediare a una situazione che sta mettendo a dura prova la resistenza psicologica e fisica degli infermieri.

Le istituzioni e i vertici aziendali devono intervenire con urgenza per ripristinare i diritti calpestati, rivedere le modalità di gestione del personale e garantire un ambiente di lavoro più umano e rispettoso. La sanità italiana non può permettersi di perdere i suoi professionisti migliori a causa di una gestione miope e autoritaria.

A chi di voi è capitata una situazione simile? Segnalatecela a redazione@assocarenews.it.

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