Infermiere Tiktoker minaccia e offende medici del 118: è bufera.
Un episodio grave scuote il mondo della sanità italiana: un infermiere dell’Asl Napoli 3 Sud è stato accusato dall’associazione Nessuno tocchi Ippocrate di aver minacciato e offeso pubblicamente i medici del 118 attraverso TikTok. La vicenda, che coinvolge anche la moglie dell’infermiere, già nota per episodi legali precedenti, ha sollevato un acceso dibattito sull’etica e la responsabilità professionale nel contesto digitale.
Le accuse dell’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate“.
Secondo quanto riportato sulla pagina Facebook dell’associazione, l’infermiere avrebbe utilizzato i social per diffamare i medici del 118, definendoli “trasportatori incapaci di fare diagnosi”. Le accuse non si fermano qui: l’uomo avrebbe anche minacciato e insultato il dottor Manuel Ruggiero, presidente di Nessuno tocchi Ippocrate.
“Questo comportamento è particolarmente grave,” sottolinea l’associazione, “poiché si tratta di un dipendente della sanità pubblica che, invece di tutelare l’immagine della professione, alimenta divisioni e tensioni.” La moglie dell’infermiere, già denunciata per diffamazione e minacce, è già al centro di un procedimento penale con la polizia postale.
L’appello a Ordini professionali e Asl.
L’associazione ha chiesto un intervento immediato all’Opi Napoli, presieduto da Teresa Rea, per prendere provvedimenti disciplinari nei confronti dell’infermiere. Anche l’Asl Napoli 3 Sud è stata sollecitata a verificare i fatti e ad adottare le misure necessarie. “Possibile che un vostro dipendente si esprima in questo modo, danneggiando l’immagine di un’intera categoria medica?” si legge nel comunicato ufficiale.
Un danno all’immagine della professione infermieristica.
L’episodio ha suscitato indignazione tra gli operatori sanitari, che hanno preso le distanze dal comportamento dell’infermiere. L’associazione ha ricordato che l’etica professionale è un elemento fondamentale per mantenere la fiducia del pubblico verso il sistema sanitario.
“Non possiamo permettere che episodi simili gettino ombre sulla dedizione e sulla professionalità di migliaia di infermieri che ogni giorno operano con impegno e responsabilità,” afferma il comunicato.
La responsabilità sui social: una sfida per i professionisti della sanità.
Questa vicenda solleva interrogativi sul ruolo e la responsabilità dei professionisti sanitari nell’utilizzo dei social media. La libertà di espressione, sebbene garantita, non deve trasformarsi in un’arma per screditare colleghi o istituzioni.
“I social media possono essere un potente strumento per sensibilizzare e informare, ma richiedono un uso responsabile e rispettoso,” ribadiscono gli esperti di comunicazione sanitaria.
Un procedimento legale in corso.
Attualmente, l’associazione Nessuno tocchi Ippocrate ha annunciato di voler avviare un’azione legale contro l’infermiere, ribadendo che simili comportamenti non possono essere tollerati, soprattutto da chi opera nel sistema sanitario pubblico. Parallelamente, il procedimento penale contro la moglie dell’infermiere continua, con l’intervento della polizia postale per accertare eventuali responsabilità.
Questo caso sottolinea l’importanza di un codice deontologico chiaro e condiviso anche nell’ambito digitale, per prevenire episodi che possano danneggiare l’immagine della sanità. Le istituzioni e gli ordini professionali devono vigilare e promuovere un uso etico e consapevole dei social media tra gli operatori sanitari.
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