Infermiere e OSS, negati i diritti post maternità. E qualcuna si deve licenziare.
Infermiere e OSS si vedono negati parzialmente i diritti previsti al rientro dalla maternità. Fra ore per allattare e astensione dal turno notturno, i diritti negati portano anche ad un licenziamento, che sembra non sarà l’unico in queste settimane.
Insorge il sindacato USB con una dura nota che spiega i fatti più nel dettaglio.
“In contrasto con quanto affermato sulla stampa dall’ AD Cracco, che si vanta di partecipare al progetto, ricevendo i relativi fondi pubblici del Presidente del Consiglio “progetto Conciliamo”, ossia la messa in pratica di una organizzazione del lavoro che concilia gli orari di lavoro/famiglia con i dipendenti presso l’ospedale Sacro Cuore di Negrar. Tale progetto pare in contrasto nei fatti e nella realtà.
In questi giorni a due lavoratrici si sono viste negare i diritti di legge in materia di maternità per l’allattamento.
Ad una lavoratrice non sono stati concessi i mesi suppletivi di congedo per maternità post parto per chi fa lavori a rischio, e sempre alla stessa lavoratrice è stata negata la riduzione di orario per allattamento.
La lavoratrice nonostante le insistenze e le segnalazioni all’Ispettorato del lavoro, vista la non risoluzione della questione e l’impossibilità di trovare modi diversi per accudire la figlia ha dovuto rassegnare le dimissioni.
Sottolineiamo: Per poter allevare la figlia neonata si è vista costretta a licenziarsi!
La seconda lavoratrice ha fatto richiesta della riduzione di orario per allattamento: negato, ed è stato pure negata la possibilità prevista sempre dalla legge di essere esentata dal turno notturno sino al compimento del terzo anno di età del figlio.
Questi sono i fatti concreti che contraddicono le affermazioni del AD Cracco, non si possono tacere, altrimenti ne diverremmo “complici”.
Abbiamo inoltre segnalato la situazione all’ ITL e alla Consigliera provinciale pari opportunità.
Questi fatti, ampiamente documentati, sono gravissimi e denotano un forma di finzione tra quanto si dice e quanto realmente si fa. A questo si aggiunge che l’Ospedale non riconosce e non paga ai dipendenti il tempo di vestizione stabilito dal CCNL.
E’ gravissimo che nei posti di lavoro accadono fatti simili, che denotano quanta strada e quanta mobilitazione serva per poter lavorare e nello stesso tempo ed essere madre e padre.
Ci si riempie la bocca per la tutela della famiglia, ci i lamenta che non si fanno figli, ma se poi succedono questi fatti gravissimi. Se poi gli stipendi sono insufficienti le parole di retorica che nascondono una realtà diversa, fatta di mancanza di diritti e di reddito.
Le lavoratrici madri devono avere quello che gli spetta, e in nessun luogo di lavoro devono mai essere discriminate”.
Situazioni fuori dalla grazia di Dio. Speriamo in una pacifica soluzione fra le parti.
Share this content: