contatore visite gratuito

Infermiera licenziata per collega dormiente in turno: la Cassazione ordina il reintegro.

Ascolta l'articolo

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22614 della sezione lavoro, ha confermato la reintegrazione di un’infermiera licenziata da una Casa di Cura privata. La Suprema Corte ha stabilito che il provvedimento di licenziamento era ritorsivo e contrario all’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, come modificato dalla legge n. 92 del 2012.

Il caso: accuse di omissione e connivenza.

L’infermiera era stata licenziata con l’accusa di non aver segnalato che un collega, durante il turno notturno, si era assentato per dormire in una stanza adibita a deposito. Secondo il datore di lavoro, la sua presunta “connivenza” avrebbe compromesso la gestione del reparto.

Tuttavia, i giudici della Corte d’Appello dell’Aquila, e successivamente della Cassazione, hanno escluso violazioni del dovere di diligenza. L’infermiera, infatti, aveva:

  • Gestito le proprie mansioni e quelle del collega assente;
  • Informato tempestivamente la caposala dell’accaduto;
  • Garantito la regolare assistenza ai pazienti senza disservizi.

Il vero motivo del licenziamento: discriminazione sindacale.

L’analisi della Corte ha evidenziato che il licenziamento non era legato a motivi disciplinari, bensì a intenti ritorsivi. L’infermiera era iscritta al sindacato Nursind e aveva partecipato a una vertenza per ottenere adeguamenti retributivi.

Dopo la vittoria della causa sindacale, molti lavoratori coinvolti nella vertenza erano stati licenziati, mentre coloro che si erano dissociati avevano mantenuto il posto di lavoro. La Cassazione ha quindi ravvisato una condotta discriminatoria da parte del datore di lavoro, sostenuta anche da:

  • Richiami disciplinari datati e irrilevanti usati nella contestazione;
  • Mancanza di prove che giustificassero l’accusa di recidiva.

La sentenza della Cassazione: una tutela per i lavoratori.

Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: il licenziamento può essere dichiarato nullo se utilizzato come strumento di ritorsione o discriminazione. La Suprema Corte ha sottolineato che la tutela dei diritti sindacali è un pilastro della giustizia del lavoro, richiamando un precedente del 2020, secondo cui anche prove indirette o statistiche possono dimostrare la discriminazione.

Perché questo caso è importante?

La vicenda rappresenta un monito contro l’abuso del potere datoriale. La sentenza non solo tutela la lavoratrice con la reintegrazione, ma riafferma il rispetto della dignità professionale e della libertà sindacale.

In un contesto lavorativo sempre più complesso, questa decisione sottolinea il ruolo della giurisprudenza come garante dei diritti dei lavoratori, offrendo un argine contro comportamenti illegittimi e favorendo un ambiente di lavoro equo e rispettoso delle leggi.

Seguici anche su:

  • Gruppo Telegram: Concorsi in Sanità – LINK
  • Gruppo Telegram: AssoCareNews.it – LINK
  • Gruppo Telegram: Infermieri – LINK
  • Gruppo Telegram: Operatori Socio Sanitari (OSS) – LINK
  • Gruppo Facebook: Concorsi in Sanittà – LINK
  • Pagina Facebook: AssoCareNews.it – LINK
  • Gruppo Facebook: AssoCareNews.it – LINK
  • Gruppo Facebook: Operatori Socio Sanitari – LINK
  • Gruppo Telegram: ECM Sanità – LINK
  • Gruppo Facebook: ECM Sanità – LINK

Per contatti:

Partner di AssoCareNews.it:

  • Avvisi e Concorsi OSS: LINK
  • Canale telegram: LINK
  • Ricerca lavoro OSS: LINK
  • Coordinamento nazionale Oss: LINK
  • OSS News: LINK
  • Mobilità e cambi compensativi OSS: LINK

Share this content:

Autore

Potresti aver perso