In pronto soccorso arriva l’assistente familiare: Infermiere, Assistente Sanitario o Educatore Professionale processeranno gli accessi.
Nasce in Liguria una nuova figura professionale dedicata a migliorare la comunicazione e il supporto all’interno dei pronto soccorso: l’assistente familiare. Si tratta di un ruolo innovativo che entrerà a far parte dell’organico ospedaliero e che potrà essere ricoperto da infermieri, assistenti sanitari o educatori professionali. L’obiettivo è duplice: migliorare l’interazione tra i familiari dei pazienti e il personale medico e, al tempo stesso, contribuire alla riduzione delle aggressioni in corsia, che nel solo 2024 sono state 666 in Liguria, di cui un terzo al Policlinico San Martino di Genova.
Un ruolo chiave per l’umanizzazione delle cure.
L’assistente familiare opererà nei Dipartimenti di Emergenza e Accettazione (Dea) per offrire supporto ai parenti dei pazienti, spesso disorientati e preoccupati, fornendo informazioni chiare e rassicuranti sul percorso assistenziale. Questa figura fungerà da intermediario tra i medici, il personale sanitario e i familiari, aiutando a gestire l’attesa, chiarire dubbi e ridurre tensioni che possono degenerare in episodi di violenza verbale o fisica.
“L’introduzione di questa figura rappresenta un passo avanti significativo nell’umanizzazione delle cure”, ha dichiarato un rappresentante della Regione Liguria. “Troppo spesso, il personale sanitario si trova a dover gestire situazioni di forte stress emotivo da parte dei parenti, che si sentono impotenti e disinformati. Con l’assistente familiare, puntiamo a migliorare la qualità del servizio e a prevenire conflitti”.
La violenza negli ospedali: un problema in crescita.
I dati parlano chiaro: le aggressioni in corsia sono un fenomeno in preoccupante aumento. In tutta Italia, gli episodi di violenza contro il personale sanitario si moltiplicano, in particolare nei pronto soccorso, dove il sovraffollamento e i tempi di attesa possono generare frustrazione tra i pazienti e i loro familiari. La Liguria, con le sue 666 aggressioni registrate nel 2024, è un esempio di quanto sia urgente adottare misure concrete per tutelare i lavoratori della sanità.
La Regione Liguria ha già avviato diverse iniziative per contrastare questo fenomeno, tra cui il potenziamento della sicurezza con presidi di vigilanza e telecamere di sorveglianza. Tuttavia, si è deciso di intervenire anche sul piano umano e relazionale, con la creazione della figura dell’assistente familiare, che potrà ridurre le tensioni prima che degenerino.
Un modello da seguire?
L’iniziativa della Regione Liguria potrebbe fare da apripista per altre regioni italiane, offrendo un modello efficace per migliorare la gestione dell’accoglienza e della comunicazione nei pronto soccorso. Alcuni ospedali, come il Policlinico Foggia, hanno già sperimentato con successo figure di supporto simili, con un impatto positivo sulla riduzione delle segnalazioni negative e delle aggressioni.
L’introduzione dell’assistente familiare dimostra che il miglioramento dell’assistenza sanitaria non passa solo attraverso l’aumento del personale medico o delle strutture, ma anche attraverso un approccio più attento all’aspetto umano delle cure. Un passo avanti per un pronto soccorso più sicuro e accogliente per tutti.
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